
Per più di un mese (trentadue giorni, per l’esattezza) si sono nutriti con tre bicchieri di latte, due gocce di caffè, tre cucchiaiate di zucchero, dentro; e acqua in abbondanza per impedire complicazioni gravi per intestino e vie urinarie. Una “dieta” “inventata”, nella notte dei tempi, da Marco Pannella, quando intraprende il primo dei suoi innumerevoli digiuni. Dalle duemila e più calorie quotidiane, si passa a duecento circa; per due giorni, le conseguenze si limitano a un leggero ronzio alla testa; ma provate a farlo per due settimane e più… un conto è Pannella: toro, fisicamente, e non solo come segno astrologico; e infatti ci ha “abituato” a scioperi della fame che duravano anche mesi, e a pericolosi digiuni della sete. Ma per chi Pannella non è, il discorso è diverso: dopo sette-dieci giorni anche il solo sapore del latte procura allergia, e le giornate così scandite, le puoi riempire di impegni e lavoro: sono sempre lunghe, interminabili.
Per 32 giorni Bernardini, Testa e Di Folco si sono nutriti di latte sporcato da caffé. Oggi la decisione di sospendere lo sciopero della fame
Ecco: per trentadue giorni alcuni esponenti del Partito Radicale (Rita Bernardini, Irene Testa e Paola Di Folco) si sono “nutriti” di latte sporcato da caffé e acqua; non scherzavano e lo documentano i quotidiani bollettini medici: battiti del polso irregolari, pressione che non è quella normale, volti smagriti, occhi lucidi… Ora che stiamo scrivendo, hanno smesso; meglio: “sospeso”. Pannella, forte della sua esperienza, consigliava di non buttarsi subito su una matriciana, di cominciare con brodini, pastina, burro fuso e abbondante formaggio parmigiano, per dare modo al corpo di riabituarsi.
L’intervista a Rita Bernardini: “Perché lo sciopero della fame? Per la riforma dell’ordinamento penitenziario”
Perché avete dato vita a questa iniziativa, e perché l’avete interrotta? La parola a Rita Bernardini, che è con Irene Testa la “plenipoteniaria” radicale per tutto quello che riguarda carceri e giustizia.
“Come sempre, e dunque anche questa volta, è un digiuno di dialogo e di speranza”.
Dialogo con chi, speranza per cosa? Chi il vostro interlocutore in particolare? “Il ministro della Giustizia Andrea Orlando da una parte, le istituzioni della Repubblica dall’altra”.
Obiettivo? “Assicurare un’immediata discussione e approvazione della riforma dell’ordinamento penitenziario al vaglio del Senato, ma occorre anche fare una premessa”.
Quale? “Il successo della Quarta Marcia per l’Amnistia intitolata a Marco Pannella e a Papa Francesco con le straordinarie partecipazioni e adesioni (che ognuno può riscontrare andando nel sito www.amnistiaperlarepubblica.it), che l’hanno resa possibile; parlo di cittadini e familiari di detenuti, di parlamentari di tutti gli schieramenti politici; di associazioni del mondo laico e cattolico, Comuni, Province e Regioni con i loro gonfaloni; c’è poi stato l’appello accorato a favore di un atto di clemenza che Papa Francesco rivolto alle istituzioni a Piazza San Pietro che per la prima volta ha accolto uno striscione del Partito Radicale con la parola Amnistia; infine l’adesione, senza precedenti di oltre 17mila detenuti nelle carceri di tutta Italia alle due giornate di digiuno del 5 e 6 novembre e agli obiettivi della Marcia. Non sono cose di poco conto”.
Certamente. Ma Orlando e la richiesta di calendarizzazione della riforma dell’ordinamento penitenziario? “Il Senato ha deciso di fissare all’ordine del giorno della seduta del prossimo 7 dicembre il provvedimento ‘Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale per il rafforzamento delle garanzie difensive e la durata ragionevole dei processi nonché all’ordinamento penitenziario per l’effettività rieducativa della pena’. A dire la verità noi radicali e molti membri della Commissione Giustizia avevano sollecitato una data più ravvicinata… Abbiamo comunque deciso di sospendere lo sciopero della fame fino a quell giorno, in segno di fiducia e speranza verso il Senato, e verso il presidente della Repubblica e verso il ministro della Giustizia, nei rispettivi ruoli di decisione, indirizzo e garanzia”.
I radicali consegneranno al papa, a Mattarella e al ministro Orlando le firme dei 17.000 detenuti che hanno digiunato per due giorni
In “attesa” del 7, i radicali non staranno con le mani in mano: nei prossimi giorni, hanno in programma di consegnare le firme degli oltre 17mila detenuti che hanno digiunato per due giorni al Pontefice, al presidente della Repubblica e al ministro della Giustizia: “Come primo atto di riconoscenza e ringraziamento dei detenuti che hanno aderito all’iniziativa nonviolenta nelle carceri di tutta Italia”, spiega Bernardini. “Siamo parallelamente mobilitati nella campagna straordinaria per raggiungere tremila iscritti entro la fine del 2017; e proprio dale carceri tanti detenuti ci stanno comunicando la loro decisione di volersi iscrivere”. La sacca ai piedi di Bernardini, e il guardare l’orologio sono gli “annunci” di una ennesima trasferta di lavoro: per il fine settimana l’agenda prevede, tanto per cambiare visite ispettive nelle carceri; questa volta a Catania e Caltagirone.
- Valter Vecellio. Capaci, 23 maggio 1992. Giovanni Falcone, le cose da ricordare - 23 Maggio 2021
- Valter Vecellio. Ambasciatore Attanasio, delitto dimenticato? - 24 Aprile 2021
- Valter Vecellio. Grazie Alessandro, che la terra ti sia lieve - 4 Ottobre 2020