
È ormai chiaro che il M5S è preda delle divisioni, almeno nella capitale. Motivo del contendere è lo Stadio della Roma, che spacca le componenti. Da un lato gli irriducibili, gli ortodossi del programma e del dna del Movimento e dall’altra chi invece lungo il percorso politico-programmatico, ha assunto posizioni diverse, ha cambiato idea e dunque si vede costretto ad intraprendere un confronto aspro con chi non vuole dimenticare i motivi ed i programmi che hanno portato alla vittoria a Roma. Questi ultimi, però, non possono più contare sull’apprezzamento del garante del Movimento Beppe Grillo, che pur non entrando nel merito della questione Stadio, impone, comunque, la sua volontà finale. Una replica alle dichiarazioni dell’ultra-ortodossa senatrice Lombardi, che nella costruzione Stadio e di quello che gli ruota attorno, leggi il fallimento, o meglio il tradimento del programma elettorale che ha consacrato la vittoria di Virginia Raggi. Grillo è netto e la sua posizione è chiarissima, non lasciando spazio a chi non è parte in causa delle politiche capitoline, e tra queste, appunto, la Lombardi: “Sullo stadio della Roma decidono la giunta e i consiglieri. I parlamentari pensino al loro lavoro”, si legge sul blog di Grillo in un post scriptum al commento pubblicato ieri dal titolo: “Solo il MoVimento difende la libertà d’espressione in Rete #NoLeggeGambaro”. Già giovedì Grillo aveva “censurato” gli attivisti romani, che guidati da Francesco Sanvitto, coordinatore del tavolo Urbanistica del M5S Roma, sono sulle barricate contro il progetto della società giallorossa.
Lombardi durissima: “Non voglio vedere Roma martoriata per soddisfare la volontà di qualche imprenditore”
Ma ecco le parole della Lombardi che, per l’ennesima volta viene zittita dal vertice del suo Movimento: “Questa è Roma e io non ci sto a vederla martoriata per soddisfare la volontà di qualche imprenditore. Bisogna annullare subito la delibera che stabilisce la pubblica utilità. Mi auguro che l’amministrazione capitolina faccia la scelta giusta e chieda al proponente di avanzare dunque un nuovo progetto che rispetti la legge e la Capitale. Un milione di metri cubi e uno stadio, un solo stadio. Grattacieli, business park, l’equivalente di oltre 200 palazzi in una zona disabitata da secoli. Sapete perché? Perché è a fortissimo rischio idrogeologico. Se non è questa una grande colata di cemento, allora cos’è? “, scrive Roberta Lombardi nel post in cui lancia il suo appello ad annullare la delibera sullo progetto allo studio per cambiarlo.
“Sono sempre stata schietta e ho sempre fatto della coerenza un valore imprescindibile. Non solo in politica, ma nella vita. E anche questa volta lo dico senza mezzi termini: questo non è un progetto per la realizzazione di uno stadio, questo è un piano di speculazione immobiliare che una società statunitense vuole portare avanti ad ogni costo in deroga al nostro piano regolatore, nell’esclusivo interesse di fare profitto sulle nostre spalle. E noi non possiamo permetterlo” avverte la deputata che sottolinea: “Siamo arrivati al governo della capitale garantendo che avremmo segnato un punto di discontinuità con il passato. Questo progetto, approvato dall’ex giunta Marino, non è realizzabile. Lo dico da romanista convinta, come sanno molti di voi, ma qui dobbiamo fare tutti uno sforzo in più e capire che si sta parlando della nostra città. Dove siamo cresciuti, dove continueremo a crescere e dove cresceremo i nostri figli. Questa è Roma e io non ci sto a vederla martoriata per soddisfare la volontà di qualche imprenditore”.
E il quotidiano la Repubblica illustra le quattro prescrizioni della Giunta Marino che precedono l’apertura di qualsiasi cantiere
Sullo stadio della Roma a Tor di Valle al tavolo con la società e il costruttore Luca Parnasi, il tema della discussione non sono solo le cubature del “business park” da ridurre e le torri di Daniel Libeskind da abbassare. A mettere benzina sul fuoco è ancora un volta, il quotidiano la Repubblica che sottolinea: “Quello che la sindaca non dice è che la trattativa verte anche sulle opere pubbliche che Ignazio Marino e il suo assessore all’Urbanistica Giovanni Caudo vollero inserire nella delibera che, a fine 2014, assegnò lo standard di ‘interesse pubblico’ al progetto dell’arena a Tor di Valle. Quattro prescrizioni che la Roma si impegnò a realizzare per agevolare soprattutto la mobilità in quella zona, pena l’annullamento dell’interesse pubblico del progetto”. Che, ricorda oggi Caudo, “sta proprio nelle opere esterne e non certo nello stadio “.
