Ischia, il Governo ha decretato lo stato d’emergenza. Mattarella è arrivato sull’isola

Ischia, il Governo ha decretato lo stato d’emergenza. Mattarella è arrivato sull’isola

Mentre il Presidente della Repubblica, Mattarella è arrivato nell’isola di Ischia, per una visita di Stato e soprattutto per rendersi conto di quanto accaduto, il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni, ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza a causa dell’evento sismico che lo scorso 21 agosto ha colpito l’isola di Ischia. I comuni interessati sono Casamicciola Terme, Forio e Lacco Ameno.Per l’attuazione dei primi interventi, nelle more della ricognizione dei fabbisogni effettivi, in seguito alle stime elaborate dal Dipartimento della protezione civile, sono stati stanziati 7 milioni di euro, posti a carico del Fondo per le emergenze nazionali. Intanto il capo dello Stato, Sergio Mattarella, è giunto in elicottero sull’isola, per una visita ai luoghi colpiti dal terremoto di otto giorni fa. Accolto dai sindaci, dal governatore, Vincenzo De Luca, e dal prefetto di Napoli Carmela Pagano, il presidente si recherà nella ‘zona rossa’ di Casamicciola, l’area più danneggiata dal sisma. Sono previste tappe a Lacco Ameno e a Ischia Ponte. Sono 1.500 gli sfollati sull’isola. La maggior parte delle abitazioni che ha subito i danni più gravi a Ischia, nella zona di Casamicciola in seguito al terremoto, erano di buona fattura, in mattoni, pietra o tufo ma non avevano protezioni antisismiche. E’ quanto emerge dal rilievo macrosismico condotto dal 23 agosto dalle squadre del gruppo operativo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), insieme con l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, energia e sviluppo economico sostenibile (Enea).

Nella parte collinare di Casamicciola le case sono state costruite sulle creste di piccole vallette o terrazzi, spiega l’Ingv in una nota. “Qui il danno si presenta localmente molto grave”. Sebbene la maggioranza delle abitazioni fosse di tipo B, cioè edifici di buona fattura in mattoni o blocchetti di tufo o pietra squadrata secondo la classificazione della scala Ems, “non erano presenti tiranti e catene o altri elementi vincolanti”. Il tirante è “un presidio antisismico molto antico, presente anche in molte case dell’Appennino. Si tratta di presidi antisismici semplici e la loro assenza può essere uno dei motivi, anche se non l’unico, dei danni subiti dalle abitazioni. Si tratta di un elemento in più, che avrebbe aiutato” commenta Andrea Tertulliani, sismologo dell’Ingv. Poche invece le case di tipo A (edifici in pietra non lavorata, muratura a sacco con malte scadenti a volte assenti, in generale le più vulnerabili) e di tipo C (generalmente in cemento armato o in muratura cordolata).   I danni osservati, aggiunge l’Ingv, “sono pochi crolli totali, molti danni come lesioni a croce, perdita di verticalità e ribaltamento di pareti, espulsione di spigoli, qualche crollo parziale. Gli edifici in cemento armato hanno subito in rari casi danni, come lievi lesioni alle tamponature”.

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