Hotel Rigopiano, un disastro immane, fra terremoti, nevicate, valanghe. Dedichiamo il nostro giornale alle vittime di questa tragedia

Hotel Rigopiano, un  disastro immane, fra terremoti, nevicate, valanghe. Dedichiamo il nostro giornale alle vittime di questa tragedia

Non ce la sentiamo di raccontare gli eventi in Italia e in tanti altri Paesi come facciamo ogni giorno. Eventi importanti che riguardano la politica, l’economia, le guerre, il nostro governo alle prese con la Commissione Europea che ci chiede di rivedere il Bilancio; la parata, con contestazioni, che si annuncia per venerdì quando Trump prenderà possesso della presidenza degli Stati Uniti. E tante altre cose, fra cui Renzi Matteo alle prese con la formazione di una nuova segreteria del Pd. Tutte notizie, le nostre aperture, che possono attendere.

Bene hanno fatto le alte cariche dello Stato, a partire dal presidente della Repubblica, ai presidenti di Camera e Senato, a far tacere le polemiche, a stringersi in un abbraccio forte, forte, alle popolazioni colpite dal terremoto ed ora dalla neve, a piangere le vittime, ancora incerto il numero, del resort che frana, della valanga di neve  che ha fatto scomparire l’Hotel Rigopiano, il fiore all’occhiello di queste montagne. E’ diventato neve, la piscina coperta è sprofondata di un piano sotto l’ingresso. Un fronte di oltre trecento metri  si è staccato dai 2400 metri di parete del Monte Siello con una forza tale che ha spostato l’albergo di una decina di metri. E’ stata aperta una indagine per omicidio colposo, è doveroso farlo in casi come questo, tenendo conto che  per una struttura del genere, il luogo dove era collocata risulta pericoloso in caso di forti nevicate.

Le cronache che riempiono le pagine di tutti i quotidiani, telegiornali, giornali radio, ci raccontano le ore terribili vissute in questi paesi, le paure e le angosce di chi spera ancora che fra la neve  ci siano familiari vivi, il lavoro di chi è arrivato, rischiando la vita, per soccorrere chi ha bisogno. E’ come se sentissimo le grida di un cuoco, Giampiero Parete, che dà per primo l’allarme, alla 17,30. Chiama un suo amico ristoratore, grida, “Aiutami, è caduta una valanga. L’albergo non c’è più, è sparito, è sepolto”. Il ristoratore, Marcella, si mette in contatto con il Centro di coordinamento della Prefettura, ma non gli credono. “Mi sento rispondere – dice ai cronisti – abbiamo chiamato due ore fa  e l’albergo era tutto a posto. Non hanno voluto prendere per vera la mia versione. Io ho insistito: ho chiamato 115, 117, 118, 113, 112. Fino a quando alle 8 si sono messe in moto le macchine”. L’uomo assicura – scrive l’inviato di Repubblica – di essere rimasto in contatto con il superstite, anche tramite sms: “Mi ha detto: sono tutti morti”. “Giampiero – prosegue Marcella – e tutti gli altri ospiti dell’albergo avevano pagato e avevano raggiunto la hall, pronti per ripartire non appena fosse arrivato lo spazzaneve. Intorno alle 15 gli avevano detto. Ma l’arrivo è stato posticipato alle 19. Avevano preparato già le valigie, tutti i clienti volevano andare via”.

Situazioni disperate vissute dalle popolazioni. La vacanza è diventata tragedia. L’ondata di scosse sismiche

Le cronache raccontano situazioni disperate di cui la montagna di neve e ghiaccio che ha seppellito l’Hotel Rigopiano è solo il tragico epilogo. Si possono ricordare l’appello di 12 famiglie che  erano senza elettricità da tre giorni, ci sono bambini piccoli, chiedono aiuto, le telefonate arrivate a parenti ed amici da coloro che trascorrevano qualche giorno di vacanza. Vite umane, vite perdute. La vacanza è diventata tragedia. Ha fatto passare in secondo piano la vita dura, difficile, di migliaia di persone che hanno visto distrutte le loro case. E’ la dimensione  del terremoto, un movimento continuo della terra che sembra non avere mai fine che definisce i confini della tragedia. 500 scosse, una ogni tre minuti, tra ieri ed oggi, Dal 24 agosto si sono susseguite migliaia di scosse sismiche di cui ben 900 comprese fra magnitudo 3 e 4, 57 fino a magnitudo 5, nove sopra 5. Un calvario cui si è aggiunta la neve, a getto continuo. Noi siamo con questa gente, con queste persone, con coloro che piangono la morte di familiari, di bambini, con chi ha prestato e presta soccorso in condizioni proibitive, rischiando la vita. La solidarietà, certo importante, non basta. È la base per impegnare  governo, Parlamento, forze politiche e sociali, a fare il proprio dovere. Ricostruire paesi e città è il modo migliore per onorare le vittime di un disastro immane.

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