
Tocca proprio alla Juve, nell’anticipo col Cagliari, riaprire la stagione 2017-18, dopo aver chiuso quella precedente con il sesto scudetto consecutivo; anche stavolta la Vecchia Signora gode dei soliti, unanimi, favori del pronostico, ma, a differenza del passato, alcuni dubbi e riserve affiorano. Vediamo perché, tenendo ben presente che il mercato è aperto fino a fine mese e tutto può ancora succedere.
I dubbi. Nascono soprattutto in difesa, un settore che già lo scorso campionato aveva manifestato qualche scricchiolio a causa dell’inevitabile invecchiamento del quartetto BBBC, dal quale, fra l’altro, è uscito se non il più giovane, di sicuro il meno anziano (Bonucci, trentenne), ritenuto addirittura da più parti il miglior difensore al mondo; il suo sostituto potrebbe essere Benatia, che, però, deve ancora dimostrare di essere all’altezza del pianeta Juve, oppure il giovane Rugani, potenzialmente valido ma anche lui ancora da inserire come titolare in un settore nel quale Buffon è all’ultimo giro di valzer, Barzagli fa quello che può e Chiellini, spesso infortunato, ha perso lo smalto di qualche anno fa; per questo splendido trio l’usura del tempo si fa sentire. Di conseguenza, il reparto sul quale la Juve ha basato in gran parte le sue vittorie (vedi i diversi record di inviolabilità e di imbattibilità) fatica, ora, a dare l’affidamento passato quando segnarle un gol era un’impresa titanica per chiunque. Negli incontri precampionato questa difesa in 5 partite, con squadre di alto livello, ha incassato 10 gol, una media di 2 a incontro: difficile raffrontare questi dati alla Juve e i dubbi sono legittimi.
Il dopo Cardiff e… Roma. Le tossine della mancata Champions non sono ancora state smaltite e sono state, purtroppo, confermate da quanto visto e dall’esito della finale di Supercoppa, persa con la Lazio, che ha evidenziato una squadra ancora alla ricerca di se stessa, come da onesta ammissione generale da parte di Agnelli, Marotta e Allegri.
Gli acquisti. Non essendo arrivata (ancora?) una personalità difensiva ma solo centrocampisti e punte, che la Juve voglia votarsi, d’ora in avanti, più ad un gioco offensivo che difensivo, come tendono a fare i grossi club europei? Per l’organico super, Juve sempre favorita n.1 ma le certezze non sono più in assoluto come per il passato.
Sul Napoli tutti d’accordo. È la stessa squadra dello scorso anno, con un gioco consolidato nel quale la banda Bassotti d’attacco ha trovato in Mertens un cannoniere ormai di livello europeo. Amalgama, intesa, recita a memoria, però… non va dimenticato che la difesa, lo scorso anno, ogni tanto qualche defaillance l’ha avuta. Certo, se il trio Callejon, Mertens, Insigne sarà in grado di sanare le lacune difensive con qualche gol in più allora il Napoli, come dicono tutti, potrebbe veramente prendere il posto della Roma quale outsider sfidando a pieno titolo i bianconeri.
Roma da ricostruire. Finalmente finita la telenovela Totti passato dalla panchina alla scrivania, la Roma con un nuovo allenatore, serio, preparato e benvoluto da tutti per i suoi precedenti di ex come Di Francesco, dovrà ripartire da nuove basi e un nuovo gioco ma, a quanto visto finora, non appare all’altezza di competere con Juve e Napoli.
Le milanesi, anzi le cinesi. Il Milan, ricostruito di sana pianta, per società prima e squadra poi, ha risvegliato l’entusiasmo della sua tifoseria per i tanti acquisti che, dagli impegni assolti nelle qualificazioni di Europa League e da alcune amichevoli di grido, hanno confermato appieno la loro validità. Il sorprendente arrivo di Bonucci ha costituito l’inattesa ciliegina sulla torta da tagliare, in primavera, conseguendo il rientro in Europa con la Champions dopo essersi ripresentato degnamente in Europa League: questi sono i traguardi dei rossoneri che, almeno ufficialmente, non dichiarano aspirazioni di scudetto ma solo di ottimo posizionamento finale, poi, strada facendo, si vedrà.
All’Inter con l’avvento di Spalletti e con la nutrita campagna acquisti e cessioni si punta senza mezzi termini ad una meta dal quarto posto in su. Nel precampionato è risultata imbattuta e i nuovi da inserire lasciano ben sperare ma il vero rinforzo dei nerazzurri rimane Spalletti, al quale spetta il compito di risvegliare gli entusiasmi, tarpati dal grigio finale di Pioli.
Le altre. La Lazio, dopo la meritata vittoria della Supercoppa, rimanendo pressoché la stessa e con il problema Keita, vuole legittimare le proprie aspirazioni a far parte delle big come pure l’Atalanta, nonostante le dolorose ma doverose cessioni di alcuni giovani protagonisti dello scorso splendido torneo. La Fiorentina, con Pioli in panchina e con i Della Valle che hanno annunciato la volontà di cedere la società, sarà tutta scoprire. Le rimanenti squadre hanno cambiato con molta prudenza, tecnica ma soprattutto economica, in funzione di aspirazioni che non vanno oltre una anticipata salvezza e, per qualcuno, tipo Torino e Bologna, magari anche con qualche affaccio verso l’alta classifica.
Per ora, sulla carta, tutte si scoprono e sembrano bene attrezzate, ma, poi, sarà il campo e solo il campo a decidere chi sono le più forti, le sorprese e le delusioni.
La Var. L’autentica novità sarà costituita dalla Var, la tecnologia che consentirà all’arbitro di chiarire con le immagini eventuali dubbi sulla regolarità di un gol, sulla concessione o meno di un rigore, sulla validità di un’espulsione e sullo scambio di persona. Il tutto grazie a due arbitri (i Var) che seguiranno su un monitor in live e in replay l’azione dubbia, intervenendo direttamente o su richiesta del direttore di gara, al quale, però, in ogni caso, spetta la decisione finale da assumere. Sarà, in pratica, una moviola in campo, si spera non a scapito del gioco.
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