
La storia si ripete. Sulla scia dei recenti episodi di violenza verso il personale scolastico, partendo a inizio febbraio dal sedicenne di Acerra che ha ferito gravemente al volto la professoressa; al fatto più vicino, risalente allo scorso sabato, che ha visto un padre arrabbiato aggredire il vicepreside dell’istituto Murialdo di Foggia frequentato dal figlio, giunge notizia di un altro ennesimo caso verificatosi a Piacenza.
‘In prognosi riservata per sette giorni’ sarebbe stato il referto dei medici nei confronti dell’insegnante aggredita, una donna vicina alla pensione, presa a pugni al braccio da un alunno di prima media, perché “troppo distratta a guardare altri compiti”, avrebbe poi dichiarato il colpevole. “Questa è la punta dell’iceberg – ha spiegato la preside della scuola media della Val Nure – Il ragazzino si era già reso protagonista di altre intemperanze, ad esempio aveva costruito un rudimentale aggeggio con il quale dava la scossa ai suoi compagni e aveva fatto esplodere dei petardi nel doposcuola pomeridiano”. Questo gesto è costato all’undicenne piacentino una sospensione di 15 giorni con obbligo di frequenza. Allo stato attuale, il periodo punitivo risulta già scontato poiché l’accaduto, del quale si è venuti a conoscenza soltanto in questi giorni tramite il quotidiano “Libertà”, risale al 30 gennaio scorso.
Non si tratterebbe di un caso isolato. In provincia di Parma e di Piacenza gli insegnanti non sono nuovi a queste situazioni di bullismo e di cattiverie e, di fronte al loro ripetersi, hanno deciso di non restare in silenzio: “Chiediamo di perseguire duramente i responsabili: i genitori rispondano delle azioni dei figli – ha dichiarato il coordinatore Salvatore Pizzo – È grave il fatto che uno studente aggredisca il proprio insegnante che in quanto tale rappresenta anche l’autorità statale. Trattandosi di un soggetto minore dei 14 anni egli non è perseguibile penalmente ma certamente i genitori (o chi per essi) rispondono verso terzi dei danni prodotti dai loro figli” e ha avvertito di voler tirare in ballo le competenti sedi giudiziarie affinché quanto afferma venga messo in pratica.
È scattata la segnalazione dell’accaduto anche ai Servizi sociali del Comune di residenza dell’alunno, in seguito alla quale è stato avviato un programma educativo a cui saranno sottoposti tutti gli studenti, previo consenso dei genitori. “Gli studenti stanno impatando quello che sarà il loro bagaglio da adulti – ha dichiarato a questo proposito il dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo della Val Nure, Teresa Andena – Il discorso è che ci possono essere dei momenti di conflitto, in un’ottica educativa, ma devono essere affrontati e portare ad adulti formati. Non a caso da tre anni a questa parte in Emilia Romagna si fanno dei corsi di formazione sugli insegnanti per gestire i comportamenti problematici”.
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