
“L’assemblea delle Rappresentanze Sindacali Unitarie della Regione Lazio, riunitasi oggi”, scrive la Funzione Pubblica Cgil di Roma e Lazio in una nota “ha approvato a larghissima maggioranza l’indizione dello stato di agitazione del personale per scongiurare tra l’altro l’ulteriore pesante taglio del salario accessorio e lamentando l’assenza di una vera trattativa al tavolo negoziale. L’Amministrazione sta di fatto mettendo in campo tutti i presupposti per procedere con un atto unilaterale, chiudendo ogni spazio e continuando a tentare, senza riuscirci, di dividere il sindacato e i lavoratori”.
Il sindacato Cgil del pubblico impiego prosegue: “Come si spiegherebbe in modo diverso la proposta presentata il 24 ottobre, fatta di soli tagli lineari che produrrebbero una perdita media di oltre 1.000 euro annue a lavoratore? Per non parlare del mancato rispetto degli accordi sottoscritti o del contratto/farsa approvato in Consiglio regionale dall’Amministrazione e da una minoranza delle organizzazioni sindacali, poi categoricamente respinto dalla nostra organizzazione e dalle Rsu stesse”.
Infine, “Come Fp Cgil continueremo, sin dal prossimo incontro di delegazione trattante previsto per lunedì 14 novembre, a ricercare spazi per raggiungere un’intesa. Ma di fronte a certi atteggiamenti di incomprensibile chiusura e al silenzio del Presidente Nicola Zingaretti è evidente che verranno messi in campo tutti gli strumenti, a partire dalla mobilitazione, per ottenere contratti decentrati ‘veri’ – non atti d’imperio -, rispetto degli accordi sottoscritti e dignità per le relazioni sindacali nell’interesse dei lavoratori regionali tutti”.
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