Ong. Un sondaggio conferma la perdita di reputazione pubblica. Il successo dei fascisti, che volevano questo. Le strane alleanze law and order, Di Battista parla come Sallusti. Noi stiamo con MSF

Ong. Un sondaggio conferma la perdita di reputazione pubblica. Il successo dei fascisti, che volevano questo. Le strane alleanze law and order, Di Battista parla come Sallusti. Noi stiamo con MSF

Se mai vi fosse stato bisogno di una conferma, ecco il sondaggio che dimostra i guasti provocati dalla strategia di criminalizzazione delle Organizzazioni non governative Secondo Ixè, nel sondaggio presentato venerdì nel corso del trasmissione Agorà Estate (Raitre), in seguito al codice di condotta sulle ONG e dopo le inchieste della magistratura, il 39% degli italiani dichiara di aver cambiato in peggio il suo giudizio sulle ONG che si occupano di migranti. Il 12% dichiara di aver cambiato giudizio in meglio. Il 33% ha risposto di non aver cambiato giudizio. Il 16% dichiara di non saper rispondere. D’altro canto già il dottor Loris De Filippi, presidente di Medici senza frontiere, aveva detto durante un’altra trasmissione, In onda sul La7, condotta da Luca Telese, che è stata “sensibile” la riduzione dei contributi dei privati all’organizzazione umanitaria. Insomma, quasi la metà degli italiani ritiene le organizzazioni umanitarie quasi complici degli scafisti, e una quota di italiani, che prima lo facevano, ritengono di non dare loro più sostegno economico. Un applauso a coloro che hanno avviato la campagna anti-Ong, i neofascisti di Generazione identitaria, che puntavano proprio a questo risultato: al crollo della loro reputazione con conseguente taglio dei finanziamenti volontari. La campagna dei neofascisti è stata poi abbracciata dalla destra parlamentare e dai 5Stelle e da alcuni quotidiani, e ha condotto al Codice di condotta di Minniti, che è diventato un’imposizione, piuttosto che una libera scelta delle Ong. In tal modo si è consolidata, anche per effetto di una curiosa eterogenesi dei fini, una saldatura tra i fautori dell’ideologia law and order, quella che ha la necessità, per forza di cosa, di trovarsi sempre e comunque un nemico, o di inventarselo, qualora non vi fosse. Chi è il nemico? Ovvio, i migranti e coloro che li aiutano, uniti perfino dall’invenzione di una mostruosità giuridica nota come “reato umanitario”. Migranti e volontari fanno paura, come lo stesso Minniti ha detto in una recente intervista, e loro, i fautori del law and order, la paura la governano, non la cavalcano. Così si è giunti perfino al punto da spaccare in due la Chiesa, per iniziativa dello stesso ministro dell’Interno, che ha bussato alle porte del Vaticano, gli hanno aperto, e qualcuno ha accettato le sue rivendicazioni, come ha fatto il presidente della Conferenza episcopale italiana, monsignor Bassetti, contraddicendo le posizioni dello stesso quotidiano di cui è proprietario, Avvenire, che con don Camillo Ripamonti aveva invece rilanciato le ragioni delle Ong non firmatarie e aveva sollecitato Italia ed Europa a non sottovalutare le condizioni inumane e degradanti dei campi di concentramento in Libia.

La lettera di alcune Ong non firmatarie del Codice al Corriere della Sera

Allora cosa dovrebbero fare le Ong sottoposte ad accuse ingiuste, a processi mediatici insensati, all’imposizione della firma su un codice che non condividono, e alla perdita di reputazione nell’opinione pubblica? Manifestare pubblicamente le loro ragioni, nella speranza che i media le utilizzino con la stessa rilevanza con cui rilanciano le parole del ministro Minniti. Per questo hanno deciso di scrivere una lettera al Corriere della sera, definendo le modalità dei loro interventi, e le norme che esser rispettano. “Le organizzazioni umanitarie operano in base a rigorose norme concordate sul piano globale (in particolare, il Codice della Federazione internazionale della Croce Rossa) che sono state avallate dagli Stati sottoscrivendo convenzioni internazionali vincolanti in materia di diritti umani e diritto umanitario, riconosciute in sede di Nazioni Unite, riprese dall’Unione Europea e nelle leggi nazionali. Questi reciproci impegni sono la garanzia di un aiuto umanitario efficace e imparziale, e per questo utile non solo ad alleviare le sofferenze di tante donne e uomini, ma anche a limitare i danni delle crisi umanitarie”, scrivono i rappresentanti delle Ong ActionAid, Amnesty International, Emergency, Medici Senza Frontiere e Oxfam Italia. “Oggi lo Stato italiano chiede a queste organizzazioni di disattendere alle norme che esso stesso ha sottoscritto in sede internazionale. Con l’unico effetto di comprometterne la credibilità, pregiudicare la loro possibilità di fornire aiuti in contesti difficili, e renderne difficile o impossibile l’azione dove è più necessaria per il bene di tutti”, scrivono. “Le Ong che svolgono questo ruolo senza esitazioni sono un patrimonio della nostra società e vanno sostenute anche quando quello che dicono risulta scomodo”, evidenziano le organizzazioni. “Se oggi la società civile ‘che aiuta e protegge’ viene criminalizzata e intimidita, si finisce con il produrre un danno grave per tutti. Un’irresponsabile campagna di ostilità, opportunisticamente alimentata da tanti esponenti politici e opinionisti, dovrebbe trovare nelle istituzioni una ferma opposizione, non un inaccettabile avallo”. Noi stiamo decisamente, totalmente, con le ragioni di queste Ong, senza se e senza ma, le facciamo nostre e le rilanciamo qui ed ora.

