
Scrive Ezio Mauro in un editoriale pubblicato da Repubblica che Renzi avrebbe un modo per dare risposte a chi lo critica, chiarendo una situazione molto confusa per quanto riguarda il Pd di cui è segretario. Dovrebbe rispondere – scrive l’ex direttore del quotidiano di Largo Fochetti – ad una domanda che “non viene mai fuori nelle direzioni a porte chiuse come se il partito fosse rassegnato ad avere un scarsa cognizione di sé”. La domanda, dice Mauro, “è semplice: cos’è il Pd oggi”. “Un cos’è nella coscienza dei militanti, cosa vuol essere nelle legittime interpretazioni del suo leader e nell’idea collettiva del gruppo dirigente”.
Una domanda che ha già avuto risposte, forse Mauro non se n’è accorto, ma basta scorrere i mille giorni del governo di Renzi Matteo per capire qual è il vestito che l’attuale segretario ha messo addosso al Pd. Un vestito da Arlecchino ma con il sottofondo uniforme che non lascia spazio ad equivoci: l’abbandono di una politica non diciamo di sinistra, sarebbe chiedere troppo, ma che mantenesse in piedi perlomeno una fiammella. Per esempio cercando di dare rappresentanza politica al mondo del lavoro.
Il triennio di governo renziano, neppure il ricordo della sinistra
Basta ricordare il jobs act, l’eliminazione dell’Articolo 18, i voucher, la loro reintroduzione, il rapporto stracciato con i sindacati, quello con la Cgil in particolare, la politica dei bonus elettorali al posto degli investimenti che creano lavoro, il bluff dell’ Ape per l’anticipo pensione, chiedere ai lavoratori dell’edilizia. Possiamo continuare all’infinito, le nomine negli enti, tutti dirigenti legati in qualche modo al giglio magico, il cui centro si trova in quel di Rignano.
Potrebbe bastare ma per un supplemento di informazione Mauro potrebbe leggere quanto scrive Roberto Saviano che di Repubblica è un collaboratore, sulla sua pagina facebook. Riportiamo dall’agenzia Agi. “Mi permetto di parafrasare così le parole del Segretario del Partito di centrosinistra, ossatura della maggioranza di Governo: se vi considerate di sinistra non dovete sentirvi moralmente in colpa se iniziate ad avvertire impulsi razzisti. Non siete voi a essere razzisti, sono i negri a essere troppi. Ma vi assicuro che continuerò ad avere moralmente a cuore gli affari di chi tra voi produce armi da vendere ai Paesi in guerra, impedendo che si creino condizioni di vita accettabili per i negri a casa loro. Per Renzi dunque l’Italia non ha il ‘dovere morale di accogliere’ ma di ‘aiutare a casa loro’. Eppure Renzi sa perfettamente che l’Italia realizza l’esatto contrario perché aiuta sì chi decide di lasciare il proprio Paese, ma ad ammazzarsi a casa propria. La prova? Le esportazioni di armi italiane. 2,7 miliardi di euro nel 2014. 7,9 miliardi di euro nel 2015. 14,6 miliardi di euro nel 2016. Queste cifre mostrano come è cresciuto negli ultimi 3 anni (e Renzi ne è al corrente) il valore complessivo delle esportazioni di armi dall’Italia”.
Boom di esportazioni di armi dall’Italia a paesi che violano i diritti umani
“Ma il dato politicamente importante – prosegue Saviano – è il boom di vendite verso Paesi in guerra in violazione della legge 185/1990, che vieta l’esportazione e il transito di armamenti verso Paesi in stato di conflitto e responsabili di gravi violazioni dei diritti umani. L’Italia nel 2014-2015 è stato l’unico Paese della UE ad aver fornito pistole, revolver, fucili e carabine alle forze di polizia e di sicurezza del regime di Al Sisi (con quale faccia chiedono verità per Giulio Regeni!). Nigrizia denuncia forniture militari a Paesi dell’Africa settentrionale, a regimi autoritari, all’Arabia Saudita, condannata dall’Onu per crimini di guerra e per la quale il Parlamento europeo ha chiesto un embargo sulla vendita di armamenti. Quanta ipocrisia dunque nell’affermare di voler aiutare i migranti a casa loro. Ma attenzione, quella di Matteo Renzi non è una gaffe o un errore di comunicazione, è piuttosto un frettoloso e maldestro tentativo di dare in pasto una risposta alla ferocia della piazza. Matteo Renzi e il suo entourage non stanno capendo nulla della attuale fase politica. Se fosse un giocatore di calcio, il mister l’avrebbe fatto accomodare in panchina da un bel po’. Ma purtroppo l’allenatore è lui e la prima cosa che ha fatto da allenatore è stata liquidare Emma Bonino, risorsa vera della Repubblica”.
