
Il nome di Monet evoca paesaggi incantati, immersi nel verde, con pennellate dolci e atmosfere evocative. Come perdere l’occasione di immergersi in tale bellezza? Ecco allora che a Roma, fino all’11 febbraio 2018, il Complesso del Vittoriano si trasformerà in un angolo di Normandia, ospitando una splendida mostra dedicata a Claude Monet. Si potranno ammirare 60 capolavori provenienti dal Musée Marmottan Monet di Parigi, che ben illustrano la sua pittura rarefatta “en plein air”, le sue Ninfee, i paesaggi creati nella villa di Giverny.
L’esposizione, curata da Marianne Mathieu, mette in mostra le opere che Monet conservava nella sua ultima dimora di Giverny e che il figlio Michel donò al museo. La mostra ripercorre il percorso artistico di Monet, mostrando le molteplici e varie sfaccettature del suo lavoro: dalle celebri caricature della fine degli anni 50 dell’Ottocento, ai paesaggi rurali e urbani di Londra, Parigi, Vétheuil, Pourville, fino ad arrivare alle tele dedicate agli splendidi fiori del suo giardino (rose, glicini, agapanti), al ponticello giapponese, alle ninfee e ai glicini.
C’è un lato intimo del pittore, che lo accompagnò in tutta la sua carriera e che emerge dalla mostra: “Monet, per paura che i suoi quadri non venissero capiti dal pubblico, preferiva tenere nascoste molte delle sue opere”, spiega il direttore del Marmottan, Patrick de Carolis. La sua ricerca, incredibilmente moderna, che ha dato il via all’impressionismo influenzando intere generazioni di pittori successivi, non veniva colta in pieno ed apprezzata dal pubblico francese. “Il sarcasmo suscitato nel 1874 dall’esposizione di “Impressione, levar del sole” è entrato nella storia – spiega la curatrice – ma anche le sue Grandi ninfee, dipinte tra il 1914 e il 1926 vennero criticate a lungo prima di essere innalzate al rango di icone”.
Grazie a questa mostra possiamo finalmente posare lo sguardo sull’intera ricchezza artistica di colui che Guy de Maupassant ha definito “non un artista, ma un cacciatore”, sempre alla ricerca di impressioni, pronto a restituirci ogni sfumatura della realtà, delle emozioni, dei sentimenti.
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