Camusso: il decalogo Madia sui licenziamenti dei dipendenti pubblici? La solita scappatoia. Il problema è il rinnovo dei contratti. L’Inps frena: per i controlli servono risorse adeguate

Camusso: il decalogo Madia sui licenziamenti dei dipendenti pubblici? La solita scappatoia. Il problema è  il rinnovo dei contratti. L’Inps frena: per i controlli servono risorse adeguate

Viene anche  dall’Inps  uno stop alla ministra Madia e al suo decreto definito da Susanna Camusso, segretario generale della Cgil “il decalogo dei licenziamenti” dei dipendenti pubblici. In una dichiarazione all’Adnkronos, Piccioni, il coordinatore generale dell’area medico-legale dell’Istituto che dovrebbe farsi carico delle visite fiscali, afferma: “Siamo pronti a effettuare i controlli sulle assenze per malattia dei dipendenti pubblici, oltre che dei lavoratori privati, ma serviranno risorse adeguate“.

Nel merito del provvedimento annunciato dalla ministra Madia che sarà inserito nel decreto attuativo della cosiddetta riforma della Pubblica amministrazione previsto per metà febbraio, il giudizio della Camusso è di quelli che non lasciano spazio ad equivoci. E’ un no netto. “Nel momento in cui non hanno proposte – afferma – cercano di intervenire sulla pubblica amministrazione invocando i licenziamenti. È un ritornello che sentiamo da lungo tempo. Mi sembra la solita scappatoia”. Un decalogo che, del resto, appare superfluo visto che già la riforma Brunetta, data 2009, permette di allontanare fannulloni e furbetti del cartellino. Nel testo di cui sono note solo anticipazioni di stampa saranno  indicate le “situazioni limite” per far scattare il licenziamento. Viene inoltre rivisto tutto il percorso delle diverse azioni disciplinari. “La cosa che non si capisce – prosegue Camusso – è come intendono attuare l’accordo del 30 novembre per dare effettivamente il via al rinnovo dei contratti pubblici, cancellando quelle parti di legislazione, in particolare la legge Brunetta e la Buona Scuola, che hanno sottratto materia alla contrattazione, ma soprattutto hanno sottratto la capacità di rendere la pubblica amministrazione aderente alla realtà”.

Dal ministero si mostra “stupore” per l’attacco della Cgil e si afferma di lavorare “in contatto continuo con i sindacati” per dare attuazione all’accordo sul rinnovo contrattuale, fermo da circa otto anni, di cui gli ultimi tre vedono in carica  la ministra Madia. Si fa sapere inoltre che “i licenziamenti non sono mai stati problema centrale della riforma del pubblico impiego”. Se così fosse non si capisce perché proprio al  decalogo è stata data larga pubblicità diffondendo, ufficiosamente, tante notizie. Sempre  Massimo Piccioni,  coordinatore Inps,  fa presente che “il Mef dovrà trasferire risorse adeguate per potenziare i controlli, per assicurare la continuità ai medici già iscritti nelle liste speciali dell’istituto ed eventualmente ampliare la platea trasferendo le professionalità dei medici delle Asl. I quali vengono pagati a visita e di recente abbiamo dovuto ridurre la loro attività per tagli imposti da esigenze di bilancio”.

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