Giunge al termine la campagna elettorale. Cosa accadrà dopo il 4 marzo. Il Cattaneo conferma: Pd e Forza Italia hanno occupato gli spazi informativi della Rai

Giunge al termine la campagna elettorale. Cosa accadrà dopo il 4 marzo. Il Cattaneo conferma: Pd e Forza Italia hanno occupato gli spazi informativi della Rai

La campagna elettorale per le elezioni politiche e regionali (Lazio e Lombardia) di domenica 4 marzo ha le ore ormai contate. Terminerà infatti alla mezzanotte di venerdì 2 marzo, poi (qualcuno esclamerà a questo punto “finalmente!”) il consueto sabato “di riflessione” e infine domenica il voto degli italiani, dalle ore 7 alle ore 23. Seguirà lo spoglio del Senato. Poche volte nella storia della Repubblica si è registrata un’incertezza così elevata e un’attesa così spasmodica, di certo alimentata dalla farraginosa legge elettorale, che di certo non consentirà di avere una maggioranza certa e coerente, nonostante i proclami di qualche mese fa da parte dei partiti che hanno votato il Rosatellum (Pd, Forza Italia, Lega e centristi).

I passaggi istituzionali dopo il 4 marzo e le previsioni impossibili sul governo

La verità è che nessuno può immaginare cosa davvero uscirà dalle urne domenica notte, neppure il più dotato ed esperto dei sondaggisti, messo a dura prova da un infernale meccanismo, la cui unica certezza è il sistema dei collegi uninominali all’inglese dove chi ha un voto in più degli altri vince il seggio. Ma essi rappresentano appena un terzo degli eletti in Parlamento, mentre i restanti due terzi saranno attribuiti, in modo non elementare, da un algoritmo. Ciò che risulta evidente, in quest’ultimo caso, è che avrà luogo un vero e proprio tradimento degli elettori. Perciò, prima ancora di parlare di quel che accadrà nel futuro prossimo, di fare valutazioni astratte, a partire dal 23 marzo, data della proclamazione degli eletti, sarebbe meglio tenere ben presente l’estrema difficoltà che il Rosatellum propone proprio nella definizione degli eletti. Sarà dunque innanzitutto la formazione dei gruppi parlamentari a dare un’indicazione su come ci si muoverà nell’immediato. Poi, arriverà l’elezione dei presidenti delle Camere. E solo dopo questi due passaggi istituzionali, la parola sarà affidata al Presidente della Repubblica Mattarella per l’incarico da affidare al prossimo presidente del Consiglio. L’incertezza è talmente elevata che sarebbe saggio e ragionevole accantonare gli interrogativi sulle alleanze, e prendere quel pochissimo di buono che il Rosatellum ci consegna, ovvero quel ritorno parziale al sistema proporzionale che garantisce almeno la rappresentanza.

La Costituzione è stata costruita su un sistema proporzionale che tenga presenta la rappresentanza, non sul feticcio della governablità

I lettori di questo quotidiano sono già al corrente della nostra posizione: un voto a sinistra, per la sinistra, senza farsi incantare dalle sirene del “voto utile”, perché proprio la composizione del nuovo Parlamento avrà bisogno di più sinistra, che sarà di certo un argine a tentativi di intese spurie, “larghe” o “corte” che siano. Dal 1994, col Mattarellum, ad oggi, col Rosatellum, passando per il Porcellum, gli italiani hanno praticamente dimenticato la necessità di tornare compiutamente al sistema proporzionale, con la garanzia della rappresentanza, anche perché la Costituzione del 1948 è stata scritta per quel sistema. Va ricordato, a Gentiloni ad esempio, che per la Costituzione ancora vigente l’Italia non è una Repubblica presidenziale, ma parlamentare, ed è il Parlamento che dà la fiducia ai governi e scrive le leggi, non il contrario. Negli ultimi 24 anni, invece, la governabilità è diventata il totem mitologico che alcune forze politiche (tra tutte, il Pd e Forza Italia più Lega) hanno usato per tradire la volontà degli elettori, rendendo di fatto milioni di voti espressi liberamente del tutto inutili. E in ogni caso, per effetto di una prassi ormai consolidata negli ultimi anni, il trasformismo ha mandato in soffitta la promessa di eliminare nel Parlamento la proliferazione dei partiti presente durante decenni della cosiddetta Prima Repubblica. Una Costituzione proporzionalista si è scontrata con leggi a impronta maggioritaria, spesso incostituzionali: ecco perché più volte la Consulta è stata costretta a ribadirlo. Ora, col Rosatellum, si ripropone la stessa minestra preriscaldata. Ecco perché è importante che domenica 4 marzo si voti tenendo presente il dato costituzionale proporzionale, senza lasciarsi attrarre da discorsi fuorvianti. Votare i candidati a sinistra e di sinistra diventa così una sorta di obbligo perfino costituzionale, se mi si lascia passare l’iperbole.

