
Mille studenti sono sbarcati a Palermo. Partiti ieri da Civitavecchia a bordo della “Nave della Legalità” gli studenti provenienti da tutta Italia si sono diretti verso l’aula bunker del carcere dell’Ucciardone per partecipare alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del ministro Minniti alla cerimonia di commemorazione della strage di Capaci, avvenuta 25 anni fa, in cui morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta. Insieme ai ragazzi, sulla nave hanno viaggiato il presidente del Senato Pietro Grasso, la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, il procuratore antimafia Franco Roberti, il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, il professor Nando Dalla Chiesa. Sul palco allestito nell’aula bunker molti i testimoni della vita e del lavoro di Falcone, fra i quali coloro che hanno raccontato nelle scuole la lotta di Falcone contro la mafia. Nel bunker presenti anche i famigliari delle vittime. Mattarella ha ricordato “quei giorni lontani, 25 anni fa, di Palermo, così drammatici, così cupi e segnati da tanta violenza e tanto dolore”. “Ricordo – ha detto – che rimane vivido in Italia e nel mondo. E provoca tutt’ora orrore e coinvolgimento non solo in chi li subì personalmente e in chi li visse da vicino. Il maxi processo – ha proseguito – ha costituito una svolta radicale nella guerra dello Stato contro Cosa Nostra”. Il Capo dello Stato sollecita “un impegno ininterrotto contro l’attività e la presenza della mafia” e rivolgendosi ai ragazzi ha detto “Ora tocca a voi”. Maria Falcone, la sorella, presente nell’Aula Bunker, intervistata dai giornalisti, ha affermato che “i nostri magistrati appoggiati dalla società civile, hanno dato gravi colpi alla mafia, ma non abbiamo vinto. Questi colpi di coda come quello di ieri (l’uccisione di un boss mafioso, Giuseppe Dainotti, avvenuta proprio a Palermo in una guerra per bande che durava da venti anni ndr) ci dimostra che ancora continua ad esserci una forza della mafia”.
Nel pomeriggio la risposta di Palermo all’appello lanciato dal presidente Mattarella all’impegno di lotta contro la mafia. Dai balconi delle case sono stati esposti lenzuoli bianchi per dire no alla mafia. È stato un saluto della città al corteo di studenti, insegnanti, associazioni che partecipano alla manifestazione “Palermo chiama Italia” nel 25° delle stragi di Capaci e di via D’Amelio. “Scendi giù, scendi giù, manifesta pure tu” lo slogan gridato dai ragazzi partiti dall’aula bunker per raggiungere l’Albero di Falcone dove si riuniscono con il corteo di Via D ’Amelio. Scandiscono slogan, “Palermo è nostra e non di Cosa nostra”, ricordano i nomi di Giovanni e Paolo, Falcone e Borsellino. Le note del Silenzio risuonano davanti alla casa di Falcone. Alle 17,58, ora della strage, viene osservato un minuto di silenzio. Alle 19, a San Domenico, dove è sepolto Falcone, è stata celebrata una messa.
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