
Era stato molto chiaro Roberto Saviano nell’editoriale su Repubblica di sabato: “Io sto con Medici senza Frontiere. Lo voglio dire ed esprimere chiaramente in un momento in cui sta avvenendo la più pericolosa delle dinamiche, ossia la criminalizzazione del gesto umanitario. Sto con Medici senza Frontiere nella decisione di non firmare il codice di condotta per le Ong che fanno salvataggi in mare voluto dal ministro Minniti”. Per Saviano, “Medici Senza Frontiere, Premio Nobel per la Pace 1999, difende un principio fondamentale, la neutralità” e “avere agenti armati sulle navi sarebbe la fine di questo principio”. In poche, efficaci, e rigorose frasi Saviano descrive cosa sta accadendo in questi giorni, perché le Ong siano state assunte come capro espiatorio, e soprattutto per quale ragione si è innescato un clima da caccia alle streghe contro chiunque si adoperi nel Mediterraneo, in modo indipendente, per ricerca e salvataggio. Naturalmente, per tutta la giornata di sabato la destra razzista e becera si è esercitata nel linciaggio mediatico contro Roberto Saviano. Un classico, ma pericoloso rigurgito fascista. A guidare il linciaggio, il segretario della Lega Nord Salvini, e la leader di Fratelli d’Italia d’Italia, con la stessa inutile e gratuita durezza, con parole piene d’odio e risentimento. Le parole di entrambi gli esponenti della destra contro Saviano sono il sintomo del livello al quale è ormai giunto lo scontro politico sui migranti e sulle Ong. Le riportiamo solo per dovere di cronaca.
Salvini e Giorgia Meloni organizzano il linciaggio mediatico contro Saviano e le Ong. Scotto, Mdp, e Loredana De Petris, Sinistra Italiana, non solo difendono Saviano e le sue ragioni, ma accusano il Pd e Minniti
Matteo Salvini: “Saviano gode dei 600mila clandestini sbarcati, di scafisti, mafiosi e terroristi arricchiti, di un’Italia sempre più insicura? Più sono ricchi, più se ne fregano”. Giorgia Meloni: “Lui dovrebbe essere il primo a pretendere chiarezza sui rapporti opachi tra Ong, alcuni generosi ‘filantropi’ miliardari, i trafficanti di esseri umani e gli enormi interessi della criminalità organizzata sul business dell’accoglienza. Ma Saviano fa l’esatto contrario e, quando è a corto di argomenti, usa puntualmente la mafia come arma ideologica per zittire chi non la pensa come lui”. Queste le perle dei leader della destra. A difendere Roberto Saviano, e con lui le Ong, sono intervenuti però Arturo Scotto, per Articolo1-Md e Loredana De Petris, di Sinistra Italiana. Per Scotto, “polemizzano con le ONG, compreso il Ministro Minniti, perché è una formidabile arma di distrazione di massa. Colpire Medici senza Frontiere o altre organizzazioni – come autorevolmente ci ricorda oggi Roberto Saviano – consente anche a chi sta al governo di evitare di discutere di un modello di accoglienza che non funziona, di un’Europa che ci tratta come parente povero e di una missione in Libia fortemente condizionata da un quadro politico e istituzionale sempre più fragile e pericoloso. Ma quando si imbocca questa strada, anteponendo la propaganda alla complessità dei problemi, la destra è più credibile e se ne avvantaggia naturalmente. Berlusconi, Salvini e Grillo ringraziano e incassano. Ormai non hanno nemmeno più bisogno di parlare: c’è chi lo fa al posto loro adottandone il vocabolario. Ma così la sconfitta è assicurata”. Il riferimento a Minniti e alle politiche del Pd è del tutto evidente. Da parte sua la capogruppo dei Sinistra Italiana al Senato scrive in una nota: “Esprimo la mia completa solidarietà a Roberto Saviano, oggetto di una delle tante uscite triviali, offensive e razziste di Matteo Salvini. Saviano – prosegue la capogruppo di Sinistra italiana – ha tutte le ragioni nel sostenere la posizione di Medici senza frontiere e nel criticare la politica del governo e del Pd, che pur di andare a caccia di voti si sono ridotti a inseguire le posizioni della Lega e di Salvini”.
