Cgil. L’assemblea nazionale, al 95%, vota il passaggio di Landini in segreteria confederale. Camusso, “si consolida l’unità della Cgil”. Landini, “unificare il mondo del lavoro”

Cgil. L’assemblea nazionale, al 95%, vota il passaggio di Landini in segreteria confederale. Camusso, “si consolida l’unità della Cgil”. Landini, “unificare il mondo del lavoro”

Maurizio Landini entra nella segreteria confederale della CGIL. Lo ha deciso oggi, 11 luglio, l’Assemblea generale del sindacato, riunita a Roma, eleggendolo con 166 sì (95%), 7 voti contrari e 1 astenuto. Nato a Castelnovo Ne’ Monti (Reggio Emilia) nel 1961, dopo aver cominciato a lavorare come apprendista saldatore in un’azienda cooperativa attiva nel settore metalmeccanico, Landini è stato prima funzionario, e poi segretario generale della Fiom di Reggio Emilia. Successivamente, è stato alla guida delle tute blu CGIL Emilia Romagna e Bologna. All’inizio del 2005 entra a far parte dell’apparato politico della Fiom nazionale. Il 30 marzo dello stesso anno entra nella segreteria nazionale del sindacato dei metalmeccanici come responsabile del settore degli elettrodomestici e di quello dei veicoli a due ruote, incarichi ai quali è poi aggiunto quello di responsabile dell’Ufficio sindacale. Dal giugno 2010 è segretario generale della Fiom. Lo sostituisce alla guida della Fiom Francesca ReDavid.

Camusso: “abbiamo consolidato una discussione fatta da tempo sull’unità della Cgil”

“Abbiamo consolidato una discussione fatta da tempo sull’unità della nostra organizzazione, con l’obiettivo di unificare il mondo del lavoro dei diritti”, commenta così Susanna Camusso, segretario generale della CGIL, l’ingresso di Maurizio Landini nella segreteria del sindacato di corso d’Italia. “Si tratta di una decisione necessaria ed essenziale non solo per unire la CGIL, ma anche il lavoro con le altre organizzazioni. Quella di oggi è stata una discussione positiva che aiuta il lavoro che abbiamo davanti”, ha aggiunto Camusso.

Landini: “riunificare il mondo del lavoro che non è mai stato così diviso e frantumato”

“Sono molto contento, il mio ingresso nella segreteria nazionale della CGIL è un risultato importante. Si apre una fase importante, la priorità è ricostruire l’unità del mondo del lavoro e questo vuol dire pensare a dei cambiamenti anche all’interno dello stesso sindacato”. Così Maurizio Landini, segretario della Fiom, a margine dell’assemblea generale della CGIL, durante la quale è stato dato il via libera al suo ingresso nella segreteria. “C’è un lavoro collettivo da fare, ognuno deve usare le competenze che ha al meglio, sia per la lotta che dobbiamo fare per la cancellazione del jobs act e per ripristinare alcuni diritti, sia per la conferenza programmatica che per il congresso”, ha aggiunto Landini. Quanto al suo interesse verso un futuro in politica “mi sembra – spiega – che oramai sia noto che voglio fare il sindacalista. Coalizione Sociale non è mai stata una proposta per fare un movimento politico”. “L’idea di riunificare il mondo del lavoro – precisa – era la stessa di Coalizione Sociale, forse detta o intesa male, ma aveva quell’obiettivo. Cioè riunificare il mondo del lavoro, che non è mai stato così diviso e così frantumato. Intendo non solo il mondo lavoro dipendente, ma in tutte le forme in cui si determina, compreso il lavoro autonomo. Questo credo sia il nuovo orizzonte, riunire quel mondo lì, perché è la maggioranza del Paese che non è rappresentata”.

Landini: il mondo del lavoro non ha una rappresentanza politica. Prendere esempio dagli anni Settanta, quando il lavoro era centrale per ogni forza politica

“Se uno ragiona – continua Landini – la maggior parte di chi lavora o cerca un lavoro per vivere è la maggioranza del Paese, che oggi non ha una rappresentanza politica”. “Il mio problema da sindacalista – continua quindi il leader della Fiom – è come si possa ricostruire una cultura che rimetta al centro il lavoro. Non è semplicemente il problema di ricostruire la sinistra, penso sia qualcosa di più importante, è ricostruire un’unità sociale, una cultura che rimetta al centro il lavoro e che abbia una sua forza trasversale, come fu negli anni Settanta, quando si arrivò allo Statuto dei lavoratori, che non votò solo la sinistra, ma lo votarono tutte le forze dell’arco costituzionale. In quella fase il lavoro era centrale per qualsiasi forza politica”. “Oggi – dice ancora Landini – siamo all’opposto, con quelli che dicono di essere di sinistra che hanno fatto le peggio leggi e mettono in discussione lo statuto dei lavoratori. Il problema del sindacato nella sua autonomia e nella sua indipendenza è quello di ricostruire un punto di vista del lavoro e costringere la politica a fare i conti con questo punto di vista”, conclude.

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