Ucciso a Subirats, 50 km a ovest di Barcellona, Younes Abouyaaqoub, l’autore dell’attentato di giovedì scorso a Barcellona

Ucciso a Subirats, 50 km a ovest di Barcellona, Younes Abouyaaqoub, l’autore dell’attentato di giovedì scorso a Barcellona

Il presidente della Generalitat catalana, Carles Puigdemont ha confermato in catalano e solo dopo in castigliano, la lingua parlata in Spagna, e poi anche in inglese, l’uccisione del 22enne marocchino Younes Abouyaaqoub, l’autore dell’attentato di giovedì scorso a Barcellona. Puigdemont ha ringraziato la polizia locale, Mossos d’Esquadra (peraltro a lungo in difficoltà nella gestione dell’attacco avvenuto sulle Ramblas, il viale che segna il centro turistico e commerciale di Barcellona, e poi nelle indagini) e per provare a smentire le evidenti divisioni tra Barcellona e Madrid emerse anche in questa tragedia, ha sostenuto di aver informato il premier spagnolo Mariano Rajoy.

Secondo fonti di stampa la cintura esplosiva indossata dall’uomo sarebbe falsa, come quelle dei membri del commando jihadista uccisi dalla polizia a Cambrils; solo dopo che il robot degli artificieri ha rimosso la cintura dal corpo è stato possibile iniziare le operazioni di identificazione dell’uomo, che giaceva faccia a terra. La conferma è arrivata dopo l’esame delle impronte digitali, dopo che stando a fonti di polizia riportate dal El Pais il riconoscimento facciale aveva indicato trattarsi del jihadista in fuga. L’operazione di polizia a Subirats tuttavia è ancora in corso, alla ricerca di eventuali complici di Abouyaaqoub: secondo la polizia infatti l’uomo si trovava nella zona per chiedere l’aiuto di un conoscente, ma non è chiaro se lo avesse già incontrato. Secondo quanto afferma la rete televisiva catalana Tv3 una donna avrebbe avvertito la polizia della presenza di un sospetto in un benzinaio di Subirats; all’arrivo degli agenti avrebbe urlato “Allah Akhbar” prima di essere colpito mentre un testimone intervistato da Tv3 ha affermato di aver sentito “una cinquantina di colpi”. Termina così la rocambolesca fuga di Abouyaaqoub, che si era allontanato a piedi dal luogo della strage – come testimoniano le immagini delle telecamere di sicurezza – attraversando un affollato mercato per raggiungere infine la zona univesritaria, dove ha aggredito e accoltellato a morte Pau Perez, l’uomo ritrovato all’interno del veicolo utilizzato dal jihadista per forzare un posto di blocco sulla Diagonal. La macchina era stata trovata parcheggiata vicino a un supermercato di sant Just Desvern, all’uscita di Barcellona, dove la polizia aveva perso le tracce di Abouyaaqoub.

Sembrerebbe quindi smantellata la cellula jihadista responsabile degli attentati, costati la vita ad almeno 15 persone: oltre a Abouyaaqoub, al volante del furgone che ha investito la folla della Rambla, la polizia ha abbattuto anche altri cinque jihadisti a Cambrils: i fratelli Mohammed e Omar Hyshami, Said Aallaa, Mussa Oukabir e il fratello di Abouyaaqoub, Hussain. Altre quattro persone sono in arresto: Mohammed Aallaa (fratello di Said), Sahal el Karib e Driss Oukabir, che aveva denunciato il furto dei documenti usati per il noleggio dei furgoni; e infine Mohammed Houli Chemial, unico sopravvissuto dell’esplosione di Alcanar e che sarebbe collaborando con gli inquirenti. Sotto le macerie sarebbero rimaste tre persone, fra cui Youssef Aallaa e il presunto ideologo della cellula, l’imam Abdelbaki es Satty.  La polizia catalana ha infatti confermato la morte dell’imam Abdelbaki Es Satty. Le prove del dna hanno confermato che Es Satty è una delle persone rimaste vittima dell’esplosione avvenuta mercoledì scorso nella località di Alcanar.

Share