Roma. La sindaca Raggi incartata nel sacco della Befana. Rischia di saltare anche l’Assessore al Commercio Meloni

Roma. La sindaca Raggi incartata nel sacco della Befana. Rischia di saltare anche l’Assessore al Commercio Meloni
“Rivalità e gelosie tra le stanze di palazzo Senatorio? L’assessore al Commercio, Adriano Meloni, non lo esclude ma più che all’interno della giunta, casomai bisogna guardare alla maggioranza cinquestelle. Il suo rivale numero uno è Andrea Coia, presidente della commissione Commercio, con cui va avanti da tempo un aspro confronto in materia di ambulanti e che Meloni chiama «Coidicine». Coia più Tredicine, la nota lobby del commercio ambulante, che ha ripreso in mano le redini della festa di piazza Navona, favorita dalle nuove regole fatte dal Campidoglio e votate in Assemblea Capitolina nella delibera 30 relativa al nuovo regolamento del commercio su area pubblica e messa a punto proprio dal consigliere Coia, primo firmatario.
Adesso, rispondendo via Whatsapp ad alcune domande, l’assessore sembra non poterne davvero più. ‘Uno come me non lo hanno mai visto in Campidoglio. Sono sempre franco e trasparente. Evidentemente ci sono gelosie e persone a cui la mia franchezza da fastidio’. E le ultime discussioni con alcuni consiglieri hanno riguardato proprio la festa della Befana, l’esito della graduatoria con i Tredicine e parenti prossimi pronti ad allestire la metà dei posteggi commerciali, l’impasse sul piano di sicurezza (ancora da approvare) e il capitolo dei costi che gli operatori vorrebbero dividersi con il Comune mentre il bando specifica chiaramente come le spese siano a carico degli ambulanti. Insomma una somma di fattori che infastidisce non poco l’assessore Meloni. Lo spiega lui stesso in diretta da Ponte vecchio dove ha firmato un protocollo con Firenze, Milano, Venezia e Napoli per il turismo sostenibile”.
 
Non si arresta lo stillicidio di dimissioni, fughe e cacciate nell’Amministrazione 5Stelle
 
E’ con questa prefazione che il quotidiano romano il Messaggero, con un pezzo a firma Lorenzo De Cicco, assesta un nuovo colpo alla Giunta Raggi. Si tratta dell’ennesima frattura nella squadra di governo della capitale, che segue alle tante dimissioni, siluramenti e cacciate di altri amministratori, sia politici che delle cosiddette partecipate. Non riusciamo neppure a tenere il conto ed ecco allora, che per l’ennesima volta, c’è da registrare l’intervento risolutivo, nel bene o nel male, della sindaca Raggi che chiede al suo assessore, di ‘ritrattare’, lo aveva fatto anche in altre occasioni nel passato, con il titolare del Bilancio (due volte), con quello all’Urbanistica, con la titolare dell’Ambiente e con le fughe, o le sfiducie, dei manager in capo ad Ama, Atac e comunque, come detto nelle partecipate. Dall’insediamento della Raggi ad oggi, a far di conto registriamo, sicuri di non sbagliare, circa una dipartita al mese.
 
Ma l’ultima ha dell’incredibile, se vera. Proprio il partito-movimento che aveva fatto della cancellazione delle vecchie storture, secondo quanto scrive il Messaggero, rendendo pubbliche le affermazione dell’assessore al Commercio, Adriano Meloni, cade nella sacca della Befana? Ci auguriamo di no e registriamo la durezza dell’intervento della Raggi nei confronti del suo assessore, molti nel Palazzo Senatorio giurano che il titolare al Commercio abbia le ore contate. La sindaca ha preteso ed ottenuto una marcia indietro che puntualmente è arrivata.
 
La triste marcia indietro dell’assessore al Commercio dopo l’avvertimento della sindaca
 
 Ecco le parole diffuse da Meloni: “Non c’è alcun legame tra il M5S e la famiglia Tredicine, meno che mai in merito all’organizzazione della Festa della Befana: chi scrive il contrario afferma il falso. Membri della famiglia Tredicine, infatti, hanno presentato ricorso al Tar contro il nostro bando e hanno criticato il nostro operato. Grazie a noi, chi intende partecipare alla gara per esporre e vendere in piazza Navona deve sottostare a criteri ben più rigidi rispetto al passato: abbiamo limitato fortemente l’incidenza dell’anzianità e, pertanto, favorito ricambio e rinnovamento degli operatori. A tal proposito, mi scuso con Andrea Coia, presidente della Commissione Commercio in Campidoglio, per alcuni spezzoni di una chat privata riportati dalla stampa: si tratta di parole sicuramente fuori luogo. Abbiamo lavorato insieme per la riuscita della manifestazione e continueremo a farlo”. Ma se alla Raggi potrebbero bastare, non si accontenta il presidente della Commissione Commercio del Campidoglio, Andrea Coia: “A livello politico va bene così, a livello personale devo valutare”. Chi invece si schiera, senza se e senza ma nella difesa dell’assessore è il potente presidente della Camera di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti: “Mi auguro che Meloni rimanga assessore. Con lui lavoriamo molto e molto bene”.

