Dai ballottaggi uno sguardo al futuro della sinistra. D’Attorre, il voto al centrosinistra per le città non è per Renzi. Pisapia: un listone col segretario Dem? Il nostro è un progetto autonomo in discontinuità con il Pd. Posizione critica di Sinistra italiana

Dai ballottaggi uno sguardo al futuro della sinistra. D’Attorre, il voto al centrosinistra per le città non è per Renzi. Pisapia: un listone col segretario Dem? Il nostro è un progetto autonomo in discontinuità con il Pd. Posizione critica di Sinistra italiana

Nella giornata della chiusura di campagna elettorale si guarda ai ballottaggi e alle alleanze per eleggere i sindaci e, insieme, restano in primo piano problemi nazionali, dalle alleanze a questioni che sono nelle aule del Parlamento ma non fanno passi avanti, leggi ius soli. A volte anche passi indietro, leggi provvedimenti antimafia, legge contro la tortura. Incombe il salvataggio delle banche venete, certo non si possono mandare a fondo, ma il governo deve assicurare che i fondi che, se la Ue sarà d’accordo, verranno messi a disposizione, fondi pubblici, dei cittadini, siano messi a buon frutto e non per licenziare lavoratori. Sullo sfondo le riunioni a raffica degli organismi europei, la Commissione Ue, il Consiglio. La Brexit all’ordine del giorno con la signora May che si trova in grandi difficoltà. Comunque  i Paesi dei vari G, tirano tutti un sospiro di sollievo per i risultati del voto in Francia, Olanda, altri paesi, con la sconfitta delle forze antieuropee, a partire dalla Le Pen. Si dice e lo scrivono anche i grandi giornali europei che torna la fiducia dei cittadini nell’Europa unita. I capi di Stato e di governo riuniti a Bruxelles annunciano la nascita della difesa europea. Macron, il presidente della Francia, alla sua prima partecipazione ad un vertice europeo annuncia: “Un passo storico”. Non è così: si tratta solo di alcuni battaglioni misti, “Battles groups”, per l’intervento rapido di truppe in zone di crisi  esterne all’Unione. La difesa comune è ben altra cosa. Così come sui migranti, Gentiloni ha poco da gongolare. Sono state puntualizzate alcune norme per contrastare l’uso del web da parte dei terroristi.

Ma il dato vero che misura la fiducia ritrovata o meno nell’Europa è nella partecipazione alle recenti elezioni, a partire da quelle francesi e quelle italiane, seppur parziali ma indicative. I ballottaggi in Francia hanno visto alle urne una minoranza degli aventi diritti al voto. Il Parlamento francese è stato eletto da poco più del quaranta per cento dei cittadini. In Italia siamo a circa il 50% e vedremo domenica quanti saranno i votanti. Anche in altri paesi dove si è votato la disaffezione alle urne è stata palese. Altro che fiducia nell’Europa.

Dal voto si attendono risposte sulla collocazione delle forze politiche

Dai ballottaggi si attendono anche risposte sulla collocazione delle forze politiche. Il panorama è in movimento, sia nelle zone del centro destra che in quelle di centro, Pd compreso, e nell’arcipelago delle sinistre in cerca di un rapporto, una sintesi unitaria. I ballottaggi misureranno le forze in campo. In questi ultimi giorni è  tornato a farsi vivo Berlusconi. In barba alla par condicio, Bruno Vespa gli ha lasciato campo libero, così come i due giornalisti chiamati a far da interlocutori. Si fa per dire. Ha parlato quasi sempre lui con in primo piano anche un cagnolino bianco, il partito animalista. È sicuro di vincere tutto quello che è possibile. Punta a tutti o quasi i ballottaggi dove ci sono candidati suoi in pole position. Magari come a Genova sono leghisti e non forzaitalioti. Ma non vuol dire. E gli accordi con Renzi Matteo? Non li rinnega ma ora è lui che tiene a dare la carte nei ballottaggi, poi si vedrà. Intanto salva il governo Gentiloni ed è un risultato. Sotto tono i candidati del Pd, anche perché ce ne sono pochi. Chi è arrivato  al ballottaggio è sostenuto da liste civiche, centro sinistra, senza simboli Pd, talora si tratta di  ex iscritti al partito di Renzi.  Si intrecciano i ballottaggi, dovranno dire qualcosa in proposito, con quanto si muove fuori dal Pd, Articolo1-Movimento democratici e progressisti con D’Alema, Bersani, Speranza in primo luogo. È Alfredo D’Attorre, deputato Articolo1-Mdp, intervistato da Coffee break su La 7 a lanciare un appello “accorato a quegli elettori del centrosinistra più delusi che magari potrebbero avere una remora a votare nei ballottaggi pensando di fare un favore a Renzi. Il voto riguarda le città. Andate a votare e scegliete i candidati di centrosinistra che al di là delle discussioni nazionali sono i più attrezzati per governare.