L’ex sindaco Marino illustra il dettaglio delle parti alla base dell’intesa tra Campidoglio e As Roma
Il quotidiano pubblica anche una lettera dell’ex sindaco della capitale Ignazio Marino che indica il dettaglio delle parti chiave dell’intesa del Campidoglio con la Roma e i costruttori. “La delibera della mia Giunta, votata in Assemblea Capitolina il 22 dicembre 2014, dichiarò il pubblico interesse all’opera, condizionandolo, ovviamente, non allo stadio privato, sul quale legittimamente la società sportiva conta per accrescere la propria competitività, ma alle opere connesse all’impianto sportivo e utili alla qualità della vita delle romane e dei romani.
In particolare venne previsto:
1. il potenziamento del trasporto pubblico su ferro a servizio dell’area di Tor di Valle e della città, con frequenza di 16 treni l’ora nelle fasce di punta e un nuovo ponte pedonale verso la stazione FL1 di Magliana (costo a carico del privato: 58 milioni di euro);
2. l’adeguamento di via Ostiense/via del Mare, di cui si parla da decenni, fino allo svincolo con il Grande Raccordo Anulare (costo a carico del privato: 38,6 milioni di euro);
3. il collegamento con l’autostrada Roma Fiumicino attraverso un nuovo ponte sul Tevere (costo a carico del privato: 93,7 milioni di euro);
4. l’intervento di mitigazione del rischio idraulico e di messa in sicurezza dell’area (costo a carico del privato: 10 milioni di euro).
Se verrà a mancare anche una sola di queste opere di interesse pubblico la delibera recita testuale: “(…) il mancato rispetto delle su esposte condizioni necessarie, anche solo di una, comporta decadenza ex tunc del pubblico interesse qui dichiarato e dei presupposti per il rilascio degli atti di assenso di Roma Capitale e della Regione Lazio, risoluzione della convenzione, con conseguente caducazione dei titoli e assensi che dovessero essere stati medio tempore rilasciati”. In sostanza, se si cancellano le opere pubbliche esterne allo stadio, viene meno il pubblico interesse e si deve riscrivere una nuova delibera. È questo lo stallo in cui si è impantanato lo stadio. “A Roma non c’è uno scontro tra voraci palazzinari e quelli che invece vogliono tagliare le unghie alla speculazione immobiliare. Sembra esserci più che altro un gioco, tra chi non vuole, avendo sbagliato percorso, perdere la faccia e chi, il proponente privato, chiede semplicemente certezze”.
Ma contro ed a favore del progetto, flusso inarrestabile di dichiarazioni e note stampa
A questo fuoco di fila segue il solito ricorso di noti e meno noti alla dichiarazione. Eccone alcune, tra le centinaia che nulla ci fanno però sapere su come andrà a finire uno dei capitoli più controversi dell’Urbanistica di Roma Capitale. Tra questi le esplosive dichiarazioni di Vittorio Sgarbi, che si schiera contro la costruzione dell’impianto di Tor di Valle. Vittorio Sgarbi a tutto tondo questa mattina su Radio Cusano Campus,l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso di ECG, format di Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Sgarbi: “I romanisti sono arrabiati? Non me ne importa nulla. A me interessa salvare Roma”
Sgarbi dai microfoni de La Zanzara su Radio 24 e successivamente in un video postato sulla propria pagina Facebook: “I romanisti si sono arrabbiati? Non me ne importa nulla, non mi interessa di compiacere i romanisti, a me interessa salvare Roma. Il Totti che vuole lo stadio non è uno sportivo è un amico dei delinquenti. Quelli sono speculatori, delinquenti, americani. Evidentemente lui avendo il presidente della squadra che è interessato alla speculazione lo difende. Vuoi lo stadio? Chiedi il Flaminio. Non è che una città così importante si rovina per far fare lo stadio agli americani con una operazione speculativa che prevede due o tre grattacieli. Roma non può essere distrutta dagli speculatori, chi è d’accordo con Totti non è romanista, non è romano, ma è un barbaro americano. Quello è un progetto immondo, è l’azione più devastante fatta a Roma dopo il sacco di Roma. Questo è il secondo sacco di Roma. Se tu vuoi essere complice del secondo sacco di Roma sei un barbaro. Un grande calciatore come Totti non può essere servo di un americano, dev’essere libero. La mia sfida va avanti, altrimenti chiamo l’Isis e gli faccio mettere le bombe sotto i grattacieli, così abbiamo risolto. Già hanno fatto saltare le torri gemelle, sarà il destino di queste due, sono un’esca per terroristi. Operazione barbarica, sacco di Roma, in attesa che qualcuno ci metta delle bombe per farle saltare. E’ folle pensare che una città come Roma non sia capace di fare le Olimpiadi ma faccia uno stadio solo per gli interessi speculativi di un americano”.
