Il discorso di Pietro Grasso all’Atlantico Live, in chiusura dell’assemblea nazionale convocata da Mdp, Sinistra Italiana e Possibile.

Il discorso di Pietro Grasso all’Atlantico Live, in chiusura dell’assemblea nazionale convocata da Mdp, Sinistra Italiana e Possibile.

Pietro Grasso dà inizio al suo discorso all’Atlantic Live a Roma attorno alle ore 13, a conclusione di una giornata straordinaria e a suo modo storica, in cui si costruisce la lista unitaria, tenacemente voluta da Roberto Speranza, Mdp, Nicola Fratoianni, Sinistra Italiana e Pippo Civati, Possibile. C’è davvero tanta gente, dentro e fuori, al punto tale che è stata imposta la chiusura dei cancelli d’ingresso. “Che emozione essere qui con voi”, ha esordito commosso Pietro Grasso dal palco dell’assemblea unitaria. “Mi devo scusare con quelle migliaia di persone che sono fuori, scusateci ma non ci aspettavamo assolutamente questa bella adesione fin dal primo momento. Grazie per la fiducia”, dice, suscitando i primi scroscianti applausi. Poi prosegue entrando subito in medias res, al centro della sua scelta politica: “dare le dimissioni dal gruppo del PD è stata una scelta politica e personale frutto di una esigenza interiore che ha fatto tanto rumore. Ho ricevuto tante telefonate, mi hanno offerto seggi sicuri, Ho ricevuto tante telefonate, mi hanno chiesto di fermarmi un giro, mi hanno offerto di fare la riserva della Repubblica, mi dispiace ma questi calcoli non fanno per me”. Ed ecco la replica a chi lo avrebbe ammannito con “calcoli” errati: “serve un’alternativa all’indifferenza e alla rabbia inconcludente dei movimenti di protesta, alle favole bellissime che abbiamo sentito raccontare per decenni. E allora tocca noi offrire una nuova casa a chi non si sente rappresentato, difendere principi e valori che rischiano di perdersi, su lavoro, scuola, diritti e doveri. Tasse più giuste e progressive, una vera parità di genere. Una nuova proposta per il Paese. Per tutto questo io ci sono”.  La nuova casa e la nuova proposta sono le ragioni forti per le quali Pietro Grasso non solo ha deciso di uscire dal Pd, ma soprattutto di rappresentare con la sua storia professionale, personale e istituzionale la lista “Liberi e uguali”.

Pietro Grasso spiega di aver incontrato nelle missioni istituzionali anche “cittadini con la testa china e lo sguardo rassegnato. Sono il simbolo – dice all’Atlantico live – di una nazione che rinuncia al futuro. Il nostro compito è far rialzare lo sguardo. Restituire loro fiducia. Non chiedono altro che tornare a credere che sì, lo possiamo cambiare questo paese”. Grasso aggiunge che bisogna “scuotere l’Italia dal torpore senza lasciare indietro nessuno e costruire con l’ottimismo della volontà di gramsciana memoria un progetto visionario”. Aggiunge di aver visto all’Atlantico persone con la stessa sua determinazione, “ed altri ne arriveranno perché sarà – dice – un progetto aperto a tutti”. Per queste ragioni, aggiunge Grasso, “non può avere successo un uomo solo al comando, magari circondato da yes man ma io non ho nessuna intenzione di farlo”. Ecco perché “ho scelto bene i miei compagni di viaggio e state certi che altri ne arriveranno. Daremo vita a nuova alleanza fra cittadinanza attiva, forze di sinistra e cattoliche, democratiche e progressiste. Solo insieme possiamo cambiare il Paese”.

“Radicalità e totale discontinuità nei comportamenti e nei modi di fare politica e di praticarla”, dice il presidente del Senato. “Con coerenza anche da presidente del Senato ho continuato a far sentire la mia voce sui temi per cui mi sono impegnato. Ora in questo percorso – sottolinea – porto tutta la mia storia ma mai mi farò scudo del passato. Io e voi abbiamo la testarda convinzione che in questo momento deve prevalere lo spirito di servizio, la volontà di partecipare a qualcosa più grande di noi, la generosità di parlare a un pezzo di paese che si è allontanato e che si astiene”. Pietro Grasso parla poi di vera e propria “rivoluzione della generosità”, e non è un espediente retorico, o melodrammatico, ma racchiude segmenti importanti della storia stessa della sinistra, ma anche dei movimenti religiosi. Ecco perché “dobbiamo remare e veleggiare tutti insieme dalla stessa parte. Usiamo l’impegno per scuotere l’Italia dal torpore: facciamolo non lasciando indietro nessuno ma costruendo con l’ottimismo di gramsciana memoria un progetto visionario”. E inoltre, “oggi voglio parlare di giustizia sociale: oggi il mondo cambia in fretta. Comprendere e governare i processi è la ragion d’essere della politica, la sua prima funzione nella società. Basta con gli slogan, chiediamoci come ridurre le diseguaglianze a iniziare dal Mezzogiorno. Se ci perderemo in sterili polemiche, tatticismi, non riusciremo ad affrontare le grandi sfide del domani”, sottolinea.

Inoltre, aggiunge il presidente del Senato, “il nostro è un progetto più grande di come finora lo hanno raccontato e se ne accorgeranno presto. Non ci facciamo scoraggiare da chi parla di rischi di sistema, favori ai populismi, voto utile. L’unico voto utile è per chi costruisce speranze portando in Parlamento i bisogni e le richieste della metà d’Italia che non vota. Questo è il voto utile”. Ecco perché è importante ripartire dalla Costituzione, da qeull’articolo 3 che Grasso recita praticamente per intero: “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. L’articolo 3, sottolinea Grasso, “dice tutto quello per cui vale la pena lottare”. Inoltre, “vedo che ancora la Costituzione ha dei fans, mi fa piacere, sono gli stessi fans che l’hanno difesa e sono gli stessi che si mobiliteranno insieme a noi in questo percorso. Ora tocca a noi dimostrare che le istituzioni sono di tutti, che fare politica è un orgoglio e non un vergogna, ripartiamo dai principi fondamentali, è questa la nostra sfida”. Il discorso si prepara così al finale. L’articolo 3 della Costituzione parla proprio di libertà e uguaglianza, e del compito della Repubblica di eliminare gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana. Ecco perché il discorso di Pietro Grasso si chiude citando per ben tre volte, tra una vera e propria standing ovation, “liberi e uguali”, che è anche il nome della nuova lista. Per ora.

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