
“La pericolosità dell’emergenza incendi che caratterizza l’estate 2017 è aggravata anche dalla soppressione del Corpo Forestale e dal mancato passaggio delle competenze ai Vigili del Fuoco, come previsto dalla Riforma Madia, a causa del ‘conflitto’ di competenze con l’Arma dei Carabinieri. I cittadini italiani stanno dunque toccando con mano l’errore storico del governo che ha soppresso e militarizzato un Corpo competente e preparato”. Lo afferma Daniele Tissone, segretario generale del sindacato di polizia Silp Cgil.
“Il problema principale – spiega Tissone – nasce dalla Direzione delle operazioni di spegnimento, il Dos, che veniva garantita in convenzione con le Regioni da personale specializzato del Corpo Forestale, che conosceva benissimo il territorio. I Vigili del Fuoco svolgevano nel migliore dei modi, sotto questo coordinamento, la loro opera e potevano dedicarsi, attraverso il Responsabile delle operazioni di soccorso, il Ros, al soccorso tecnico urgente. Ora tutto è passato sotto i Vigili del Fuoco, sia Dos che Ros, ma la maggior parte degli uomini, degli esperti, dei mezzi, delle autobotti e persino degli elicotteri del disciolto Corpo Forestale, che sono fermi a terra per essere ‘rivisti’ in chiave militare, sono adesso al servizio dei Carabinieri e, di conseguenza, sono sottratti alla macchina che gestisce l’emergenza incendi”.
“Come Silp Cgil e come Cgil – conclude il sindacalista – ci siamo sempre opposti a questa scellerata ‘riforma’ delle forze dell’ordine. La nostra prospettiva è e rimane quella di unico corpo di polizia nazionale, civile e democratico al cui interno, attraverso opportune specializzazioni, analogamente a quanto già avviene per la Stradale e per la Polfer, possano trovare spazio ed essere esaltate le professionalità dei vari Corpi oggi esistenti. Invece si è voluto tout court chiudere la Forestale, sottraendo competenze e risorse, col risultato che oggi l’Italia brucia più di ieri e che in materia di prevenzione dei reati ambientali abbiamo perso un fondamentale corpo dello Stato. Ce ne renderemo presto conto. Anzi, ce ne stiamo già rendendo conto!”.
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