Repubblica Ceca. Elezioni presidenziali. Rivince Milos Zeman, islamofobo e antieuropeista, acceso sostenitore del Gruppo di Visegrad contrario ai migranti in Europa

Repubblica Ceca. Elezioni presidenziali. Rivince Milos Zeman, islamofobo e antieuropeista, acceso sostenitore del Gruppo di Visegrad contrario ai migranti in Europa

Il presidente ceco uscente, il filorusso Milos Zeman, è stato ufficialmente rieletto, battendo di quattro punti percentuali l’ex direttore dell’Accademia delle scienze (filoeuropeista) Jiri Drahos.  Zeman è stato riconfermato sul filo di lana ottenendo il 51,55% dei voti contro il 48,44% dello sfidante Drahos con il 99,32% delle schede scrtunate. Lo riferisce la tv di Stato. Risultato che evidenzia la polarizzazione della società ceca divisa a metà tra la popolazione delle campagne, populista, e quella urbana, favorevole ad una maggiore integrazione e liberale. Il 73enne Zeman rappresenta gli elettori delle zone più povere ed arretrate con un livello inferiore di educazione, mentre l’intellettuale e politicamente neofita 68enne Drahos, si rivolgeva ai più benestanti e istruiti delle realtà urbane, secondo gli analisti locali.

La vittoria di Zeman avviene in un momento delicato per Praga che vede il suo premier, eletto a novembre, il miliardario populista Andrej Babis sotto inchiesta con l’accusa di aver frodato l’Ue per 2 milioni di euro e quindi ostacolato nell’impresa di formare un governo. Ciò benché sia in carica dal 6 dicembre scorso. Zeman è noto in Europa per la sua accesa islamofobobia e per l’opposizione alle politiche Ue – fallimentari – di riallocazione dei migranti giunti in Italia e Grecia. E alla fine Praga ha vinto: su 10,6 milioni di abitanti ne ha accolti, anche contro voglia, solo 12. Proprio la sua posizione anti immigrati che dopo lo tsunami che si riversò in Europa dalla Turchia nell’estate del 2015, ha giocato a favore del semplice, anche rozzo, ma efficace messaggio politico di Zeman: “Fermiamo i migranti e Drahos (il rivale). Questo è il nostro Paese”. Peraltro anche il filo-europeo ma non politicamente miope Drahos si era opposto al sistema di assegnazione definito da Bruxelles di quote di migranti ma quantomeno aveva sostenuto che almeno 2.600 avrebbero sarebbero potuti essere accolti.

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