
Due leggende del tennis, Bjorn Borg, John McEnroe e una sfida definita la più bella del Novecento, la finale di Wimbledon, sono al centro del film Borg/McEnroe, del regista quarantenne danese Janus Metz Pedersen, in concorso al 12esimo Festival del Cinema di Roma, che ha vinto il Premio del Pubblico. Il film, un doppio biopic, a forti tinte psicologiche, è sopratutto la storia di un match, di un confronto, umano, prima che sportivo, tra i due tennisti.
Il regista ha dedicato 20 minuti secchi di match, diretti con la dovuta maestria, che ci regala immagini simboliche e emozioni irripetibili. Non c’è dubbio che la finale di Wimbledon 1980, vinta in extremis dopo una battaglia di due ore e mezza, con un 8 a 6, dallo svedese Borg, è stata una partita interminabile e indimenticabile, forse il momento più alto del tennis, che ha fatto la storia di questo sport. Nel film sono ben descritti i caratteri opposti dei due giocatori, ‘Fire and Ice’, ‘Fuoco e Ghiaccio’ come erano stati battezzati dai media. Il biondo Biorn Borg nato in un piccolo paese svedese, è glaciale, determinato, dotato di una volontà di ferro, che lo porta essere il numero uno. Algido, ma nel profondo un emotivo, al quale hanno imposto il controllo delle emozioni e una disciplina rigidissima.
L’americano John McEnroe, mitico con la sua fascetta rossa tra i suoi ricci rossi, è invece cresciuto a New York, è un ragazzo irascibile, un genio ribelle e collerico, incubo dei giudici di gara, spesso travolti da insulti, come il celebre «You cannot be serious». Opposti, tanto diversi, ma accomunati da un’ossessione unica; la vittoria e essere i primi. Nel corso delle loro carriere, si sono affrontati 14 volte in un arco di soli 4 anni (tra il 1978 e il 1981) con 7 vittorie per parte. La più bella rivalità della storia del tennis. L’imperturbabile campione svedese Bjorn Borg, è interpretato dal 29enne attore Sverrir Gudnason, l’irascibile John McEnroe da Shia LaBeouf. Il film uscirà nelle sale il 9 novembre.
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