
L’autoproclamato califfo Abu Bakr al Baghdadi, leader di Isis, sarebbe intrappolato a Mosul, la seconda città irachena, dove dal 17 ottobre scorso è in corso l’offensiva di una forza mista guidata dalle truppe di Baghdad. Truppe che martedì, per la prima volta dopo la fuga precipitosa del giugno 2014, sono rientrati in città. Lo riferisce il quotidiano britannico The Independent, che cita Fuad Hussein, capo di gabinetto del presidente della regione autonoma del Kurdistan iracheno, Massoud Barzani. “Baghdadi è lì e se venisse ucciso questo comporterebbe il collasso dell’intero sistema Isis”, ha sostenuto Hussein, che ricorda come al Baghdadi non si faccia vedere da almeno 9 mesi. I jihadisti sunniti di Isis conquistarono Mosul 28 mesi fa e il 29 giugno 2014 dal pulpito di una moschea al Baghdadi annunciò la creazione del sedicente ‘califfato’, che avrebbe avuto due teste: un in Iraq con capitale Mosul ed una in Siria a Raqqa.
A combattere contro le forze governative a Mosul sarebbero rimasti, dunque, solo combattenti iracheni dello Stato Islamico (Isis), rivela all’agenzia di stampa Askanews una fonte vicina all’intelligence della regione autonoma del Kurdistan iracheno, secondo la quale “il grosso dei Foreign Fighters è fuggito in Siria. Secondo fonti dell’intelligence turca, in città sono rimasti solo i combattenti iracheni” dell’organizzazione terroristica, ha detto la fonte aggiungendo tuttavia che “secondo le informazioni in nostro possesso, a Mosul sono rimasti almeno un migliaio di combattenti stranieri”. Riguardo alla situazione sul terreno, la fonte dell’intelligence curda ha spiegato che “la battaglia vera avverrà nella parte meridionale e settentrionale di Mosul e questo perchè quelli dall’Isis hanno minato i 5 ponti sul Tigri mentre il sesto è stato distrutto da aerei Usa”. La fonte non crede quindi che le forze irachene penetrate nei quartieri orientali (sulla sponda est del fiume Tigri) proseguiranno verso il centro della città. Per la fonte di Askanews, non ci sarà neppure un attacco dalla parte occidentale del capoluogo, quella che si estende fino alla frontiera con la Siria e tuttora controllata dagli uomini del Califfato: “Il ventilato attacco su Tel Afar (città a una cinquantina di chilomteri a ovest di Mosul) è un diversivo per non favorire la fuga dei jihadisti verso la Siria. Se tutte le informazioni in nostro possesso venissero confermate – ha aggiunto la fonte riferendosi soprattutto alla presunta fuga dei Foreign Fighters – la battaglia per Mosul potrebbe finire in tempi inferiori rispetto a quelli preventivati”.
Intanto, le truppe irachene sono impegnate in violenti combattimenti con le “sacche di resistenza dei jihadisti a Gagjali”, il quartiere est di Mosul dove le forze di Baghdad hanno sbaragliato l’Isis due giorni fa, entrando in città dopo 15 giorni di offensiva. Sul fronte ovest, almeno 15 combattenti delle milizie filo-Iran, Hashd al Shaabi sono rimasti uccisi a Tall Afar per le trappole piazzate dall’Isis. I feriti sono 30, annuncia un comandante citato da Rudaw.
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