Legge elettorale. Il Pd presenta una proposta provocatoria, un modello tedesco all’amatriciana, metà proporzionale metà uninominale, con sbarramento alto, e rigido controllo delle segreterie sugli eletti. A tarda sera, la sorpresa del testo base, l’Italicum corretto

Legge elettorale. Il Pd presenta una proposta provocatoria, un modello tedesco all’amatriciana, metà proporzionale metà uninominale, con sbarramento alto, e rigido controllo delle segreterie sugli eletti. A tarda sera, la sorpresa del testo base, l’Italicum corretto

Dopo aver ufficializzato in commissione Affari costituzionali della Camera la proposta di legge elettorale che ricalca sostanzialmente il sistema tedesco, o meglio quello che abbiamo battezzato il Berlinellum, che con una variante, si può anche definire Verdinellum, con il 50% di collegi uninominali e il 50% di proporzionale, il Pd con il suo capogruppo, Emanuele Fiano, ha chiesto al presidente della Commissione e relatore, Andrea Mazziotti, che il testo base che sarà presentato tenga conto delle indicazioni contenute nella proposta dem. Il Pd propone un sistema elettorale che preveda dunque collegi, un principio maggioritario e una soglia di sbarramento “media”. Quale sia l’altezza media dello sbarramento lo scopriremo “solo vivendo”.

Emanuele Fiano spiega la proposta del Pd: il Berlinellum, con lista proporzionale breve e bloccata, sbarramento “medio”, ovvero al 5%, e collegi uninominali. Ovvero, controllo totale delle segreterie dei partiti sugli eletti

Il capogruppo Pd in Commissione Affari Costituzionali, Emanuele Fiano, ha spiegato ai giornalisti, al termine della seduta, che “in commissione abbiamo presentato la nostra proposta di legge che vediamo come testo di partenza su cui lavorare. Si tratta di un sistema elettorale che viene incontro sia a chi richiede un sistema elettorale proporzionale per il paese, sia a chi, come noi e altri come la Lega, crede che per il bene del paese, per la sua governabilità e la sua stabilità serva un sistema con dentro dei ‘criteri’ anche maggioritari”. Inoltre, ha proseguito Fiano, “si tratta di un sistema che per metà elegge i rappresentanti in parlamento in collegio con un risultato maggioritario, cioè chi vince il collegio viene eletto. E per metà vengono eletti in liste proporzionali ‘corte’, di circoscrizione, in cui si viene eletti, nel numero, in base al risultato proporzionale del partito. Alcuni partiti, in particolare Forza Italia e Movimento 5 stelle – ha spiegato Fiano -, hanno espresso la loro contrarietà. Noi, che abbiamo senso delle istituzioni, affidiamo questa nostra posizione che è il concertato della mediazione possibile tra le diverse istanze presenti. Dopo di che ci rimettiamo con senso istituzionale al mandato del presidente Mazziotti che questa sera presenterà un testo su cui non faremo ostruzionismo. Ovviamente teniamo le mani libere per proporre i nostri emendamenti che dovranno essere presentati entro il 23 maggio per poi andare in aula il 29”. Un particolare importante, ha spiegato Fiano è che si voterà su una scheda unica senza scorporo. “Ci saranno anche le soglie che saranno figlie di un compromesso tra quanto previsto dalla Camera e quanto previsto dal Senato”. Il calcolo è semplice: 3% alla Camera e 8% al Senato, la soglia compromissoria è esattamente quella tedesca al 5%. Insomma, con i collegi e la lista breve e bloccata, perciò senza preferenze, torna la questione del controllo delle segreterie dei partiti sugli eletti, che è la vera posta in gioco di tutta questa manfrina.

Toninelli, M5S: “la proposta del Pd è incostituzionale. Noi siamo per il Legalicum, corretto”

“Hanno preferito il Verdinellum al Legalicum. Verdini non ha convinto Berlusconi ma è riuscito a convincere Renzi”: con queste parole, espresse dal capogruppo del M5s in commissione Affari costituzionali della Camera, Danilo Toninelli, i pentastellati bocciano la proposta di riforma elettorale del Pd. Toninelli tuona: “E’ completamente incostituzionale e creerebbe il caos. La proposta è quella di Parisi-Abrignani ed è proprio il contrario del tedesco”. “Siamo ancora all’inizio”, ha spiegato Toninelli ai giornalisti a margine della seduta della commissione, “noi manteniamo la disponibilità a ragionare su un modello che ricalchi la nostra proposta sul Legalicum e quella Pd presentata da Fragomeli”. Cosa vuol dire? Il Legalicum non è altro che l’Italicum uscito dalla sentenza della Consulta, con una correzione proposta dal parlamentare Pd Fragomeli, di un ballottaggio tra liste, e non tra coalizioni, qualora nessuna raggiungesse il 37% dei voti, con il quorum fissato al 50% più uno dei votanti, e un premio di maggioranza, del 52% dei seggi in Camera e Senato, che si aggirerebbe attorno al 25%, dal momento che in un meccanismo tripolare o tripartitico come il nostro, nessuno oltrepasserebbe il 30% dei voti. Toninelli dovrebbe saperlo, anche questa proposta risulterebbe incostituzionale. Ma sarebbe funzionale agli interessi di Grillo e dei grillini ed anche di Renzi e dei renziani, ovvero un partito, una minoranza, potrebbe conquistare la maggioranza in entrambe le Camere.