Minniti al Fatto condanna le Ong. Cosa sa? E chi glielo ha detto? In uno stato democratico un ministro che lancia avvertimenti non va bene
Al centro delle attenzioni, vi sono dunque le scelte politiche del Pd e del ministro Minniti. Il ministro dell’Interno ribadisce infatti la sua posizione: chi non ha firmato, come Msf, “non potrà far parte del sistema di salvataggio che risponde all’Italia”, ha spiegato al Fatto Quotidiano. Inoltre, “gli agenti della polizia giudiziaria italiani non possono andare da nessuna parte senza armi – ribadisce Minniti -. Sono contrario alla giustizia fai-da-te, per me gli unici a dover essere armati sono coloro che rispondono allo Stato. Sono una garanzia per le Ong stesse”. Ci si chiede come abbiano fatto le Ong in tutti questi anni di ricerca e salvataggio di decine di migliaia di migranti, senza pistoleri a bordo. Improvvisamente, Minniti ripropone la questione della sicurezza a bordo delle navi, trasformando un’operazione di salvataggio in una di ordine pubblico. Ma poi sulle Ong, finalmente dice la verità sulla strategia del nostro governo: sulla Jugend Rettet infatti commenta: “Dagli elementi che ho non posso sostenere che le motivazioni siano altre, ma non possono decidere loro di aprire corridoi umanitari venendo a patti con i carnefici”. Il ministro che si trasforma in magistrato, e che ha già scritto l’atto d’accusa e perfino la condanna. Quando e dove è accaduto che le Ong abbiano aperto corridoi umanitari venendo a patti coi carnefici? Perché la smentita, e non a casa, arriva da Famiglia cristiana, che in un’inchiesta indipendente scopre collegamenti tra la società privata dei sicurezza e la nave dei giovani fascisti europei, quella Defend Europe, che con a bordo i neofascisti italiani di Generazione identitaria ha cercato di solcare il Mediterraneo contro le navi Ong.
Famiglia cristiana. C’è lo zampino dei neofascisti di Defend Europe in collegamento attraverso Concas, ex ufficiale della Marina militare con la società di sicurezza privata Imi Security service. Che dice il ministro Minniti?
L’ipotesi viene avanzata da un articolo di Famiglia cristiana. Ci sarebbe infatti un punto di contatto tra la società di sicurezza privata ‘Imi Security Service’, cioé il gruppo che ha denunciato le “anomalie” sulla nave Iuventa, facendo aprire il fascicolo della Procura di Trapani, e l’ex ufficiale della Marina militare Gian Marco Concas, che è uno dei portavoce di ‘Generazione identitaria’, il gruppo di destra che ha lanciato la campagna ‘Defend Europe’. “Il nome di Concas è inserito – scrive Famiglia Cristiana – nel gruppo social ufficiale della società che nell’ottobre dello scorso anno inviò prima all’Aise (servizio segreto militare) e poi alla squadra mobile di Trapani la segnalazione sui movimenti ‘sospetti’ della nave dell’Ong tedesca, sequestrata lo scorso 2 agosto dal Gip di Trapani”. In sostanza, continua il settimanale, “si tratta dello stesso contesto di provenienza della società di mercenari inglese che ha fornito a Generazione identitaria la nave C-Star”, nave noleggiata dalla stessa Defend Europe. E se Famiglia cristiana avesse ragione e l’inchiesta delle procure siciliane fosse stata “telefonata” dalla destra fascista? Attendiamo repliche, soprattutto a Famiglia cristiana, settimanale dei Paolini, non di pericolosi rivoluzionari bolscevichi.
Intanto una precisazione giunge da Medici senza frontiere. L’organizzazione umanitaria reagisce ad alcune notizie di stampa sottolineando di non aver ricevuto “alcuna comunicazione ufficiale, né dalla Procura di Trapani né da altre Procure, in merito alla presunta inchiesta sulla nostra attività”. “Quanto vediamo oggi negli organi di stampa sembra rilanciare accuse che già ci erano state rivolte alcuni mesi fa, a cui non erano seguite altre azioni o informazioni – spiega l’organizzazione in una nota -. Fin da allora ci siamo messi a disposizione delle Procure per fornire qualunque spiegazione richiesta su ogni nostra attività e ribadiamo questa totale disponibilità, insieme all’auspicio di avere indicazioni precise sugli episodi eventualmente contestati”. E anche la Ong tedesca ‘Jugend Rettet’, la cui nave Iuventa è stata sequestrata, respinge le accuse di cooperare con i trafficanti. “Non c’è stato nessun contatto con i trafficanti”, ha spiegato il portavoce Julian Phalke, parlando con il quotidiano tedesco ‘Bild’. Se la Iuventa è stata sequestrata con l’accusa di favorire l’immigrazione clandestina, il portavoce della Ong sottolinea che le stesse autorità italiane hanno riconosciuto che non c’è stata alcuna collaborazione propriamente detta. “Il nostro unico obiettivo è tornare in mare a salvare vite”, ha ribadito.
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