
Esplode, in tutta la sua gravità, la fuga di Sky dalla capitale. I cosiddetti processi innovativi, che dovevano portare il conflitto sindacale tra azienda e lavoratori in una sorta di concordato senza belligeranza, sono ormai passati alla triste realtà dei licenziamenti. La ‘delocalizzazione nazionale’ delle antenne e conseguentemente delle redazioni del colosso multimediale a Milano, ha lasciato a Roma una triste scia di disoccupazione. Quella di Sky è solo l’ultima fuga, la più evidente mediaticamente, che segue ad altri addii. Tra i tanti, quelli di importanti aziende della farmaceutica, dell’energia e dei trasporti. Ma oggi parliamo di Sky, partendo dalla denuncia fatta dalla Cgil romana e regionale, con il segretario Azzola e dalla Slc di Roma e del Lazio, con il segretario Saccone: “Altro che percorsi innovativi, piani industriali e social mitigation. Con l’invio delle lettere di licenziamento di ieri, i dirigenti di Sky hanno gettato la maschera e chiarito quello che era evidente a tutti sin dall’inizio: nessun piano innovativo ma solo la chiusura brutale della sede romana, declassata di fatto a mero ufficio di corrispondenza. Licenziando anche persone che avevano accettato un percorso di trasferimento a Milano – continuano – questa azienda ci libera finalmente da un equivoco: l’inadeguatezza infrastrutturale di Roma non c’entra nulla. Qui si tratta dell’arroganza di una multinazionale che ha deciso semplicemente di rivedere i propri assetti in Italia e, magari, liberarsi dei lavoratori con un costo più alto. Si tratta con tutta evidenza anche della risposta stizzita al pronunciamento del giudice del lavoro di Roma che ha condannato l’azienda per atteggiamento antisindacale nella gestione della vertenza. Altro che azienda moderna, queste sono reazioni da ‘padroni delle ferriere’. Noi andremo avanti con le nostre azioni sindacali e, soprattutto, legali – concludono i sindacalisti – Ci aspettiamo una presa di posizione chiara anche da parte del Governo al quale non dobbiamo certo ricordare come Sky sia titolare di licenze pubbliche”. Oltre che i sindacati, le reazioni politiche da registrare, alle 15 del pomeriggio, sono quelle del deputato di Sinistra Italiana Fassina e quello della parlamentare del M5S, Lombardi.
Fassina (Si): “Inaccettabile il comportamento di Sky. Calpestata la dignità delle persone”
Durissimo sul comportamento della multinazionale è Fassina: “Da Sky un comportamento inaccettabile. L’obiettivo sin dall’inizio erano i licenziamenti. Le lettere di licenziamento arrivate dall’azienda anche ai lavoratori e alle lavoratrici rassegnati a trasferirsi da Roma a Milano è la prova della strumentalità del piano industriale e dell’offerta presentata. Di fronte a una multinazionale arrogante che calpesta la dignità delle persone che lavorano che fa il Governo Gentiloni? Ribadiamo, come abbiamo fatto nei mesi scorsi, la richiesta di convocare azienda e rappresentanti dei lavoratori. Presentiamo interrogazione al Ministro Calenda”.
Lombardi (M5S): “Avevamo denunciato la situazione precaria della sede romana di Sky. Ecco l’innovazione…”
In linea anche la presa di posizione di Roberta Lombardi del M5S: “Lo scorso febbraio avevamo denunciato la situazione precaria della sede romana di Sky. L’azienda, infatti, nel mettere in atto il suo processo di ‘innovazione’ (come lo hanno definito i vertici del gruppo) non sembrava avere un progetto chiaro, ben definito. Il timore, ora divenuto realtà, era che tutto ciò si sarebbe tradotto in dei tagli al personale. Nelle settimane passate alcuni dipendenti hanno sostenuto dei colloqui individuali per trasferirsi nella sede di Milano, dal momento che l’alternativa era la perdita del posto. Peccato che Sky abbia valutato in modo negativo tutti questi colloqui, iniziando a consegnare – proprio nella giornata di ieri – le lettere di licenziamento ai lavoratori coinvolti. Le fonti sindacali parlano di circa 80 licenziamenti, la Sky parla di un numero più vicino alle 50 unità. La sola certezza è quella di un’azienda sana che non solo licenzia i propri dipendenti senza una vera motivazione, ma lo fa dopo averli illusi che un trasferimento da Roma a Milano gli avrebbe garantito il posto di lavoro. Un modo di agire ingiustificabile, che mi ricorda ancora una volta che il mio posto è dalla parte dei lavoratori”.
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