La netta contrarietà di Sinistra Italiana alla proposta Pd spiegata dal capogruppo Marcon

“Sinistra Italiana dice No alla proposta del Pd sulla legge elettorale. Il Pd propone un modello confuso e fondato sul maggioritario, una sorta di Mattarellum ridotto e corretto. Una proposta fasulla utile solo a buttare fumo negli occhi e che rischia di produrre nessuna nuova legge elettorale”, afferma il capogruppo di Si a Montecitorio Giulio Marcon. “Uno stratagemma – prosegue – per far votare gli italiani con l’Italicum corretto dalla Corte. In questo modo si passa dal Porcellum al Verdinellum. Sinistra Italiana è per una legge che abbia un impianto proporzionale, pluralista e con una autentica rappresentanza di tutti gli orientamenti politici. Una legge senza capilista bloccati e senza premio di maggioranza. Non un Verdinellum buono solo a fare inciuci”.

Roberto Speranza, Mdp: “basta col Parlamento di nominati”

“Sulla legge elettorale il Pd cambia idea ogni cinque minuti, saremo alla quinta proposta in una settimana”. Lo afferma il leader di Articolo 1 – Mdp Roberto Speranza a margine della riunione del gruppo dirigente nazionale del movimento in corso a Roma. “Aspettiamo i testi e su quelli ci confronteremo – aggiunge Speranza -, siamo disponibili ad un confronto. Per noi un punto però è fondamentale: basta con un parlamento di nominati, facciamo scegliere ai cittadini i propri eletti”, conclude Speranza.

A sorpresa, in tarda serata, viene presentato il testo base: l’Italicum modificato dall’intervento della Consulta e da qualche “manina” che gioca a disfare

In tarda serata, il presidente Mazziotti comunica la scelta del testo base: arriva ‘l’Italicum bis’, soluzione “minimale”. La proposta, in sostanza, estende l’Italicum così come corretto dalla Consulta al Senato. Introduzione del premio di maggioranza al Senato, per la lista che ottenga almeno il 40%; 50 collegi al Senato, plurinominali con delega al governo; soglie di sbarramento uniformi al 3% sia alla Camera che al Senato, su base regionale; un sistema di liste identico a quello dell’Italicum anche al Senato, con capilista bloccati e preferenze; estensione della disciplina dell’equilibrio di genere prevista dall’Italicum anche al Senato: sono questi i punti chiave del testo. La proposta prevede poi la sostituzione del criterio del sorteggio in caso di elezione in più collegi, con la regola per la quale il candidato risulta eletto nel collegio in cui la lista ha ottenuto la percentuale più bassa. Cambia anche la disciplina della raccolta delle firme. Le modifiche riguardano tre aspetti: l’introduzione della possibilità di sottoscrizione digitale; la riduzione del numero di firme esageratamente elevato previsto dall’Italicum; la modifica del regime delle autentiche. La proposta, però, così come è scritta, porta con sé il rischio che ci siano due maggioranze diverse tra Camera e Senato. Nell’estendere a palazzo Madama la soglia del 40% per ottenere il premio di maggioranza, non viene infatti specificato che la singola lista o partito per poter ottenere il premio di maggioranza debba raggiungere il 40% contemporaneamente sia alla Camera che al Senato. In questo modo ci potrebbero essere due liste o partiti diversi nei due rami del Parlamento a raggiungere il premio. Ad ammetterlo è lo stesso relatore: “Sono consapevole del problema, ma lo deve risolvere la commissione visti i dubbi di costituzionalità”, dice.

Le reazioni dei partiti al testo base: M5S esulta, Pd critica, Forza Italia ci ripensa. Contrari Sinistra Italiana, Mdp, Lega, e ovviamente i verdiniani

L’Italicum bis, il testo base sulla legge elettorale presentato in commissione Affari costituzionali della Camera dal relatore Andrea Mazziotti, piace ai 5 Stelle, ai centristi di Ap, e ad altre forze minori, non dispiace a Forza Italia, che non gradisce le preferenze e vede la strada in salita se non ci dovesse essere il sì del Pd. L’Italicum bis però non trova per ora il plauso del primo partito di maggioranza, il Pd, che non dà per scontato il suo voto favorevole. Non piace alla Lega, ai verdiniani e a Mdp. Non dovrebbe raccogliere i favoriti di Sinistra italiana, contraria ai capolista bloccati e al premio di maggioranza. Nel dettaglio: sono a favore del testo base Alternativa popolare (che conta 27 deputati), Civici e Innovatori (16 deputati), FdI (11 deputati), M5S (88). Forza Italia in teoria è favorevole, ma non si è espressa ufficialmente (50 deputati). Sono contrari: i verdiniani (15 deputati), Lega (19 deputati), Mdp (40 deputati), Si (17 deputati). Stando alle dichiarazioni dei dem, anche il Pd potrebbe bocciare il testo base (282 deputati).

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