Roma. Giovane studentessa cinese morta a dicembre, il patteggiamento evita la galera ai ladri. Uno a piede libero e l’altro ai domiciliari

Roma. Giovane studentessa cinese morta a dicembre, il patteggiamento evita la galera ai ladri. Uno a piede libero e l’altro ai domiciliari
Hanno scelto di patteggiare la pena i due ventenni del campo nomadi di via Salviati a Roma, accusati di aver derubato Zhang Yao, la studentessa cinese di 20 anni morta il 5 dicembre scorso investita da un treno mentre inseguiva i suoi borseggiatori. Seferovic Sherif, che ha concordato una pena di due anni di reclusione, ha ottenuto la libertà, mentre Gianfranco Ramovic, che ha patteggiato un anno e mezzo, sarà detenuto ai domiciliari. 
 
L’aggressione e l’inseguimento, poi l’arrivo del treno – I due nomadi hanno dovuto rispondere dell’accusa di “furto con strappo” perché quel 5 dicembre, insieme a un altro complice minorenne (di 16 anni), sorpresero la studentessa cinese mentre usciva dall’ufficio dell’immigrazione – dove doveva ritirare il permesso di soggiorno – e le strapparono dalle mani la costosa borsa che portava con sé. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, la ragazza avrebbe inseguito i borseggiatori e proprio mentre cercava di raggiungerli sarebbe stata travolta da un treno, in zona Tor Sapienza. Il corpo della giovane era stato segnalato dagli operai di una vicina fabbrica ai Carabinieri vicino alla ferrovia. Le ultime notizie che si avevano della studentessa, prima che venisse ritrovato il suo cadavere, erano quelle di una telefonata ad un’amica, fatta proprio poco prima di scomparire, e in cui a un certo punto Zhang Yao urlava: ”Aiuto, mi stanno aggredendo”.
 
I due nomadi rintracciati in pochi giorni – I due ladri erano stati identificati poco tempo dopo l’aggressione. Ramovic era stato fermato dagli uomini della Polizia di Stato qualche giorno dopo il ritrovamento del cadavere – che era avvenuto il 9 dicembre – della cinese, mentre Sherif, aveva preferito costituirsi alle forze dell’ordine. 
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