
Dopo il referendum del 4 dicembre 2016, “Costituzione e rivoluzione, la crisi, il lavoro, la sinistra”, il nuovo libro di Paolo Ciofi, edito da Editori riuniti, è un appello a dare attuazione alla nostra Carta, un disegno organico di cambiamento che pone l’economia al servizio degli esseri umani e non viceversa, come oggi accade sotto il tallone del capitale. Un progetto di nuova società da portare in Europa, in cui i bisogni diventano diritti e il fondamento del lavoro ridefinisce i lineamenti della libertà e dell’uguaglianza. Negli scritti di un decennio Paolo Ciofi mette in rilievo la necessità di costruire una sinistra nuova, che faccia asse sulle lavoratrici e i lavoratori del XXI secolo generati dalla rivoluzione digitale, sulle aspirazioni di tutti coloro che per vivere devono lavorare. La sinistra ha senso se sta dalla parte del lavoro, di chi soffre per gli effetti devastanti della crisi. E quindi se assume la Costituzione del 1948 come tavola dei valori nella visione di un nuovo socialismo. Ciofi, a conclusione, mette in evidenza che nello stato di crisi in cui versano l’Italia e l’Europa la lotta per l’attuazione della Costituzione nei suoi principi e diritti fondamentali, consente di avere un punto di riferimento certo e, al tempo stesso, di fare maturare le condizioni per una sinistra di classe, popolare e di massa. In conclusione, la lotta per l’attuazione della Costituzione è il terzo, ma non ultimo requisito della sinistra da costruire. Un fronte – scrive – da aprire adesso.
Un punto di equilibrio tra uguaglianza e libertà di tutti e di ciascuno
Si legge nell’ultima pagina di copertina: “Nel limite posto alla proprietà e al mercato la Costituzione trova un punto di equilibrio tra uguaglianza e libertà di tutti e di ciascuno. La proprietà distribuita, limitata e finalizzata, e il mercato, regolato per soddisfare le esigenze umane e ambientali attraverso l’intervento pubblico e la presenza di soggetti sociali organizzati, promuovono la libertà come padronanza del proprio destino, non come assenza di regole, e l’uguaglianza come giustizia sociale, non come cancellazione dell’individualità e delle differenze. Il pluralismo nelle forme della proprietà, contrapposto al totalitarismo della proprietà privata capitalistica, rende bene l’idea di un percorso aperto, di un progetto riformatore in progress configurato da una Costituzione programmatica che delinea una trasformazione del sistema fino al possibile superamento dei rapporti di produzione capitalistici”.
Paolo Ciofi, saggista e politico, ha pubblica o tra l’altro “Il lavoro senza rappresentenza” (2004), “Viaggio nell’Italia del Lavoro” (2008), “La bancarotta del capitale e la nuova società” (2012), “Togliatti, il rivoluzionario costituente” (2014), in collaborazione con Gianni Ferrara e Ganpaolo Santomassimo, “Del governo della città” (2016). Ha curato con Guido Liguori “Un’altra idea di Europa” e con Gennaro Lopez “Berlinguer e l’Europa. I fondamenti di un nuovo socialismo”. Nel Comitato centrale del Pci dal 1969 al 1986, segretario regionale e della federazione romana, parlamentare e vicepresidente Regione Lazio.
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