Renzi Matteo non si può contestare. La questura di Firenze vieta un corteo di “autorganizzati”. Tentano di avvicinarsi alla Leopolda. Autoblindo bloccano gli accessi. Cariche della polizia. No alla violenza

Renzi Matteo non si può contestare. La questura di Firenze vieta un corteo di “autorganizzati”. Tentano di avvicinarsi alla Leopolda. Autoblindo bloccano gli accessi. Cariche della polizia. No alla violenza

Manifestazione contro Renzi a Firenze. Scontri e cariche. Un  agente ferito. Lancio di lacrimogeni e di ortaggi. Lancio di pietre e lacrimogeni. Due agenti feriti. Tre agenti feriti. Nel corteo antirenzi infiltrati incappucciati violenti. Isolati i violenti. Divelti cassonetti. Una sbarra di ferro impugnata da un manifestante. E potremmo continuare a dare conto dei titoli comparsi sui quotidiani on line, articoli con firme di tanto di inviati a seguire la Leopolda, i quali alle ore 16, quando, pare, è iniziata la manifestazione dei “no Renzi”, evidentemente non si trovavano all’interno della ex Stazione, ma per strada a circa un chilometro, forse più, di distanza dal luogo degli incidenti. Grazie al dono dell’ubiguità di cui, evidentemente, godono gli inviati speciali al seguito di Renzi, mentre riferivano degli incidenti  davano conto anche di quanto stava avvenendo nella sala in cui il premier e segretaro del Pd si stava esibendo insieme  alla sua corte.

Noi non eravamo sul luogo. Ci dobbiamo accontentare di vedere video, fotografie, di leggere articoli che seppur firmati, hanno il taglio del verbale di polizia. L’obiettivo è quello di far passare chi manifesta il suo dissenso, la protesta contro la politica del governo, chi  è contro il salva banche per esempio, chi fa campagna per il “no” alla riforma costituzionale, come dei pericolosi individui, che attaccano le forze dell’ordine, gettano nel caos intere città, spaccano vetrine, lanciano  bombe carta, cercano lo scontro.

Quanto  avvenuto non si può riassumere in uno scontro fra manifestanti e polizia

Ma tutto questo, per chi ha vissuto le stagioni delle manifestazioni, delle lotte dei lavoratori, degli studenti, è storia nota, come è noto il rifiuto della violenza come metodo di lotta politica. Ma la realtà di quanto avvenuto a Firenze non si può riassumere in uno scontro fra manifestanti e polizia. Guardando un po’ di foto stentiamo a credere che uomini e donne, anziani in particolare truffati dalle banche, portavano cartelli inequivocabili, si siano resi responsabili di episodi di violenza, così gli esponenti del “Comitato Firenze dice no”, di altri comitati, quelli del “no alle grandi navi” giunti da Venezia, giovani di comitati di studenti. Volevano solo aver garantito il diritto di manifestare, di far sentire a  Renzi Matteo la loro protesta, le loro richieste scritte nei cartelli e negli striscioni. Un migliaio di persone, forse più.voleva che quelli chiusi dentro la “Leopolda” sentissero il loro fiato. Da vicino. Ma ciò era stato proibito dalla questura. Gli ordini venivano all’alto e non c’era niente da fare. Il giorno prima del corteo dicono gli organizzatori, ci hanno detto di no, che non si poteva arrivare neppure nelle vicinanze della Leopolda. Al massimo  poteva essere  permesso  un presidio a circa due chilometri  di distanza dal luogo dove Renzi celebrava se stesso. La città veniva  blindata, le vie  di accesso verso la vecchia stazione bloccate da autoblindo, ovunque agenti in assetto antisommossa. Dice il sindaco di Firenze, ultrà renziano, che si è trattato di guerriglia, che manifestare è lecito ma rispettando la legge. Giusto. Gli episodi di violenza non si possono che condannare. Ma qual è la legge per cui non si può manifestare, contestare la politica del governo, del premier se non a qualche chilometro di distanza dal luogo in cui si svolgono manifestazioni renziane?

Il premier non accetta contestazioni. Sempre più blindate le sue uscite pubbliche

Ormai è una regola. Durante le feste dell’Unità chi si avvicinava agli ingressi veniva ricacciato indietro. Così avviene quando il premier partecipa a inaugurazioni, prime pietre, convegni con associazioni di  imprenditori, firme fasulle di “patti” con Regioni, Comuni E ovviamente già che c’era un patto è stato stretto con Firenze. Renzi non accetta contestazioni. Non vuole sentire fischi. Preferisce zone blindate. Il presidente che “guarda in faccia” i capi di governo e di stato di tutto il mondo, il futuro leader dell’Europa, teme  la vicinanza dei “suoi” cittadini. Meglio tenerli a distanza. Anche con le autoblindo.

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