
Solo nella giornata di giovedì arriveranno le richieste dell’accusa al processo ‘Mafia Capitale’. Nella giornata di mercoledì da registrare la requisitoria del Procuratore aggiunto, Paolo Ielo che ha ricostruito, sintetizzandolo, il malaffare criminale che si annidava nelle segrete stanze del Campidoglio: “L’insieme delle prove è un karaoke della corruzione” – ha ‘titolato’ – Ielo. Lo stesso pm, davanti ai giudici della decima sezione penale del tribunale di Roma, ha sottolineato poi come dalla ricostruzione effettuata e dalle intercettazioni emerga che “le somme di denaro si ripartivano in rapporto alla quota di partecipazione all’affare e si pagava solo dopo l’affidamento”, in relazione alle gare turbate dagli imputati. Riguardo al rapporto tra Buzzi e l’ex sindaco Gianni Alemanno, l’accusa ha affermato: “Perché Buzzi, che è di sinistra, avrebbe dovuto pagare Alemanno? Su questo aspetto il silenzio assordante di Buzzi dice tutto e ne dimostra l’inattendibilità”.
Il Pm: “Mai come in questo dibattimento si sono avute le prove della corruzione”
Ed è stato ancora una volta l’aggiunto Ielo, in quella che è ormai la 203esima udienza dell’inchiesta “Mondo di mezzo”, a tornare nuovamente sugli argomenti con i quali aveva concluso la sua precedente tranche: l’inattendibilità di Salvatore Buzzi e le numerose prove raccolte che, più che mai, testimonierebbero l’esistenza di una rete di corruzione e di una vera e propria banda organizzata. “Mai come in questo dibattimento si sono avute le prove della corruzione – ha spiegato il pm -.
Le dazioni si ripartivano tra i ‘soci’ in rapporto alla quota di partecipazione agli affari
Le somme di denaro si ripartivano in rapporto alla quota di partecipazione all’affare e si pagasse solo dopo l’affidamento. Il nesso è eloquente e indiscutibile: l’insieme delle prove è un karaoke della corruzione”. Il pm ha proseguito la requisitoria analizzando le posizioni degli imputati, concentrandosi in particolar modo sul presidente della “29 giugno”, ritenuto più volte totalmente privo di credibilità: “Perché il ras delle cooperative si professa uomo di sinistra e poi doveva pagare Alemanno? Su questo aspetto, e sul ruolo di Alemanno, il silenzio di Buzzi è assordante e racconta tutto”.
Il Pm su Panzironi: “Su di lui siamo oltre ogni prova quando Buzzi dice l’ho messo a stipendio”
Ma Ielo si è soffermato anche e soprattutto sulla rete corruttivacostruita dai retaggi del mondo di mezzo, tornando sulla posizione dell’ex ad di Ama, Franco Panzironi: “Siamo oltre ogni prova. ‘L’ho messo a stipendio’, dice Buzzi e questo significa che è a libro paga come questa procura ha di fatto accertato. Tangenti e dazioni continue che finivano alla Fondazione Nuova Italia di Alemanno di cui lo stesso Panzironi è factotum”. E ancora: “Le sembra normale che in Ama si sposti il termine finale di una gara perché i partecipanti non avevano raggiunto un accordo? Questo è accaduto, signor Presidente, in un ufficio della pubblica amministrazione con la benedizione di Fiscon”.
Poi la conclusione della requisitoria odierna: “I processi si fanno con le prove, non con le suggestioni”
Ma perché, prosegue Ielo, “altri che sono stati pagati non sono in questo processo? Per un motivo molto semplice: il rigore che si è seguito nel lavoro probatorio. I processi si fanno con le prove,quelle vere, non si fanno con le suggestioni”. Dalle intercettazioni, inoltre, emergono ulteriori prove che spiegherebbero non solo che “le somme di denaro fossero ripartite tra gli imprenditori in rapporto alla quota di partecipazione all’affare” ma, anche, come le tangenti “fossero pagate solo dopo l’affidamento”.
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