
Botta e risposta tra la Uil e la Cgil sui rapporti tra il sindacato e il governo mentre sono in difficoltà la trattativa sul rinnovo dei contratti nel pubblico impiego e l’applicazione delle norme definite dal cosiddetto APE, ovvero l’uscita anticipata dal lavoro attraverso un meccanismo di prestiti bancari di durata ventennale, che farebbe perdere al futuro pensionato un sacco di quattrini, per interessi, per polizze assicurative e per riduzione del potere d’acquisto. Lo scorso 5 novembre, nelle conclusioni della Conferenza di organizzazione, il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, aveva detto: “Se ci sono le risorse e le condizioni, siamo pronti a firmare il contratto del pubblico impiego anche da soli”, proseguendo a distanza la polemica con la Cgil che aveva criticato il poco entusiasmo del sindacato all’idea di una mobilitazione sui contratti, pubblici e privati, “non ha derubricato la parola mobilitazione dal suo vocabolario”. “Siamo sempre pronti alla lotta se non si rinnovano i contratti ma non ora che il nostro pensiero va ancora ai terremotati. E quando il governo dice cose che ci convincono non abbiamo problema a dire che ci convincono, non dobbiamo dire no per forza, perché siamo il sindacato del merito”, ha aggiunto. Insomma, l’apertura di credito del leader della Uila al governo non poteva non suscitare una replica da parte della Cgil. Replica che è pervenuta lunedì 7 novembre, con un duro comunicato di Serena Sorrentino, segretario generale della Funzione Pubblica del sindacato di Corso d’Italia.
“Non so che rapporti intercorrano tra il segretario generale della Uil Barbagallo e il presidente Renzi che portano a dire al leader della Uil che il contratto è a portata di mano e che non si fanno mobilitazioni”, scrive Serena Sorrentino, stigmatizzando le dichiarazioni del numero uno di via Lucullo, Carmelo Barbagallo, circa il rinnovo dei contratti pubblici. “Noi – prosegue la dirigente sindacale – non abbiamo una linea privata con la presidenza del Consiglio, stiamo ai dati e ai fatti resi pubblici: da un lato la legge di bilancio, dove anche in ragione della mobilitazione le risorse per il rinnovo dei contratti sono aumentate rispetto ai 300 milioni dello scorso anno, ma che non bastano per un contratto dignitoso, e dall’altro l’impegno della ministra della Pa Madia di avviare il confronto sulla normativa, in particolare sul superamento della legge Brunetta, che ad oggi ancora non è cominciato”.
Su queste basi, fa sapere Sorrentino, “le categorie dei servizi pubblici di Cgil, Cisl e Uil, unitariamente, hanno ribadito la necessità di avviare un confronto di merito per sondare e capire le possibilità concrete di un accordo e per misurarsi con la sfida dell’innovazione del sistema contrattuale pubblico. Se esistono accordi politici informali, almeno per correttezza nei confronti dei lavoratori, se non per rispetto delle relazioni unitarie, sarebbe giusto renderli noti. Credo che tutti abbiamo lo stesso obiettivo, cioè fare dei buoni contratti”, conclude Serena Sorrentino.
Ed ecco, a stretto giro di Agenzie di stampa, la controreplica della Uil: “Vorremmo tranquillizzare la segretaria generale della Fp-Cgil, Serena Sorrentino, che non esiste alcun rapporto particolare fra la Uil e la presidenza del Consiglio e che stipulare buoni contratti interessa tutti”, replica il segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo, ricordando che “nell’audizione sulla legge di bilancio, infatti, la Uil ha sostenuto che bisogna aumentare le risorse per i contratti pubblici”. “La Sorrentino sia serena, non si lasci trasportare dal nervosismo: non esistono accordi politici informali, l’interesse dei lavoratori siamo in grado di valutarlo da soli. Non abbiamo bisogno di lezioni e non ne accettiamo”. La conclusione è da stracci che volano.
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