
L’attenzione generale degli sportivi, più che alla ripresa del campionato, in questi giorni è stata rivolta all’esito del caso Tavecchio, il presidente della FIGC appiccicato alla poltrona, nonostante la figuraccia universale rimediata dall’Italia nella qualificazione ai mondiali 2018, fallita dopo ben 60 anni. Dopo un ripetuto invito generale a dimettersi e a non utilizzare furbesche quanto fragili scappatoie per continuare come se nulla fosse successo, Carlo Tavecchio, ha finalmente capito e nei primi minuti di Consiglio ha comunicato la decisione di tornarsene nella sua Ponte Lambro, non senza mancare di spargere veleni a destra e a manca, atteggiamento tipico e degno del personaggio. Una volta eliminati i principali colpevoli di questa disfatta, non è che siano stati risolti tutti i problemi che affliggono il calcio italiano che andrà non rimodulato ma rifondato, senza puntare, com’è successo in passato, sugli uomini in funzione delle alleanze ma su programmi precisi e definiti che tocchino prima la governance e poi il settore tecnico al quale affidare la missione sul campo. Entro 90 giorni verranno indette le elezioni per il nuovo Consiglio della Federazione e, prossimamente, si spera verranno nominati anche i presidenti delle due Leghe A e B; la fotografia attuale dell’Italia calcistica evidenzia l’aggravarsi della perdurante crisi a livello istituzionale che finora si è riflessa negativamente anche in campo internazionale dove non riusciamo più non tanto a vincere ma neppure a competere con società e squadre di altri paesi europei. Speriamo che lo scossone di s. Siro si possa rivelare salutare per una rinascita se non immediata almeno progressivamente concreta.
La ripresa del campionato, dopo la debacle azzurra, con tutti gli annessi e connessi, ha fatto passare in secondo piano i risultati di una scintillante 13esima giornata che hanno finito col presentare una classifica con importanti novità, la prima delle quali è la sconfitta della Juve, finita al terzo posto dopo l’Inter e con la Roma, vittoriosa nel derby, ad appena un punto, con il solito Napoli che consolida la posizione di testa.
Il Napoli, riveniente dall’inaspettato pari di Verona col Chievo, aveva la necessità di riprendere la marcia nonostante l’avversario fosse un Milan apparentemente in ripresa e c’è riuscito pienamente sotto il segno di Insigne che, sarà stato anche per sfogare la sua giusta rabbia per l’esclusione tricolore, ha sfoderato una delle sue migliori prestazioni non solo segnando ma anche deliziando con le sue personali invenzioni, piene di rammarico per i presenti, per quello che avrebbero potuto rappresentare anche in nazionale… Il Napoli, comunque, al di là della prova dello scugnizzo di Frattamaggiore, ha dominato tatticamente e, pur senza strafare, è riuscito a portare a termine un importante successo senza particolari affanni. Il Milan è stato a due facce: primo tempo vecchia maniera, farraginoso e deludente, ripresa più propositivo e con qualche trama di gioco ma nulla da far presagire un effettivo, reale, cambiamento in meglio. Questa è la sesta sconfitta del Milan su 13 partite e l’ennesima contro una grande, ora è a -11 dal programmato quarto posto. Tempi sempre più duri per il Diavolo ma Montella continua a manifestare il solito ottimismo ma i punti non lo confortano.
Dietro ai partenopei troviamo ora l’Inter che con una doppietta di testa del solito Icardi liquida l’Atalanta riproponendosi più che mai per la lotta al vertice anche grazie alla solidità della difesa che ha saputo neutralizzare sempre e bene le offensive dei bergamaschi. Nerazzurri al top.
La Juventus a Genova contro la Sampdoria, ai 90 minuti effettivi perdeva 3-0 e solo nei minuti di recupero, con due reti di cui una su rigore, riusciva ad evitare l’umiliazione ma non una sconfitta che rimane comunque pesante, relegandola in terza posizione a -4 dalla vetta, confermando i problemi difensivi. Allegri ha parlato di sfortuna e di squadra che una volta andata in tilt dopo il primo gol, è stata poco lucida e nervosa; ha trovato una super Sampdoria bene impostata che ha giocato meglio, ha segnato tre gol e ha vinto con merito, nonostante le distrazioni finali.
Roma-Lazio è stato un derby piacevole, una sfida vibrante, ricca di emozioni, con un primo tempo equilibrato e una ripresa nella quale è si è vista una Roma venuta fuori prepotentemente, contro la quale la Lazio nulla ha potuto. Questo risultato rilancia prepotentemente i giallorossi fra le prime ma non penalizza più di tanto la Lazio che comunque rimane sempre in buona posizione di classifica.
Degli altri risultati, spiccano le vittorie esterne del Genoa a Crotone e del Cagliari a Udine quasi a confermare che cambiare allenatore fa bene e, nel posticipo, del Bologna in casa del Verona.
In settimana riprendono le Coppe nella fase a gironi.
In Champions, martedi, Napoli-Shakhtar, mercoledi, Juventus-Barcellona e Atletico Madrid-Roma.
In Europa League, giovedi, Milan-Austria Vienna, Everton-Atalanta e Zulte W. – Lazio.
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