Dal M5S capitolino escluso qualsiasi rischio scissione. Eleonora Guadagno: “Lombardi ha ribadito quella che è una linea del Movimento”
“Non c’è assolutamente un rischio scissione” nel M5s dopo quanto scritto questa mattina da Roberta Lombardi e Beppe Grillo. “La Lombardi ha voluto ribadire quella che è una linea del M5s. O riusciamo a ottenere lo stadio con il minimo della cubatura e di cementificazione possibile oppure, se è previsto un grande quantitativo di cementificazione con lo stadio, non è accettabile per la nostra visione politica. Stiamo cercando semplicemente di vedere come convogliare queste linee”. Così la consigliera capitolina del M5s, Eleonora Guadagno, lasciando la commissione Urbanistica, commenta il dibattito interno al Movimento sullo stadio della Roma. “Stiamo ancora analizzando tutte le carte che sono sempre in evoluzione e ancora una visione chiara, anche a livello legale, non l’abbiamo al 100% – continua -. In base a questo poi decideremo come gruppo con tutti i dati necessari di prendere una posizione o un’altra. Noi siamo contrari alla cementificazione però favorevoli a quello che è un nuovo sviluppo, legittimo. Non tutti hanno tutte le carte in mano, soprattutto chi sta all’esterno come i cittadini e gli attivisti. Quindi devono solo aspettare, prendere un attimo di tempo e aspettare come noi di avere tutti i dati sul tavolo”. Non c’è un gruppo dei consiglieri critici rispetto al progetto? “Assolutamente no – risponde la Guadagno – Non è che non ci siano critiche al progetto, c’è un dibattito in fervore all’interno, ma siamo tutti più o meno sulle stesse linee, c’è una visione vicina tra le parti. Magari si discute sui dettagli, però appena avremo tutte le carte daremo la nostra linea politica definitiva sullo stadio”.
Il Codacons annuncia un esposto all’autorità anti-corruzione ed istanza di accesso agli atti del progetto
“Il Codacons annuncia un esposto all’Autorità Anticorruzione sul nuovo Stadio della Roma e invia oggi una istanza d’accesso per verificare la correttezza di tutti i pareri relativi al progetto”. Così in una nota il Codacons. “Su un’opera così importante e dall’impatto immenso sulla città non possono essere solo i tifosi del calcio a decidere – afferma il presidente Carlo Rienzi – I dubbi sul progetto sono numerosi, e per questo crediamo debba intervenire l’Anac, alla quale invieremo oggi un esposto affinché svolga la necessaria attività di verifica su tutti gli atti finora emessi e relativi allo Stadio. Vogliamo inoltre accertare la correttezza dei pareri e delle valutazioni ambientali sul progetto, e pertanto abbiamo inoltrato una istanza d’accesso ai sensi della legge 241/90 al Comune, al Ministero dell’Ambiente e a tutti gli enti coinvolti, che ora entro 30 giorni dovranno fornire risposta alle nostre richieste”.
“La tesi del sindaco Raggi circa una possibile causa milionaria in caso di stop allo Stadio non sta in piedi – prosegue Rienzi – Anche per le Olimpiadi, infatti, la precedente amministrazione aveva già varato atti formali, ma ciò non ha impedito alla giunta Raggi di bloccare il progetto. Siamo favorevoli al nuovo Stadio della Roma, ma solo a condizione che l’opera – e la volontà dei tifosi – non calpesti la sicurezza, l’ambiente e gli interessi della città”.
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