Giappone in allarme per il sorvolo di un missile nordcoreano. Riunione urgente del Consiglio di sicurezza Onu che condanna il lancio

Giappone in allarme per il sorvolo di un missile nordcoreano. Riunione urgente del Consiglio di sicurezza Onu che condanna il lancio

Nuovo lancio di un missile da parte della Corea del Nord, che questa volta ha sorvolato il Giappone ed è caduto nelle acque del Pacifico. Tokyo ha parlato di un gesto “di gravità senza precedenti”. Una prova di forza di Pyongyang, mentre nella regione sono in corso le esercitazioni militari congiunte tra Usa e Corea del Sud. È la prima volta che un missile nordcoreano passa sul Giappone in otto anni, se non si considerano i passaggi sulle piccole isole del sudest dell’arcipelago, dopo che nel 1998 e 2009 Pyongyang lanciò sul territorio presunti razzi spaziali con tecnologia di missili balistici. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha condannato l’episodio – ha affermato Guterres in una nota – che costituisce una “violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza” e rischia di “compromettere la sicurezza e la stabilità regionale e gli sforzi finalizzati a creare un clima di dialogo”. Il segretario generale dell’Onu ha fatto appello al governo della Corea del Nord affinché rispetti pienamente i propri obblighi internazionali, invitando Pyongyang a lavorare per la “riapertura dei canali di comunicazione”. Intanto l’Onu – ha sottolineato Guterres – mantiene “contatti stretti con le parti coinvolte”.

Il lancio del missile di cui ancora non si conoscono le caratteristiche

Il missile, di tipo sconosciuto, è stato sparato dalle vicinanze di Pyongyang ed è caduto a 1.180 chilometri da capo Erimo, dopo aver percorso più di 2.700 chilometri e avendo raggiunto un’altitudine massima di circa 550 chilometri, secondo il governo giapponese. La distanza raggiunta è di poco inferiore ai 3.200 chilometri che separano il Paese dall’isola di Guam, territorio non incorporato degli Stati Uniti in cui si trovano basi militari Usa, che il regime aveva minacciato di colpire. Le autorità nipponiche credono si tratti di un Hwasong-12, modello di medio-lungo raggio testato lo scorso maggio e che Pyongyang ha citato nel suo piano di attacco a Guam.

Le reazioni dei giapponesi e dei sudcoreani 

Tokyo ha rilevato il missile intorno alle 6 locali, pochi minuti dopo che era stato sparato e mentre esso si avvicinava al suo spazio aereo. Ha quindi allertato i cittadini del nord, spinti a rifugiarsi nei sotterranei. Il governo ha deciso di non intercettare il dispositivo, ritenendo che non ci fosse il rischio che cadesse sul territorio. La Corea del Sud ha invece reagito con esercitazioni vicino alla frontiera con il Nord: ha dispiegato quattro caccia F15K che hanno lanciato bombe su un obiettivo vicino alla Zona demilitarizzata (Dmz), dopo che il presidente Moon Jae-in ha ordinato all’esercito di “esibire le sue capacità di sorpassare quelle nordcoreane in caso di attacco”. Tuttavia, Seul ha ribadito la necessità di cercare il dialogo. Il premier giapponese Shinzo Abe ha parlato di una minaccia “seria, grave e senza precedenti”. Ha parlato al telefono con il presidente americano, Donald Trump, con cui ha concordato che serve maggiore pressione su Pyongyang. Trump, ha riferito Abe, ha detto di voler “lavorare con Cina, Russia e con il resto della comunità internazionale per intensificare la pressione” sul regime. La Cina ha invece chiesto dialogo e moderazione da entrambe le parti, affermando che il nuovo lancio sia la prova che le sanzioni non risolvono la questione.

Tensioni con gli Stati Uniti e la reazione di Trump

Si tratta del 13esimo lancio di missile balistico da parte di Pyongyang quest’anno e dopo l’arrivo di Trump alla Casa Bianca. L’americano ha usato una retorica bellicosa verso il regime e ha risposto ai suoi test con dimostrazioni di potenza militare. Il punto di massima tensione è stato raggiunto a inizio agosto, quando la Corea del Nord ha minacciato di bombardare l’isola di Guam. I due Paesi sono tecnicamente ancora in guerra, perché il conflitto del 1950-1953 non fu concluso da un trattato di pace, ma da una tregua. E Pyongyang assicura che non metterà mai fine ai suoi programmi nucleari, perché li definisce necessari a contrastare l’ostilità di Usa e loro alleati.

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