Wall Street in ripresa. Il denaro non dorme mai, anche quando l’occupazione cala. E Trump esulta

Wall Street in ripresa. Il denaro non dorme mai, anche quando l’occupazione cala. E Trump esulta

Poco importa che l’occupazione americana abbia frenato nel dicembre scorso, creando meno posti di lavoro del previsto. Gli investitori a Wall Street non se ne sono preoccupati permettendo agli indici di proseguire la loro corsa in territorio record. Il Dow Jones Industrial Average si prepara a chiudere la giornata per la seconda volta sopra i 25.000 punti, l’S&P 500 per la terza oltre i 2.700 punti e il Nasdaq Composite per la quarta sopra i 7.000.

Il tutto succede dopo un 2017 che è risultato l’anno migliore dal 2013 per l’azionario americano. Se per l’indice delle 30 blue chip ieri aveva previsto un rialzo di un altro 20% a 30.000 punti, oggi Donald Trump è tornato a vantarsi della corsa a Wall Street. Secondo il presidente Usa, il merito è solo suo e della sua agenda improntata al motto “Make America Great Again”. Su Twitter ha scritto che “sono stati creati sei mila miliardi di dollari di valore”. L’ottimismo per il passaggio della maggiore riforma fiscale dagli anni ’80 ha certamente portato fiducia, ma va detto che anche la crescita economica globale e gli utili societari della Corporate America in buona salute spiegano l’andamento dell’azionario.

Il tutto con una banca centrale che in Usa non vuole sorprendere nessuno portando avanti la normalizzazione “graduale” della sua politica monetaria. Il Dow sale di 89,6 punti, lo 0,36%, a quota 25.164. L’S&P 500 aumenta di 7,89 punti, lo 0,29%, a quota 2.731. Il Nasdaq aggiunge 39,46 punti, lo 0,56%, a quota 7.117,71. Il petrolio a febbraio al Nymex si sgonfia dopo avere raggiunto i massimi di tre anni: cede l’1% a 61,38 dollari al barile. A livello settimanale, il Dow e’ in rialzo dell’1,8%, l’S&P 500 del 2,3% e il Nasdaq del 3,2%; negli ultimi due casi, si tratta della migliore performance settimanale da un anno.

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