Il pasticcio dell’arresto di Carles Puigdemont in Germania su mandato di cattura internazionale spagnolo

Il pasticcio dell’arresto di Carles Puigdemont in Germania su mandato di cattura internazionale spagnolo

La polizia tedesca trattiene in stato di fermo l’ex presidente catalano Carles Pugdemont, im base al mandato d’arresto europeo. Il fermo si è verificato durante il viaggio di attraversamento dell’ex presidente dalla Danimarca alla Germania. Puigdemont, che si era autoimposto di vivere in esilio a Bruxelles dallo scorso ottobre, stava viaggiando in auto dalla Finlandia al Belgio nella giornata di domenica 25 marzo, poiché era andato dai suoi legali finnici a Helsinki. Venerdì scorso, il governo spagnolo aveva reiterato un mandato di arresto internazionale per Puigdemont, ricercato in base ad accuse di sedizione, ribellsione e peculato. La Spagna, perciò, aveva inviato alle autorità finniche la richiesta di detenere in custodia Puigdemont, ma la richiesta era stata scritta in spagnolo, cosa che ha suscitato ritardi. Nel frattempo, Puigdemont aveva già lasciato Helsinki.

In una dichiarazione rilasciata domenica, il portavoce di Puigdemont afferma: “Puigdemont è detenuto in Germania da quando ha superato il confine dalla Danimarca, in viaggio verso il Belgio. È stato trattato bene ed ora si trova in una stazione di polizia. Era sulla strada verso il Belgio, dove avrebbe dovuto essere, come sempre a disposizione della autorità giudiziaria belga”. A sua volta, il vice procuratore capo dello Schleswig-Holstein, Ralph Dopper, ha detto che è in corso di accertamento la possiblità che Puigdemont venga posto in attesa di estradizione, giudizio che sarà annunciato lunedì.

In Spagna non sono mancate le reazioni politiche. Albert Rivera, leader di Ciudadanos, partito centristra, ha affermato che “la fuga del sediziono volge al termine. Non può esserci umpunità per coloro che cercano di distruggere la democrazia europea, il diritto, la coesistenza e fanno un uso ingannevole del denaro pubblico”. Gli ha replicato immediatamente la portavoce di Puigdemont in Catalogna, Elsa Artadi: “non vi è alcuna garanzia di giustizia in Spagna, solo vendetta e repressione”.

Di fatto, Puigdemont rischia una condanna a 25 anni di carcere, con accuse pesantissime, ribellione, sedizione per aver organizzato un referendum illegale per la Catalogna, che poi ha condotto alla dichiarazione di indipendenza lo scorso ottobre. E in ogni caso, secondo le regole del mandato di arresto europeo, la Germania ha fino a 60 giorni per decidere se estradare l’ex presidente catalano in Spagna. Qualora, invece, Puigdemont accettasse di essere processato, la decisione viene assunta entro 10 giorni. Tuttavia, va anche aggiunto, che sia il presidente che gli altri accusati possono essere estradati solo per i reati considerati comuni e non politici, come ad esempio la distrazione di fondi pubblici e il peculato. La stessa Germania, dunque, può estradare i sospetti solo in base a reati punibili per il Diritto penale tedesco. La decisione viene assunta dalla sola autorità giudiziaria, senza alcuna interferenza politica. La Germania non contempla il reato di ribellione, ma solo quello di attentato all’ordine costituzionale, con una pena che va dai 10 anni all’ergastolo, mentre il reato di sedizione è stato eliminato dal Codice penale tedesco fin dagli anni Settanta.

Da ricordare infine che venerdì scorso il giudice dlla Corte Suprema spagnola, Pablo Llarena, aveva disposto il rientro in carcere per Jordi Turull, terzo e ultimo candidato al posto di presidente catalano, insieme con altri quattro esponenti di spicco del movimento indipendentista. Hanno raggiunto in carcere Riol Junqueras, leader della Sinistra repubblicana, ed altri membri già detenuti nelle carceri madrilene.

Share