
E’ sempre più crisi sul colle capitolino. Non basta il ribaltone della Sindaca Raggi nell’azienda della mobilità romana Atac, ribaltone che doveva certificare la pace nel movimento, con la nomina al vertice di Atac del supermanager Paolo Simioni (indicato dall’assessore del ‘lombardo-veneto’, Massimino Colomban, ormai ad un passo, anche lui dal lasciare l’incarico di assessore alle partecipate ndr), in tarda serata, come è costume dei 5 Stelle, si è consumato l’ennesimo dramma, ovvero la riconsegna della Delega al Patrimonio dell’Assessore Mazzillo, che tiene quella del Bilancio e scopre, incredibile ma vero, che la sindaca Raggi starebbe cercando in chat il suo sostituto. Tutto questo rimetterebbe in moto la dinamica dello sfaldamento della maggioranza monopartito, che nelle sue componenti avrebbe più di una difficoltà. Nulla è chiaro su quanto accadrà nelle prossime ore. Una riunione straordinaria di Giunta è stata convocata e, probabilmente durerà fino a tarda notte. Ecco quanto accaduto in tarda serata e che cerchiamo di raccontarvi proprio con le parole dell’Assessore Mazzillo: “Preso atto, attraverso una chat, dell’intenzione della sindaca di nominare altri due assessori: uno con delega ai lavori pubblici e l’altro con delega al Patrimonio e Politiche Abitative, senza avermi neanche informato, ho ritenuto di rimettere formalmente a disposizione della Sindaca le deleghe attinenti al Patrimonio già da stamattina. Ciò mi consentirà di concentrarmi, con ancor maggior impegno, per garantire la solidità dei conti di Roma Capitale in modo così da consentire alla Sindaca di attuare il programma di rilancio della Capitale”. Con questo stringato messaggio l’assessore al Bilancio capitolino Andrea Mazzillo rimette le sue deleghe al Patrimonio. Proprio nella mattinata di martedì, dopo un incontro sui vertici Atac, sembrava che il “caso Mazzillo” fosse rientrato scongiurando quindi un suo addio. Ma evidentemente non è stato così, ed allora, a questo punto, vista la durezza della nota stampa di Mazzillo, nelle prossime ore ci potrebbero essere ulteriori sorprese. Rimettere la delega al Patrimonio per Mazzillo, potrebbe essere solo l’inizio e la Raggi si troverebbe, questo non è affatto escluso, a dover rimpiazzare l’ennesimo Assessore, magari nominandone non due ma tre e questo sarebbe veramente un deciso cambiamento di rotta per il movimento che doveva alleggerire, dimagrire la macchina amministrativa di Roma Capitale. Ma adesso torniamo ad Atac.
Cambio al vertice a colpi di spallate nel M5S. Nessuno si fa male e tutti si fanno male
Ancora una volta si tratta di un braccio di ferro tra una parte, ormai residuale del Movimento 5Stelle, e della parte, invece, che si riconosce nel nuovo corso impresso dalla Raggi, che sempre più si è avvicinata a Beppe Grillo e Casaleggio jr. In buona sostanza una guerra senza feriti apparenti, ma con molte vittime politiche. Ecco la nota che detta la nuova linea e, manco a dirlo, viene redatta da quell’Enrico Stefàno, presidente della Commissione Mobilità del Campidoglio, che era stato chiamato in causa proprio dell’ex Dg di Atac, dimissionario (il terzo da quando governa Raggi Virginia ndr) proprio grazie alle spallate politiche scatenate da alcune esternazioni del manager. Ma ecco la nota diffusa da Stefàno: “Visioniamo i curriculum per il nuovo Cda e per il collegio sindacale. Come presidente e Ad è stato nominato Paolo Simioni, mentre nel ruolo di consiglieri sono stati scelti il dottor Cristiano Ceresatto e la dottoressa Angela Sansonetti”. Stefàno ha poi elencato i cinque membri del collegio sindacale, che saranno: “Fazi Valeria, Giovanni Palomba, Eugenio D’Amico, Giovanni Rossi e Pizzitti Fiorella” mentre rispetto all’ex AU Manuel Fantasia arriva il de profundis: “Era altamente qualificato come amministratore unico, quindi non è che sia o non sia qualificato, ma per il nuovo cda a tre di Atac servono competenze altamente specifiche nell’ambito dei trasporti”.
L’assessore Meleo: “Il nuovo Cda risponde alle esigenze di un’azienda di oltre 10mila dipendenti”
Ma, dopo un breve silenzio torna ad inondare le redazioni di comunicati (solo una decina, ma è giusto che riferisca ai cittadini ed agli organi di stampa, nella giornata del 1 agosto ndr) l’assessore alla Mobilità Linda Meleo, che ha partecipato alla seduta della Commissione di riferimento: “Nell’esame dei profili per il nuovo Cda di Atac il nostro obiettivo è stato individuare delle persone particolarmente competenti nel tema della gestione aziendale e dei trasporti. Siamo certi che la nuova configurazione del cda risponde alle esigenze di un’azienda di oltre 10 mila dipendenti. La scelta di passare a un organo collegiale e non mantenere l’amministratore unico è data dal fatto che Atac è un’azienda eccezionale che non può essere considerata nella media delle partecipate del Comune, perché ha oltre 10mila dipendenti ed è una realtà particolarmente complessa soprattutto nella parte industriale”. Poi la benedizione su Simioni, una replica di quanto aveva fatto in passato con altri nominati: “Simioni – fa sapere la Meleo – ha una ricchissima esperienza nella gestione delle aziende complesse e dei trasporti, nel settore ferroviario e anche del tpl a Roma e nelle partecipate del Campidoglio, dove in questi mesi è stato coordinatore del gruppo di lavoro. È un profilo veramente di alto livello e siamo certi che potrà contribuire in maniera fattiva per proseguire il lavoro di risanamento in maniera seria, decisa e univoca”.
