Siria. Medici senza frontiere denunciano attacchi aerei turchi contro un ospedale: almeno 5 i morti. Fratoianni, LeU: “anche armi italiane usate contro siriani”

Siria. Medici senza frontiere denunciano attacchi aerei turchi contro un ospedale: almeno 5 i morti. Fratoianni, LeU: “anche armi italiane usate contro siriani”

Alle 10.20 circa di lunedì 29 gennaio, l’ospedale di Owdai (noto anche come al-Ihsan) nella città di Saraqab, nel governatorato siriano di Idlib, è stato colpito da due attacchi aerei che hanno distrutto parte dell’edificio. I morti sono stati almeno cinque, tra cui un bambino, e la clinica è stata chiusa a tempo indefinito. Lo ha riferito il direttore dell’ospedale a Medici Senza Frontiere (MSF), che supporta la struttura donando medicine e forniture mediche per il reparto d’urgenza, fa sapere l’organizzazione in una nota. Altri membri dello staff medico hanno raccontato che il primo attacco ha colpito la sala d’attesa e il secondo l’area antistante l’ospedale, distruggendo un’ambulanza che era parcheggiata all’esterno. L’attacco è avvenuto mentre in ospedale stavano arrivando i feriti di un precedente attacco aereo, che circa un’ora prima aveva colpito il mercato principale di Saraqab, uccidendo 11 persone, sempre secondo il direttore dell’ospedale.

“Quest’ultimo incidente dimostra la brutalità con cui l’azione medica si trova sotto attacco in Siria. Il fatto che questo attacco abbia colpito una struttura medica mentre stava ricevendo pazienti da curare è particolarmente grave ed è una chiara violazione del diritto internazionale umanitario”, ha detto Luis Montiel, capo missione di MSF in Siria settentrionale. “La popolazione in questa zona sta subendo nuove difficoltà e i bisogni medici verosimilmente aumenteranno. La chiusura dell’ospedale di Owdai avrà un serio impatto su persone già vulnerabili”, ha aggiunto Montiel di MSF. L’ospedale da 18 posti letto di Owdai è l’unico ospedale pubblico nel distretto di Saraqab e serviva una popolazione di 50mila persone. Prima dell’attacco aveva un pronto soccorso e un ambulatorio e forniva chirurgia generale e traumatologica. L’ospedale forniva una media di 3.800 consultazioni mediche al mese. “Anche se sono chiaramente proibiti dal diritto internazionale umanitario, gli attacchi contro le strutture mediche restano comuni in Siria e i servizi sanitari sono subiscono conseguenze gravissime”, ha detto Montiel di MSF.

Fratoianni denuncia: “armi italiane in mano turca usate contro la popolazione siriana”

Il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, di Liberi e Uguali, denuncia un clamoroso caso di “coinvolgimento dell’industria bellica di Stato italiana nell’illegittima aggressione che il regime di Erdogan sta conducendo in queste ore contro le popolazioni curde della Rojava. “Segnalo un documento video, diffuso dall’Ufficio Stampa delle YPG, le unità di autodifesa della popolazione curda nelle regioni del Nord della Siria, che mostra come gli elicotteri da combattimento T129, realizzati dalla TAI (Tusas Aerospace Industries) su licenza dell’Augusta Westland, oggi Leonardo (Finmeccanica), siano stati impiegati dal Land Forces Command dell’esercito turco per attaccare dal cielo nelle ultime ore villaggi e paesi nel cantone di Afrin”. “Si tratta – prosegue il leader di SI – del micidiale Mangusta, in codice AW129. Nel settembre 2007 la Turchia ne ha acquistati 51 dall’Augusta Westland, già allora controllata dall’industria bellica di Stato Finmeccanica (poi diventata Leonardo). E i primi velivoli, prodotti nello stabilimento di Vergiate, sono stati inviati nel 2013 per l’assemblaggio finale curato dalla Tai. Oggi queste macchine di morte sono impiegate in una sporca guerra d’aggressione contro le regioni autonome della Rojava, con la quale Erdogan colpisce proprio quelle comunità curde e quelle forze che sono state protagoniste nella lotta al terrore integralista dell’ISIS, dalla liberazione di Kobane fino alla sconfitta del sedicente Califfato a Raqqa”. “In nessun modo – conclude l’esponente di Liberi e Uguali – il nostro Paese deve continuare a rendersi complice degli interessi del regime turco in Siria, là dove agisce fianco a fianco dei terroristi. Oggi i nostri parlamentari chiederanno conto di quanto sta avvenendo al presidente del Consiglio Gentiloni e ai ministri Alfano e Pinotti: l’Italia deve immediatamente interrompere qualsiasi fornitura bellica alla Turchia e sospendere ogni programma di cooperazione militare. Il Governo italiano, insieme agli altri Paesi dell’Unione europea, deve invece impegnarsi da subito per porre fine all’aggressione di Erdogan contro la Rojava e sostenere le comunità impegnate per la pace e l’autodeterminazione dei popoli di quest’area”.

Share