Libia. L’Italia pagò un mese fa le milizie per bloccare i migranti. Gli scafisti trasformati in miliziani e schiavisti. Ecco cosa scrive l’Ap, ripreso da tutta la stampa mondiale, ma solo dal Manifesto qui

Libia. L’Italia pagò un mese fa le milizie per bloccare i migranti. Gli scafisti trasformati in miliziani e schiavisti. Ecco cosa scrive l’Ap, ripreso da tutta la stampa mondiale, ma solo dal Manifesto qui

Il titolo del Washington Post, che riprende un dispaccio dell’agenzia di stampa internazionale Associated Press, è chiaro: “Backed by Italy, Libya enlists militias to stop migrants”, sostenuta dall’Italia, la Libia arruola le milizie per fermare i migranti. Il lungo articolo porta la firma di Maggie Michael, corrispondente dal Cairo, e di Nicole Winfield, corrispondente Ap da Roma. Vale la pena riportarne qui alcuni tratti salienti, perché si tratta di un articolo “bomba” molto sottovalutato dai media italiani, e che pure ha fatto il giro del mondo, senza che né il Viminale né la Farnesina abbiano compiuto uno sforzo per contraddirlo. A parlarne in Italia solo il quotidiano il Manifesto.

L’Ap: “Il governo libico di Tripoli pagò le milizie implicate nel traffico per bloccare i migranti”

Vediamo cosa davvero contiene l’articolo dell’Associated Press.  “In base ad un accordo sostenuto dall’Italia”, è l’incipit, “il governo libico di Tripoli ha pagato le milizie implicate finora nel traffico di esseri umani per bloccare i migranti che intendano attraversare il Mediterraneo verso l’Europa, ed è una delle ragioni del calo straordinario nel traffico, hanno rivelato fonti della milizia e della sicurezza ad Associated Press”. Più chiaro di così è difficile. La notizia diffusa nel mondo dall’Ap, ripresa dal Washington Post e dal New York Times, dal Guardian e da le Monde, solo per citarne alcuni, ha scandalizzato non solo le opinioni pubbliche ma ha messo in gravi difficoltà la Farnesina, le nostre ambasciate e le stesse cancellerie, perché la rivelazione avveniva in giorni cruciali per i rapporti tra Europa e Africa, e all’interno stesso dell’Europa tra i quattro pesi che guidano il piano d’azione, Francia, Germani, Spagna e Italia. Perciò, come ripetono i media francesi, dal momento che non è in discussione l’attendibilità dell’agenzia di stampa, com’è stato possibile che mentre la Francia si dava da fare per cercare soluzioni politiche alle migrazioni, e la Germania forniva il gruzzolo, l’Italia aveva deciso di pagare gli schiavisti?

L’Ap: il denaro per la Libia può essere stato usato per assoldare gli scafisti contro i migranti

La risposta risiede nell’articolo dell’Associated Press. “La notizia ha sollevato un coro di proteste tra alcune delle forze di sicurezza libiche e gli attivisti che lavorano coi migranti, i quali hanno avvertito che questo commercio arricchisce le milizie, consentendo loro di acquistare più armi e diventare sempre più potenti. Nel caos del Paese, le milizie possono in ogni momento ritornare al traffico di esseri umani oppure rivoltarsi contro il governo”, scrive, citando le fonti libiche. Inoltre, prosegue l’Ap, l’accordo “cementa il vero potere delle milizie, che dalla caduta di Gheddafi nel 2011 hanno minato i successivi governi libici, compreso quello di Al Serraj, riconosciuto a livello internazionale”. Non manca la responsabilità dell’Europa, che ha dato decine di milioni di euro al governo di Serraj per fermare i migranti. “Il denaro”, scrive l’Ap, “doveva servire per rafforzare la guardia costiera libica, a rafforzare il confine meridionale e a migliorare le condizioni dei centri di detenzione. Però, le risorse possono essere state usate diversamente, per un impiego alternativo per i trafficanti – ovvero assoldandoli contro i migranti”. Ex trafficanti che diventano, strapagati, i carcerieri dei lager libici. Nulla da dire da parte della Farnesina?

