
Una community online di 100 persone tra sindacalisti, docenti universitari e imprenditori per discutere di Industria 4.0 e scambiarsi esperienze, con un occhio di riguardo alla grande trasformazione del lavoro: è la piattaforma digitale “Idea diffusa”, lanciata ieri a Roma dalla CGIL, che mira a connettere tutti coloro che si occupano di politiche industriali. Dotata di un newsfeed che raccoglie e aggrega notizie sul web e basata su un repository per una documentazione digitale, questa community è a tutti gli effetti è un’agorà, un luogo di informazione collaborazione, partecipazione e lavoro
Fare rete per comprendere il cambiamento. Fare rete innanzitutto con i lavoratori che – nei territori, dalle categorie e sul loro posto di lavoro – vivono l’innovazione ogni giorno. Ma anche, e soprattutto, nella costruzione di un rapporto con persone esterne al mondo sindacale, per attrarre nuove idee e mettere in moto un processo di contaminazione reciproca. A questo serve Idea Diffusa. Uno strumento nuovo, che utilizza la tecnologia per rendere l’organizzazione in grado di creare intelligenza collettiva e, quindi, di fare qualcosa di antico: essere il collettore di contributi per definire un’idea di progresso. Perché noi non crediamo all’ideologia della disintermediazione, secondo cui la tecnologia rende inutili i corpi intermedi. Idea Diffusa, al contrario, rappresenta un’alleata, uno strumento straordinario per far esplodere tutto il potenziale di chi – come la CGIL – ha una rete fatta di persone.
L’evento ha visto l’introduzione di Fabrizio Solari, coordinatore Ufficio Progetto 4.0 della CGIL nazionale, gli interventi di Valerio De Stefano dell’OIL e di Paolo Falco dell’OCSE, che hanno illustrato lo stato dell’arte dell’avanzamento tecnologico e il quadro internazionale; e del segretario confederale della CGIL Vincenzo Colla, che ha descritto la situazione di Industry 4.0 in Italia. Successivamente è stata presentata la piattaforma Idea Diffusa dalla coordinatrice, Chiara Mancini, e hanno preso la parola per commentarla ed esplorarne le potenzialità esperti come Michele Tiraboschi, Lorenzo Basso, Luca De Biase, Guglielmo Epifani e Marco Tognetti. Ha concluso i lavori Susanna Camusso.
“Sarebbe profondamente sbagliato per il paese immaginarsi che una fase di rivoluzione tecnologica senza governo si traducesse in maggiori disuguaglianze e maggiori povertà”. Così ha esordito il segretario generale della CGIL a margine dell’incontro. “E’ evidente che se uno si domanda quale sia il futuro del lavoro e che effetti abbia la cosiddetta quarta rivoluzione industriale, il tema che si pone è quello delle condizioni delle persone, degli orari di lavoro e anche delle retribuzioni e poi ovviamente come tutto questo incide sui temi dell’universalità”, ha concluso Camusso.