
Mi dice un amico economista, cui ho chiesto un parere sull’Indicatore Istat che segnala per l’Italia “prospettive di miglioramento dell’attività economica nei prossimi mesi”, che ormai siamo vicini al Carnevale, ogni scherzo vale. Già è proprio così, domenica il carnasciale, per dirla alla fiorentina, prenderà il via. Ci accompagnerà fino al martedì grasso, 28 febbraio. Sarà un’orgia di legge elettorale, congressi sì o no del Pd, liste bloccate. Consoliamoci con le favole dell’Istat cui non crede neppure il ministro Pier Carlo Padoan, di solito un po’ svagato quando gli viene chiesto un parere sul nostro futuro. In effetti tutti gli indicatori economici non segnano bel tempo e anche l’Istat, malgrado l’ammuccchiata di numeri che ci propina in modo da confondere le acque, in fondo non crede molto al suo “indicatore” tanto che parla di “timidi segnali positivi”. Il ministro dell’Economia, che quando diluvia ti dice che splende il sole, si mostra molto preoccupato. Lo spread, anche alla chiusura della giornata borsistica, continua a navigare verso l’alto, qualche decimo sopra quota 200 mentre ieri a chiusura dei mercati il rapporto fra i nostri bot e i bund tedeschi si era fermato a quota 199. Dice Padoan, che si mostra “preoccupato”: “Le vicende di questi ultimi giorni e di queste ultime ore ci ricordano in modo sgarbato (forse si riferisce alle ‘più velocità’ di cui ha parlato Merkel a proposito della Ue? Ndr) come un Paese ad alto debito non possa non occuparsi della sua discesa. Per il governo, la riduzione del debito resta un obiettivo generale. Certamente non ha aiutato la deflazione dell’anno scorso. La deflazione fa male al debito perché lo fa aumentare”. Certamente Renzi Matteo non la prenderà bene perché la deflazione non è arrivata per caso. Lui era al governo, con la politica dei bonus, tutto a debito.
Federconsumatori e Adusbef: non è il caso di cantare vittoria
Molto critici nei confronti dell’Istat Federconsumatori e Adusbef i cui presidenti, Trefiletti e Lannutti, definiscono “decisamente troppo rosee le previsioni Istat in merito alla crescita nel nostro Paese”. L’Istituto di Statistica parla di “prospettive di miglioramento dell’attività economica per i prossimi mesi ma si tratta di una deduzione che non riteniamo possa corrispondere alla realtà. I dati parlano chiaro: dal 2012 ad oggi la domanda interna ha subito una contrazione del -10,8% (pari ad una minore spesa di circa 76,7 miliardi di Euro) e le famiglie, a causa dell’elevatissimo tasso di disoccupazione, sono costrette a farsi carico di figli e nipoti senza lavoro, con una spesa di circa 450 Euro al mese. Inoltre negli ultimi mesi sono stati sì riscontrati alcuni segnali incoraggianti ma questi stessi dati sono ancora troppo incerti, discontinui e altalenanti per poter essere considerati come evidenze di uscita dalla crisi. Non bastano dei valori positivi sparsi qua e là per poter cantare vittoria e inneggiare alla ripresa – concludono – perché il nostro sistema economico non riesce ancora ad emergere dalle criticità che lo attanagliano ormai da anni. E’ necessario imprimere una svolta e guardare avanti, puntando con decisione verso lo sviluppo e intervenendo per rilanciare il mercato occupazionale”.
Perché lo spread cresce? Molti problemi irrisolti, sistema bancario e fisco
Del libro delle favole Istat non fa parte evidentemente lo spread. Come suggerisce il professor Giacomo Vaciago, economista e docente alla Cattolica di Milano, intervistato da Repubblica, “Lo spread è un termometro della tensione. Quando c’è un problema, il vecchio caro spread lo misura. Sono saliti un po’ tutti, quello francese più del nostro. Ma il punto è un altro: perché lo spread cresce? Perché ci sono problemi irrisolti in Europa, a partire dal sistema bancario e dalle politiche fiscali. E il primo è la carenza di visione strategica complessiva”. Mettete insieme spread e mancanza di “visione strategica complessiva” e il gioco è fatto. Gli viene chiesto se non basta l’Europa a due velocità. La risposta è secca, smentisce ottimismi, a partire da quello di Romano Prodi, ministri, dirigenti del Pd. “No, non basta – afferma – perché nessuno spiega cosa vuol dire. Non illudiamoci che sia semplice realizzare un nucleo forte di paesi e l’altro satellite. E’ piuttosto vero il contrario. Procedere a velocità diseguale non è una scorciatoia, ma un impegno più costoso di quello che immaginiamo. Perché hai tanti sbocchi e occorre stabilire condizioni ancora più precise sulla strada dell’integrazione. O l’Europa è in grado di reagire unita o ognuno va per sé, come accade ora con l’Europa a ‘enne’ velocità. Proprio quello che Trump ci chiede. E che non dovremmo essere”.
Merkel abbassa i toni. Non club esclusivi. Le diverse velocità esistono già
Angela Merkel, a fronte delle tante critiche che le sono piovute addosso ha cercato di precisare. “Non devono esserci club esclusivi in cui altri stati membri non possono entrare. Le diverse velocità già esistono”. Ancora: “Dobbiamo essere molto cauti sui cambiamenti dei trattati europei. Quando si convoca una convenzione in Europa si deve sempre mostrare dove vogliamo andare. Abbiamo un obiettivo comune? Oppure ognuno ne ha uno diverso?”. Attendesi risposta. Intanto la giornata di Piazza Affari ha continuato a dare segnali negativi con un -0,17, anche le altre borse europee non stanno meglio: Parigi -0,48, Madrid -0,29, Londra -0,20. Non è valsa la dichiarazione “distensiva” della cancelliera Angela Merkel. Ci vuole ben altro. Come dice Vaciago “manca una visione strategica complessiva”.
Fratoianni: inchiesta sulle Banche affidata a Verdini o ad uno a lui vicino ?
Forse però chi ha questa “visione” c’è. Ce lo racconta Nicola Fratoianni, deputato di Sinistra Italiana.”Vabbé – dice – che nella lotta contro l’hackeraggio le grandi aziende e gli Stati scelgono proprio gli hacker pentiti più bravi ed esperti. E di banche e bancarotte in effetti pare che Verdini se ne intenda parecchio. Ma arrivare, come si legge in alcune indiscrezioni giornalistiche, ad affidargli o ad affidare ad un parlamentare a lui vicino la presidenza della commissione di inchiesta parlamentare sulle banche è davvero troppo. Dalle parti del Pd hanno qualcosa da dire in merito per smentire questo scambio vergognoso o pensano davvero che possa avere questo incarico?”. Ancora la smentita non è arrivata.
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