L’Ap: due milizie, Al-Ammu e Brigata 48 dello stesso clan spadroneggiano

Secondo le fonti di Ap, il crollo degli sbarchi in Italia non è affatto dipeso dallo sbarramento navale della Guardia costiera libica, ma da un accordo tra le due milizie più potenti della città libica occidentale di Sabrata, il punto di maggiore transito dei migranti verso l’Italia. Le milizie, note come “Al-Ammu” e “Brigata48”, sono guidate “da due fratelli del clan al Dabashi”. L’Ap scrive che “almeno cinque funzionari della sicurezza libica di Sabrata hanno confermato che i miliziani erano noti come sostenitori e spalleggiatori degli scafisti. Uno di loro ha definito i fratelli “i re del traffico” a Sabrata.

L’Ap: un mese fa le milizie raggiunsero un accordo verbale col governo italiano e il governo libico per bloccare le partenze a Sabrata

Ed eccoci finalmente giunti al punto decisivo di questo racconto, che se fosse verificato, dovrebbe mettere in crisi l’intero governo italiano, con le dimissioni dei titolari degli Esteri e dell’Interno e dei capi dell’intelligence, e l’intervento del Parlamento e di Mattarella. “Bashir Ibrahim”, racconta l’Ap, “portavoce della milizia Al-Ammu ha rivelato che un mese fa le due forze raggiunsero un accordo verbale col governo italiano e il governo di Serraj per combattere il traffico. Ha rivelato che la milizia di al-Ammu, che conta 400 o 500 combattenti, è affiliata al Ministero della Difesa, mentre Brigata 48 al Ministero dell’Interno”.

Così, da quel momento, i miliziani hanno bloccato le navi dei migranti in partenza dalle coste di Sabrata e hanno imposto agli scafisti di porre fine al loro “lavoro”. Per questo “servizio”, le milizie hanno ricevuto equipaggiamenti, navi e soldi. In realtà, si tratta di miliziani già assoldati e pagati in passato, nel 2015, quando furono messi a guardia dell’oleodotto di Mellitah a ovest di Sabrata, sito petrolifero, indovinate un po’, di proprietà dell’Eni.

“Il ruolo dell’Italia in questo scambio non era chiaro”, scrive Ap, “poiché la Farnesina ha negato che Roma abbia firmato alcun accordo e recita indignata che il governo italiano non negozia coi trafficanti”. Eppure, la collaborazione ufficiale tra le due milizie con le forze di sicurezza di Serraj fa temere che gli italiani abbiano operato direttamente con quelle forze, dal momento che potrebbero non essere state considerate milizie ma parti del governo riconosciuto. E non si tratta  di collaborazione di facciata, ma di integrazione vera e propria di forze di sicurezza., poiché le milizie hanno giocato e giocano un ruolo attivo nel sostegno al governo di Al-Serraj. Pertanto, i funzionari della sicurezza libicia di Sabrata intervistati da Ap hanno confermato che l’Italia ha accettato il patto direttamente con le milizie e che funzionari dell’intelligence italiana hanno incontrato i leader delle milizie.

Le reazioni indignate delle Organizzazioni umanitarie e di Sinistra Italiana

La rabbia delle associazioni umanitarie si fa sentire forte. “Quello che stanno facendo gli italiani è sbagliatissimo, state regalando il potere alle milizie”, afferma al-Gharabili, capo dell’Associazione non governativa che cura i migranti a Sabrata. E qualcun altro aggiunge che “ciò fermerà i migranti ma nello stesso tempo offrirà posti di lavoro alla gente di Sabrata, perché molti di loro sono miliziani”.

Per quanto riguarda le reazioni in Italia, si segnala una nota di Giulio Marcon e Pippo Civati: “Chiediamo a Minniti e al premier Gentiloni di venire in Parlamento a riferire su questa vera emergenza democratica. Alcune autorevoli agenzie di stampa internazionale- aggiungono i due parlamentari- nonché la televisione pubblica (quella tedesca) parlano di un vero pagamento da parte italiana e europea verso queste organizzazioni, che riceverebbero mezzi e armi per fare il lavoro di contenimento richiesto dal governo italiano. Il grande successo del ministro dell’interno, soprattutto a destra – concludono Marcon e Civati- nasconde qualche segreto di troppo. Un segreto terribile.

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