
Dopo l’incidente verificatosi in un tratto di rete in Austria gestito dall’operatore Gas Connect, il flusso di importazioni di gas dalla Russia è stato temporaneamente interrotto verso l’Italia ma la sicurezza del sistema sarebbe comunque garantita dagli stoccaggi messi a disposizione da Snam. Come previsto in queste situazioni, il Ministero dello Sviluppo Economico ha dichiarato lo stato di emergenza. E’ quanto si legge in una nota di Snam. Sulla base delle informazioni al momento disponibili, le forniture potrebbero riprendere già in giornata, se venissero confermate le prime indicazioni sull’assenza di danni alle infrastrutture di trasporto.
Tutto si è scatenato dopo l’esplosione di un terminal di gas a Baumgarten, nell’Est dell’Austria, che ha anche provocato un morto e 18 feriti. I numeri su vittime e feriti sono stati forniti dalla Croce rossa e dall’agenzia Apa. La situazione, dopo alcune ore di vera e propria emergenza, è tornata sotto controllo. In precedenza, tuttavia, la polizia aveva parlato di “60 feriti con diversi livelli di gravità”. Per ora non sono chiare le cause dell’esplosione. Il terminal di Baumgarten è il principale snodo per la distribuzione del gas che arriva in Austria dalla Russia e dalla Norvegia. Con una capacità di 40 miliardi di metri cubi, l’infrastruttura inaugurata nel 1959 è uno dei principali hug gasieri in Europa centrale e serve anche il Nord Italia.
“Oggi – ha detto il ministro dello Sviluppo Calenda – c’è stato un incidente in un punto di snodo del gas in Austria, per cui abbiamo un problema serio di forniture, in particolare sul tracciato austriaco che viene dalla Russia. Se avessimo il Tap, oggi non dovremmo dichiarare lo Stato di emergenza per questa mancanza di fornitura”. Il gasdotto che va dall’ Azerbaijan all’ Italia, “serve a diversificare queste forniture di gas”.
In casi come questi, spiegano al ministero dello Sviluppo Economico, la procedura per lo stato di emergenza scatta automaticamente ma “non c’è nessun problema di approvvigionamento” grazie agli stock esistenti. La situazione quindi, sottolineano ancora al Mise, è del tutto “sotto controllo”.
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