Un grande rimpasto, decisamente poco in linea con l’ortodossia del M5S, quanto al taglio di poltrone, poltroncine e strapuntini
Gli altri due membri nominati nel Cda sono “Cristiano Ceresatto – ha spiegato Meleo – è un profilo di alto livello, è stato molti anni in azienda con funzioni di controller, è un elevato profilo con competenze tecniche. Anche la dottoressa Sansonetti ha esperienze molto forti e specifiche nel campo della consulenza aziendale e fa parte del cda di un fondo abbastanza rilevante che si occupa di problematiche complesse, e questo è importante anche per le innovazioni che Atac necessita”. Infine “anche nel collegio sindacale ci sono tutti profili di alto livello, per Atac volevamo quanto di meglio possibile per rilanciarla e farla funzionare come un’azienda normale”. Un grande rimpasto, dunque, che porta però alla moltiplicazione dei pani e dei pesci e poco vale ascoltare la Meleo che parla di mancata buonuscita per il ‘dimissionario’ Dg Rota, le poltrone, a meno che non siano senza costi, si moltiplicano in una logica decisamente estranea a quello che avevamo come percezione del M5S. Ma se va bene a Grillo, Casaleggio e Raggi Virginia, va bene così…
Dura la Filt Cgil: “Stato di confusione nell’amministrazione. Bisogna ripartire dai lavoratori”
Poi le reazioni, oltre che politiche anche sindacali, tra queste quella della Filt Cgil: “In meno di un anno abbiamo assistito all’ennesimo cambio al vertice di una delle più grandi aziende di trasporto italiane. Dimostrazione di un evidente stato di confusione che sembra ormai essere la caratteristica dell’operato della giunta capitolina. Una scelta dall’efficacia decisamente parziale quella di consegnare nella mani di un tecnico il governo di Atac se contestualmente la proprietà non provvede a esplicitare un progetto politico per rilanciare la mobilità romana. La politica deve mostrarsi fattivamente presente e non lasciarsi andare a chiacchere improduttive. In questi anni, in un’ottica legata ancora a vecchi schemi clientelari, Atac è stata spesso interpretata, da un certo pensiero politico, come uno strumento di consenso. Nulla è stato fatto per il suo rilancio, anzi. Una dirigenza spesso assente nella gestione e nel controllo ha consentito le più varie esternazioni a soggetti che avevano come finalità tutto fuorché il bene dell’azienda. Così, un’azienda allo sbando è stata di fatto mandata avanti da quei lavoratori e lavoratrici, oggi mediaticamente e fisicamente sotto attacco, che le hanno consentito di sopravvivere all’incuria e all’inerzia. Per quel che ci riguarda, siamo pronti a raccogliere la sfida per rilanciare Atac perché crediamo fortemente ci siano le potenzialità e le condizioni per un nuovo inizio che non deve essere però quello di regalare l’azienda a soggetti privati. Siamo convinti che il rinnovamento non possa che partire dal coinvolgimento dei lavoratori e delle lavoratrici di un’azienda unica regionale di trasporto”.
L’ex assessore alla mobilità Esposito fa i conti in tasca ai grillini: “I debiti con la banche scaricati sui romani”
Poi le reazioni della politica, e tra queste, quella dell’ex assessore alla Mobilità della Giunta Marino il parlamentare del Pd, Stefano Esposito: “I grillini fanno di tutto per non parlare della crisi Atac e degli inganni perpetrati dalla giunta Raggi in danno dei romani. Oggi la vicenda è stata puntualmente descritta su il Foglio. La ricostruzione svela come la giunta grillina abbia preferito privilegiare il pagamento dei debiti dell’Atac con le banche rispetto al debito dell’Azienda con il comune. In pratica se cade Atac, grazie agli artifici contabili dei Grillini, cade il Comune. Insomma è stato fatto un favore alle banche scaricando l’operazione sul bilancio del Comune e quindi sui romani. Su questo il silenzio dei Casaleggio Boys del Comune di Roma è tombale. Vorremmo poi capire se questa operazione, che è un arzigogolo contabile fatto solo per guadagnare tempo ma non per risolvere lo stato comatoso di Atac, serva solo a qualche privato per entrare nella vicenda senza rischio, visto che tutto è stato scaricato sulle spalle dei romani. In proposito la scelta di inserire Angela Sansonetti nel Cda, vista la sua esperienza nei fondi di investimento ha qualche cosa a che vedere? Aspettiamo chiarimenti immediati”.
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