Lavinia Flavia Cassaro, maestra precaria a Torino, usata per afferrare qualche voto. Eppure ha detto parole chiare sul rischio neofascista. Sarà licenziata per questo?

Lavinia Flavia Cassaro, maestra precaria a Torino, usata per afferrare qualche voto. Eppure ha detto parole chiare sul rischio neofascista. Sarà licenziata per questo?

Cosa non si farebbe pur di raggranellare qualche voto, magari dei poliziotti, a pochi giorni dalle elezioni del 4 marzo. Tra ieri e oggi è stato un profluvio, dalle larghe intese, di denunce e comunicati stampa apparentemente indignati contro una insegnante di Torino, Lavinia Flavia Cassaro, colpevole di aver pronunciato frasi che alcuni hanno considerato ingiuriose contro i poliziotti. Il fatto è e andato in onda su Matrix, proprio mentre c’era Matteo Renzi: la telecamera del programma si è concentrata su quella persona, che di mestiere fa l’insegnante presso l’istituto comprensivo Leonardo Da Vinci di Torino, mentre si trovava nel corso di una manifestazione antifascista. Usando una frase evidentemente iperbolica e paradossale, la signora Cassaro ha detto, contro le forze di polizia che in assetto antisommossa, dividevano il corteo antifascista dai militanti di Casapound: “vigliacchi mi fate schifo dovete morire”, e poi ai microfoni di Matrix ha ribadito il concetto: ”Certo, ho detto quelle parole perché loro stanno proteggendo i fascisti, e perché un giorno potrei trovarmi un fucile in mano a lottare contro questi individui”. Talmente evidente il senso iperbolico della frase, che non ci sarebbe nulla di cui meravigliarsi, né indignarsi E invece, si è scatenato l’inferno su di lei.

In sintesi, Matteo Renzi ha scagliato la prima pietra, irridendo la “educatrice” e chiedendo alla ministra Fedeli di licenziarla. Ne è seguito un profluvio di note, comunicati stampa, dichiarazioni che hanno accomunato nella condanna, e con le stesse parole, Gasparri (Forza Italia) e Anzaldi (Pd), la ministra Fedeli e il leghista Calderoli, e diversi altri esponenti politici delle stesse formazioni, in una sorta di “larghe intese” tutto “legge e ordine”. Insomma, la maestra Cassaro, precaria, non può e non deve insegnare. Perché? Ha detto quelle cose nell’esercizio delle sue funzioni docenti? No. Ha inveito contro altri colleghi? No. Ha commesso atti contrari all’etica scolastica? No. E allora cosa c’entra la libera espressione di un pensiero, sia pure iperbolico, con il licenziamento? Nulla, assolutamente nulla. Ma evidentemente i seguaci delle larghe intese “law and order” hanno creduto che condannando la maestra, licenziandola, avrebbero ottenuto la simpatia, e il voto, di qualche poliziotto. Invece, col baccano mediatico, con la costruzione mediatica di un nemico che non c’è, hanno creato un pericoloso precedente: chiunque, dipendente pubblico o privato, fosse “beccato” a dire qualcosa di “oltraggioso” (in modo del tutto decontestualizzato) non solo verrebbe denunciato, ma correrebbe anche il rischio del licenziamento, per provvedimento disciplinare. Matteo Renzi è consapevole di quanto ha scatenato? Crediamo di no. Anzi. Sulla vicenda ha scatenato i suoi pretoriani, che hanno perfino stigmatizzato la vicinanza della signora Cassaro ai movimenti antifascisti (ma pensa te…) e No Tav.

Naturalmente, la signora Cassaro ha cercato di difendersi da questa vera e propria via crucis mediatica. Lo ha fatto con parole molto significative. “Mi hanno estorto dichiarazioni a caldo. Mi hanno denunciato per oltraggio a pubblico ufficiale, ma anche io sono un pubblico ufficiale. Non auguro la morte al singolo poliziotto ma a tutto l’apparato statale militare connivente con i fascisti. Auguro la morte al sistema fascista che i poliziotti stanno difendendo. E’ in atto una campagna di criminalizzazione dell’antifascismo da parte dei giornalisti”. Poi ha aggiunto: “Se volevate ottenere il mio licenziamento state sereni che ci sarà. Il fascismo sta ponendo le basi per prendere potere, grazie al silenzio e alla connivenza di tutti. O lo assecondiamo oppure paghiamo a costo della vita. Se vanno al governo i fascisti si deve ricorrere alla violenza, l’antifascismo non si può fare con i fiori e neppure più con la cultura”. Nelle parole della maestra si intravvede la luna, ovvero il rischio concreto che movimenti neofascisti e neoautoritari possano farsi largo nell’indifferenza generale, mentre nelle denunce contro di lei si vede il dito, l’attacco presunto alla polizia, questa è la verità.

Infine, leggiamo che la signora Cassaro è stata indagata dalla Procura di Torino, per istigazione a delinquere, oltraggio a pubblico ufficiale e minacce: il fascicolo è affidato al pm Antonio Rinaudo, mentre l’Ufficio scolastico regionale del Piemonte informa di avere notificato, giovedì, il provvedimento disciplinare. La sanzione è stata prospettata “in considerazione della gravità della condotta tenuta dalla docente”. Inutile aggiungere commenti.

Un’ultima doverosa annotazione: la signora Cassaro è un’autentica antifascista ed è una persona che evidentemente ama la Costituzione democratica. Come si può mettere in dubbio la sua onestà intellettuale quando la insegna ai suoi alunni? Questa è la grande inspiegabile contraddizione nella quale sono caduti tutti i suoi detrattori.

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