
Paolo Villaggio è morto lunedì 3 luglio all’età di 84 anni. Era ricoverato in una clinica privata di Roma. Il professor Kranz, il timidissimo Giandomenico Fracchia, ma soprattutto il ragionier Ugo Fantozzi uscito prima dalla sua penna e poi come trsposizione cinematografica. Personaggi legati a una comicità paradossale e grottesca che ha portato prima in televisione e poi al cinema. Ma Villaggio è stato anche l’interprete scelto da Federico Fellini, Marco Ferreri, Lina Wertmüller, Ermanno Olmi e Mario Monicelli. Nel 1992, in occasione della 49ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera ed il Pardo d’onore alla carriera a Locarno.
Fratello gemello di Piero Villaggio, morto nel 2014, nasce a Genova da un ingegnere edile palermitano e da una insegnante veneziana di lingua tedesca. Dopo gli studi ha diverse esperienze lavorative: da cameriere a speaker della BBC a Londra, fino a diventare cabarettista e intrattenitore sulle navi della Costa Crociere, insieme con l’amico Fabrizio De André. Alla Cosider era addetto all’organizzazione di eventi aziendali tra i quali lo scambio di doni natalizi tra dirigenti e la premiazione dei dipendenti meritevoli. Da questa esperienza lavorativa trarrà l’ispirazione per creare il personaggio del ragioner Ugo Fantozzi. Durante la metà degli anni Cinquanta si unisce alla compagnia goliardica Baistrocchi, laboratorio di artisti emergenti che in seguito entreranno nel mondo dello spettacolo come Fabrizio De André, Enzo Tortora e Carmelo Bene.
Negli anni Sessanta Villaggio debutta nella trasmissione radiofonica Il sabato del Villaggio in cui racconta in prima persona le storie fantasiose e stralunate di un tragicomico impiegato: terreno su cui fioriranno, di lì a poco, le avventure del ragionier Ugo Fantozzi. Nel 1968 alla trasmissione tv “Quelli della domenica” fa la sua comparsa il professor Kranz, comicità fisica e sadica, ed il suo primo personaggio umiliato e sottomesso, Giandomenico Fracchia. La rivista l’Europeo pubblica i monologhi di Fantozzi. Nascono così la signora Pina Fantozzi, la mostruosa figlia Mariangela, il compagno di lavoro ragionier Filini, l’eterna fiamma signorina Silvani, lo sbruffone geometra Calboni e il Megadirettore Galattico che incombe col suo potere assoluto sulle vite dei suoi dipendenti.
Nel 1974 Villaggio, di concerto con la Rizzoli film, decide di trasportare sul grande schermo la maschera di Fantozzi. Dopo i due di Salce, campioni d’incasso, i film fantozziani furono tutti (meno l’ultimo) diretti da Neri Parenti. Alla fine saranno una decina i film a lui dedicati tra inediti e restauri. Ma non solo Fantozzi. I suoi fiori all’occhiello, a parte il David condiviso con Volontè e il Leone alla carriera a Venezia nel 1992, furono tre film tratti da libri: “Io speriamo che me la cavo” della Wertmuller dal libro di Marcello D’Orta, “La leggenda del bosco vecchio” di Olmi, dal racconto di Buzzati, “La voce della Luna” con Benigni, dal poema di Cavazzoni.
“Come vorrebbe essere ricordato? Con un funerale a San Pietro”, hanno detto sorridendo i figli di Paolo Villaggio, Elisabetta e Pierfrancesco. “Diceva spesso scherzando ‘se devo avere un funerale in Chiesa, lo voglio a San Pietro”, ha aggiunto la figlia davanti alla clinica Paideia, dove era ricoverato per le complicazioni del diabete.
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