L’incrocio tra ideologie law and order: Di Battista parla come Sallusti

E stigmatizziamo il comportamento di quegli uomini che si dicono di sinistra ma che hanno abboccato al trucco ideologico e al ricatto della destra neofascista.  Tra questi ultimi spicca la corsa a chi la spara più a destra. Siamo arrivati al punto che uno degli esponenti più in vista del Movimento 5Stelle, Di Battista, contesta al ministro Minniti di aver copiato la loro durissima legge  contro le Ong. Sentite cosa dice a sostegno di quest’altra ignominia: “Ci sono procuratori stimati e inchieste giornalistiche che hanno dimostrato rapporti inquietanti tra certe organizzazioni e gli scafisti. Noi abbiamo presentato una legge per garantire la presenza della polizia giudiziaria all’interno degli scafi. Chi si comporta bene non ha nulla da temere e può continuare a fare il suo lavoro”. Che ne dice Di Battista se gli riveliamo che è la stessa tesi rilanciata dal direttore del Giornale, Sallusti, in televisione, proprio nel confronto con il presidente di MSF, De Filippi? Non è la dimostrazione che sulla recrudescenza dell’ordine e della legge contro i più deboli si fa la campagna elettorale? Ha voglia il buon De Filippi a spiegare che non si può ammettere, per mille ragioni, la presenza continuativa di uomini armati a bordo delle navi di salvataggio, ma solo durante il trasbordo. No. Non vuoi i poliziotti armati 24 ore su 24 a bordo della tua nave? Cosa nascondi? Ecco la logica perdurante dall’acro sapore neofascista, che tanti drammi sta producendo sulla pelle dei migranti, dei profughi e dei volontari.

L’ordine dalla Marina libica: le navi impegnate in attivitò di ricerca e soccorso devo tenersi a non meno di 100 miglia dlla costa libica

Intanto, la Marina militare libica ha comunicato che chiunque intenda operare all’interno delle acque territoriali della Libia, anche in attività di ricerca e soccorso, deve prioritariamente ottenere il permesso delle autorità statali libiche, e ha imposto a chiunque non sia in possesso di tale consenso di restare fuori dagli spazi in vicinanze delle sue coste. “Intendiamo mandare un chiaro messaggio a quanti violano la sovranità della Libia e mancano di rispetto nei confronti della Guardia costiera libica e cioè le Ong che pretendono di intervenire per salvare gli immigranti clandestini e a difesa dei diritti umani” ha detto il portavoce della marina libica Ayub Qassem, in una conferenza stampa a Tripoli. “Invitiamo tutti costoro a rispettare la sovranità della Libia e a rispettare il lavoro compiuto dalla Guardia costiera e dalla Marina militare libica”, tenendosi a distanza di almeno cento miglia dalle coste.

Una buona notizia: la nave anti-Ong dei neofascisti in avaria

“La Sea-Eye è stata contattata dal MRCC per fornire aiuto alla #CStar”. L’allarme è stato lanciato su Twitter dall’ong Sea Eye che è andata in soccorso della nave anti-migranti. “L’equipaggio si sta quindi dirigendo verso la nave di Defend Europe” scrivono. La Defend Europe infatti avrebbe avuto una avaria al motore in acque internazionali tra la Tunisia e la Libia. La CStar ha avuto problemi tecnici di piccolo entità durante la notte, i motori principali sono stati spenti. I problemi sono in via di risoluzione, come conferma la stessa organizzazione anti-migranti. Non sembra una vendetta della storia? La nave della Ong Sea Eye che va in soccorso di coloro che hanno messo a punto il piano per distruggerla. Una bella lezione, a dimostrazione che il diritto del mare, il diritto umanitario internazionale, “se ne frega” e accoglie anche fascisti “in avaria.

Share