Con la manifestazione del 1 luglio comincia il cammino di un nuovo soggetto di centrosinistra

Inoltre – conclude D’Attorre – il voto per il centrosinistra nei comuni può favorire anche una evoluzione positiva a nazionale”.  A questo proposito ha ricordato che “con Pisapia stiamo costruendo l’iniziativa  del 1 luglio a Piazza Santi Apostoli”. “Comincia il cammino – afferma D’Attorre – di un nuovo soggetto di centrosinistra che sui temi fondamentali, dal lavoro alla sanità, dalla scuola all’ambiente si caratterizzerà su un progetto di radicale cambiamento”. L’ex sindaco di MiIano si  smarca da Renzi Matteo, anche se sul programma rimane sul generico. Non basta dire lavoro, forse occorre richiamare il jobs act e il suo fallimento, l’attacco ai diritti dei lavoratori, il ritorno dei voucher. Tutti problemi che non potranno restar fuori, o genericamente ricordati, dalla manifestazione promossa da Pisapia con l’adesione di Articolo1. Intervistato dal Resto del Carlino l’ex sindaco di Milano risponde subito alla domanda  che è circolata sui media in questi giorni. Gli viene chiesto: “Il punto è il rapporto con il Pd. Renzi propone un listone unico alla Camera, da Calenda a Pisapia, e una coalizione al Senato. È fattibile?”.

“Il nostro progetto – risponde Pisapia – è autonomo da quello del Pd e in netta discontinuità con gli anomali accordi e alleanze con destra e centrodestra che il Pd ha portato avanti. Il Pd di Renzi ha l’idea della sua autosufficienza e ha ribadito più volte che il segretario eletto è il candidato premier. Non condivido la scelta, né si costruisce una coalizione con tali presupposti. Noi stiamo dando vita a un nuovo e diverso soggetto politico dal Pd. Con una legge elettorale proporzionale ci saranno almeno due o tre soggetti politici diversi nel centrosinistra in una competizione leale e aperta. Noi cercheremo di attirare il maggior numeri dei consensi sul nostro progetto che è alternativo a quello del Pd”.

1 Luglio “Insieme, nessuno escluso”. Gestione non facile della manifestazione

 L’obiettivo è la costruzione di un nuovo soggetto politico che trovi il suo spirito e le sue idee dai territori che, per un anno, si sono impegnati nella costruzione di un campo aperto, progressista, che non si limiti a criticare, ma dia risposte concrete ai bisogni del Paese: le diseguaglianze, le differenze Nord-Sud, i temi del lavoro. La manifestazione si chiamerà “Insieme. Nessuno escluso”. Una manifestazione  la cui “gestazione” non è facile. Ancora non sono stati decisi gli “oratori”. Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana, se non invitato non sarà presente. Se si parla di “Nessuno escluso”, pensiamo non si possa chiedere al segretario di un partito, interessato alla costruzione di una sinistra unitaria, in discontinuità con le politiche del Pd, di fare da comparsa. Critiche alla organizzazione della manifestazione sono venute anche dalla assemblea del Brancaccio, presenti più di due mila persone, promossa da Montanari e Falcone. Forse una schiarita verrà proprio dai ballottaggi. Perlomeno sulle forze in campo.

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