
La situazione che coinvolge i cittadini affetti da epatite C assume, di giorno in giorno, tratti sempre più drammatici. È intollerabile la discriminazione per i molti pazienti che non hanno accesso alle cure.
La Federconsumatori si rivolge al Ministro, affinché ponga fine a questa gravissima negazione del diritto alla salute a tanti cittadini, che sono costretti a ricorrere a farmaci costosissimi per curarsi. Per far fronte a questa vicenda è fondamentale produrre il farmaco equivalente, come avviene negli altri paesi. Non solo, chiediamo di rendere noti i dati riguardanti i costi che il Servizio Sanitario Nazionale sopporta per i nuovi farmaci: non solo i prezzi di listino, ma anche e soprattutto i relativi “sconti”.
Vorremmo che il Ministero rispondesse, inoltre, ad alcune importanti questioni: quanti pazienti (il 50%?) si riusciva a curare con l’interferone, per un anno di terapia con numerosi e costosi controlli? Quanti malati sarebbe possibile curare con i nuovi farmaci (quasi il 100%?) per tre mesi di trattamento? Quanto si risparmierebbe, in questo modo, a fronte delle spese per fronteggiare le complicanze dell’Epatite C? Il Ministero si è mai preoccupato delle ripercussioni che tale discriminazione ha sulla salute pubblica? Quanto si risparmierebbe in costi diretti per il Servizio Sanitario Nazionale e quanto potrebbe risparmiare il paziente per i costi indiretti?
Sono quesiti che ci preoccupano fortemente, ai quali il Ministero è tenuto a dare una risposta rapida e soddisfacente ai cittadini, stanchi dei soliti silenzi e delle inutili rassicurazioni.
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