Il sarcasmo e le polemiche del Pd sul casus ‘Coiacine’
 
E, naturalmente, di fronte ad un piatto così ricco, le opposizioni, soprattutto il Pd, ci inzuppano abbondantemente. Sarcastica la consigliera Valeria Baglio: “Dopo le rivelazioni tardive dell’assessore Meloni mi chiedo chi butterà giù dalla torre ora la sindaca Raggi, l’assessore Meloni che si toglie i sassolini dalle scarpe o il consigliere ‘Coiacine’? O continuerà a tenerli tutti e due, come lascia presagire il silenzio di queste ore del Campidoglio, perseverando nel grande inganno che è il M5S? Il presunto accordo di cui parla nell’intervista l’assessore, tra il presidente della commissione Commercio, il pentastellato Andrea Coia, e i Tredicine, la famiglia di ambulanti, sulla Festa di piazza Navona, ci riporta indietro di decenni e affossa con poche parole l’immagine di Roma, la capitale d’Italia, dove anche le feste del Natale risentono dei diktat dei ‘soliti noti’. Tutto questo nel secondo anno di mancato governo della città del M5S, che aveva vinto le elezioni al grido di onestà e trasparenza!”.
 
Posizione identica anche per la collega di partito Tempesta, che si interroga sul futuro dell’assessore: “È molto semplice. Per giorni il Partito Democratico ha detto su Piazza Navona le cose che oggi l’assessore Meloni asserisce in una intervista su un noto quotidiano. Ci avevamo visto bene. Non solo, Meloni pare assista quasi impotente ai danni fatti dal presidente della commissione commercio. Siamo di fronte a fatti di una gravità inaudita: un bando del Comune, che notoriamente viene predisposto e redatto dagli uffici dell’assessorato, il cui esito viene messo in dubbio proprio dall’assessore della Giunta Raggi e per di più lo racconta ai giornali. Mi chiedo se hanno ancora il coraggio di parlare di onestà e merito o se, come al solito, risolveranno la questione dando il benservito all’assessore”. Così in un post su fb la consigliera del gruppo pd capitolino Giulia Tempesta.
Ma il nodo è che la Festa della Befana, visti i costi proibitivi del piano sicurezza, rischia di saltare
 
Sono circa “450mila euro più iva” i costi del piano sicurezza per la festa della Befana a piazza Navona e che saranno tutti a carico degli operatori, vincitori del bando, stando a quanto si è appreso da alcuni di coloro che hanno preso parte alla riunione fiume in Campidoglio con il presidente della commissione Commercio, Andrea Coia. In tutto sono una cinquantina gli operatori che sono risultati vincitori del bando, quindi i costi suddivisi tra tutti gli aggiudicatari di postazione, al lordo del costo per l’occupazione del suolo pubblico e di altre spese, come il servizio ambulanza, supererebbero i dieci-dodicimila euro cadauno, secondo le stime fatte dagli operatori. Costi tanto alti da poter indurre gran parte dei vincitori a fare un passo indietro. La proposta avanzata dall’amministrazione capitolina, stando a quanto hanno riferito gli operatori, è quella che il Campidoglio si faccia carico del costo del presepe, che si aggirerebbe attorno ai 150mila euro, e il suggerimento di reperire autonomamente un’altra società che possa offrire i servizi di sicurezza e ambulanza a un costo minore. “Siamo entrati nel merito delle difficoltà – ha commentato Coia lasciando Palazzo Senatorio – ma risolveremo entro lunedì o martedì al massimo. Bisognerà smarcare altri costi, per esempio sui banchi e gli operatori in questi giorni potranno ragionare sui costi”. Secondo molti dei vincitori, che hanno preso parte alla riunione, a meno che non cambi la posizione dell’amministrazione capitolina, gran parte degli operatori “sarà costretta a ritirarsi” causando la mancata realizzazione della festa. “Ora si dirà che la festa salta per colpa nostra, ma questo è un bando per le multinazionali non per i piccoli commercianti come noi – ha commentato un venditore – solo che non ce lo avevano detto, perchè non sapevamo a quanto ammontassero i costi per la sicurezza”. E se gran parte degli operatori dovesse ritirarsi? “In quel caso rischia di saltare” la festa della Befana “ma confido nella possibilità di trovare una soluzione entro martedì”, ha concluso Coia.
 
 
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