
“È di tutta evidenza che si tratta di un gravissimo atto intimidatorio contro la Polizia di Stato che ha rafforzato la propria azione di contrasto alla criminalità organizzata in quelle terre. Siamo preoccupati, ma non ci faremo intimidire”: così Daniele Tissone, segretario generale del sindacato di polizia Silp Cgil, risponde ai numerosi colpi di arma da fuoco sparati la scorsa notte a San Severo, a pochi chilometri da dove sono morti bruciati due migranti, contro due automezzi del Reparto Prevenzione Crimine della Polizia che da alcuni giorni sono presenti nella cittadina foggiana per un controllo rafforzato del territorio disposto in seguito a numerosi episodi di criminalità verificatisi negli ultimi tempi. “La Cgil pugliese e la segreteria regionale Silp Cgil – prosegue Tissone – hanno espresso immediata solidarietà dopo l’accaduto. Mi unisco anch’io a nome di tutto il Silp denunciando il livello insostenibile di presenza e azioni criminali che colpiscono gli operatori economici della città, avviliscono le possibilità di crescita e mettono a rischio la sicurezza nei cittadini”. “I poliziotti sono sempre in prima linea – conclude il sindacalista – e questo troppo spesso viene dimenticato da chi ha responsabilità politiche e di governo, a tutti i livelli. Ringraziamo le istituzioni locali e la comunità di San Severo che hanno manifestato vicinanza alle forze dell’ordine. Un messaggio deve arrivare a questi criminali: noi non molliamo”.
La Cgil Puglia e il Silp Puglia esprimono infatti “vicinanza e solidarietà agli agenti in servizio” oggetto “di un atto grave e intimidatorio”. La Cgil ha pubblicato le immagini del video a circuito chiuso sul profilo Facebook del sindacato. “Tutto questo mentre la comunità e le istituzioni di San Severo – affermano Pino Gesmundo, segretario regionale Cgil Puglia e Raffaele Rampino, segretario Silp Puglia – stanno con forza denunciando il livello insostenibile di presenza e azioni criminali che colpiscono operatori economici della città, avviliscono le possibilità di crescita e mettono a rischio la sicurezza dei cittadini. Chiediamo a tutte le istituzioni, al Ministero dell’interno, ai dipartimenti ministeriali, a Prefettura e Questura, di monitorare con attenzione quanto sta accadendo nella cittadina dell’Alto Tavoliere e prendere tutte le misure necessarie per far sentire forte la presenza e la vicinanza dello Stato ai cittadini e a chi opera nelle forze dell’ordine”.
Gli spari contro un furgone del Reparto prevenzione crimine
Stando alle prime notizie diffuse subito dopo il grave episodio gli spari, provenienti da un auto avrebbero raggiunto un furgone in dotazione al personale del Reparto mobile della Polizia che era parcheggiato dinanzi all’albergo dove alloggiano gli agenti che sono stati inviati da Bari, nei pressi della stazione ferroviaria. A dare l’allarme è stato il portiere dell’hotel. I proiettili hanno danneggiato la carrozzeria del furgone in tre punti. A diffondere la notizia è stato il sindaco di San Severo, Francesco Miglio, che ha subito contattato il questore di Foggia, Piernicola Silvis al quale ha espresso “la più totale e convinta solidarietà dell’Amministrazione Comunale”. Nei giorni scorsi il sindaco, che aveva iniziato lo sciopero della fame, era stato a Roma per un incontro con il ministro dell’Interno, Marco Minniti, per l’emergenza criminalità nel centro foggiano alle prese con rapine e attentati incendiari. Il ministro aveva predisposto l’invio a San Severo proprio di alcune pattuglia del Reparto Prevenzione Crimine della Polizia.
Si è concluso lo sgombero del “Gran Ghetto”
Le baracche sono state tutte demolite e si è concluso senza incidenti lo sgombero di circa 350 migranti dal gran ghetto nelle campagne tra Rignano Garganico e San Severo, dove nella notte tra il 2 e il 3 marzo in un incendio sono morti due giovani migranti maliani. Secondo quanto riferiscono fonti della prefettura, di Foggia, tutti i migranti che risiedevano nel ghetto hanno trovato ospitalità nelle due strutture in agro di San Severo, allestite dal Comune (ex Arena) e dalla Regione Puglia (azienda agricola Fortore). Dalla Prefettura sottolineano che i migranti, contrari a lasciare il ghetto per il timore di perdere il contatto con i loro fornitori di lavoro che in molti casi sono i caporali, “alla fine hanno compreso che nelle strutture dove sono stati accolti vivranno in una condizione molto più confortevole”. A quanto si apprende, “tutti i migranti presenti nel campo hanno trovato alloggio nelle due strutture”. “Il ghetto – commentano le fonti della Prefettura – è stato sottratto al caporalato” ma l’attività di “contrasto a questo fenomeno continuerà ad ampio raggio, monitorando anche le aziende agricole”.
- Coordinamento per la democrazia costituzionale. Il 25 settembre tutte e tutti alle urne. L’appello - 22 Settembre 2022
- Osservatorio sulla transizione ecologica-Pnrr. Draghi convochi con urgenza una conferenza energia/clima - 19 Maggio 2022
- Costituito il Comitato per il NO ai referendum sulla giustizia - 20 Aprile 2022