L’Istituto Cattaneo: Pd e Forza Italia hanno occupato la maggior parte degli spazi informativi della Rai

Un’altra certezza la fornisce l’Istituto Cattaneo ed è relativa alla vera e propria occupazione degli spazi informativi nella tv pubblica da parte del Partito democratico e di Forza Italia. E’ stato il Partito democratico, rileva l’Istituto Cattaneo, a ricevere la quantità maggiore di tempo nei programmi della Rai dedicati all’informazione politica (talk show, telegiornali, rubriche di approfondimento e altri programmi di infotaintment). Il tempo assegnato agli esponenti del Pd è equamente distribuito tra i tre canali della Rai, con una presenza leggermente più pronunciata su Raiuno. Se il Pd è il partito che riceve più copertura mediatica e spazio televisivo nei tre canali Rai considerati congiuntamente, Forza Italia è invece quello maggiormente presente sugli schermi di Raiuno, dove raccoglie oltre il 25% di tutto lo spazio assegnato agli interventi politici. Complessivamente il partito di Berlusconi, emerge dallo studio, è il secondo in termini di copertura televisiva sulle reti Rai, pur risultando meno presente su Raitre, dove gli esponenti di Forza Italia ricevono il 17,9% del tempo sul totale. Con questi dati, fa ancora meraviglia che qualcuno paventi un accordo pre-elettorale tra Renzi e Berlusconi? Fa ancora meraviglia chi sostiene che in fondo “l’uno o l’altro per me pari sono”? Altro che larghe intese, la Rai ha ucciso ogni forma di rappresentazione democratica del sistema dei partiti e della campagna elettorale.

Grasso: “votare la snistra affidabile e responsable”. Boldrini: “non se ne parla di larghe intese”

Date queste premesse, fa pertanto bene il leader di Liberi e Uguali, Pietro Grasso, dopo qualche incertezza dei giorni scorsi, a concentrare i discorsi delle ultime ore di campagna elettorale sul tema dell’identità a sinistra della lista.  “Noi siamo per le proposte serie e concrete”, ha detto il leader di Leu, Pietro Grasso, indicando fra le diverse priorità il lavoro e il diritto alla salute e allo studio, che deve “essere garantito”. “Abbiamo un’affidabilità” che non si vede “negli altri partiti”, ha anche detto. Ed ha criticato chi per 25 anni “non è riuscito a realizzare quello che prometteva” ma anche il jobs act e la “buona scuola che buona non è” e la politica dei 5 Stelle. “Per chi bisogna votare? Per chi dia una sensazione di affidabilità e concretezza e soprattutto per la sinistra che siamo noi”, ha detto ancora. E Laura Boldrini ribadisce in un’intervista al Corriere della Sera che “se ci sarà bisogno di una nuova legge elettorale se ne occuperà il Parlamento, ci confronteremo con le altre forze politiche. Ma di governi di larghe intese non se ne parla. Le persone ti votano per portare avanti il tuo programma, non quello degli altri”.

 

 

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