Un editoriale di Repubblica, fra gaffe e infortunio
È vero che quando Mauro ha scritto l’editoriale Saviano non si era ancora pronunciato ma la stessa Repubblica aveva dato ampio spazio a quella frase scritta da Renzi Matteo nel suo libro dal titolo “Avanti”, migranti “aiutiamoli a casal loro”, pubblicata sul sito del Pd, poi frettolosamente cancellata. Parole simili a quelle pronunciate da Salvini Matteo e ancor prima da Beppe Grillo che si erano presi, giustamente l’accusa di razzismo, xenofobia. A Mauro qualche redattore di Repubblica poteva dare la notizia. Forse avrebbe corretto l’editoriale o lo avrebbe tolto. La domanda rivolta a Renzi aveva già avuto risposta, ammesso che Mauro avesse ancora dei dubbi.
Anche dall’interno del Pd duri commenti nei confronti dell’ex premier
Dall’interno del Pd i commenti non sono davvero benevoli nei confronti del segretario. Non sono solo esponenti delle minoranze ad esprimere un severo giudizio, come il ministro Orlando ma anche personalità come il sindaco di Milano, non un pericoloso rivoluzionario. Dice Orlando: “Non ci possiamo tirare indietro rispetto al dovere di salvare le persone in mare, ma contemporaneamente dobbiamo chiedere all’Europa di ripartire questo sforzo”. “Aiutarli a casa loro – ha proseguito – non è proprio uno slogan della sinistra. Aiutarli a casa loro è anche giusto nel senso che bisogna sviluppare dei progetti di cooperazione, ma nel frattempo il flusso di arrivo di migranti continuerà e questo va gestito congiuntamente con l’Unione Europea”.
Sala, il sindaco di Milano, afferma che il “messaggio di Renzi è disorientante“. “Non credo che questo problema si possa risolvere con un post se no diamo la possibilità ai nostri avversari di strumentalizzare. Può darsi dunque che quell’affermazione avesse una logica ma messa in questo modo diventa disorientante”. Ha ricordato che Milano “è in sofferenza da tanto tempo, tuttavia non vogliamo cambiare rotta”. Dalle minoranze Pd arriva anche la dichiarazione di Emiliano che parla di “battuta infelice”, ancor più infelice “se isolata dal contesto”. “Eviterei ulteriori polemiche e mi concentrerei sul trovare soluzioni”. Forse non ha letto bene. Non si tratta di una frase, come si dice, dal sen fuggita, una battuta. Fa parte di un libro. Il senso è molto chiaro.
L’attuale premier in soccorso di chi gli ha dato quel ruolo
Lo ha ben capito il premier Paolo Gentiloni che ha sentito odor di bruciato e si è affrettato a schierarsi con chi l’ha messo al posto di comando e ora detta la linea, nuova linea, chissà, si sarà detto, che non sia utile per una futura alleanza di governo con Berlusconi che deve trainare Salvini, uno dei fautori ad oltranza dello slogan “aiutiamoli ma a casa loro”. Gentiloni dice di non aver letto il libro, ma da “quanto visto sui giornali è una cosa seria che se uno vuol leggere in modo onesto è assolutamente ragionevole”. Lo comprendiamo. Uno che prende schiaffi nei vertici europei che si susseguono, che vede Germania, Francia, Spagna dire no all’uso dei loro porti che deve fare? Affermare, appunto, che Renzi dice cose “ragionevoli”. “A casa loro”: così ci tolgono l’incomodo di prendere schiaffoni nei vari G7, 20, 27, quasi si giocasse a tombola.
Perfino uno come Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, si permette di sbeffeggiare il segretario del Pd. Gli ricorda che la Bonino ha sbugiardato il “distratto” Renzi. “È stato lui”, dice, “da premier a volere tutti gli sbarchi in Italia. E adesso nega. Ridicolo”. Torniamo così a Repubblica. Consigliamo a Ezio Mauro di leggere le conclusioni di un editoriale firmato da Massimo Giannini, il quale richiama Emma Bonino che ha rivelato che la “gestione esclusiva” degli sbarchi di profughi nel Mediterraneo l’ha chiesta proprio il governo Renzi nel 2014 all’atto di nascita della missione Triton, per ottenere in cambio dalla Ue più flessibilità sul deficit e sul debito pubblico di questi ultimi due anni”. Una risposta più che chiara alla domanda che Mauro ha rivolto a Renzi. Domanda inutile appunto.
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