
Grillo, per ora, è al fianco della Raggi. “Ha la mia fiducia”, è l’unica risposta concessa ai giornalisti prima di partire dalla capitale dopo la due giorni dedicata, quasi interamente, alle sbandate dell’Amministrazione di Roma. Non si è concesso Grillo, e poco si sono concessi tutti gli altri protagonisti della leadership del M5S, quasi valesse in queste ore, la vecchia regola del silenzio, delle poche apparizioni in tv e sui mezzi di comunicazione. Grillo si è lasciato andare, ancora una volta, dopo il disappunto dei giorni scorsi, ad un nuovo attacco contro la stampa. Forse un tentativo di coprire l’insufficienza politica del suo movimento, almeno nella Capitale, nel tentativo di gettare la palla su un terreno di gioco dove la palla gira con più facilità, per lui ed il suo Movimento: quello dell’attacco al Governo.
Il Garante contro la stampa: “Accanimento mediatico contro il M5S”
“L’accanimento mediatico di giornali e telegiornali di regime contro il MoVimento 5 Stelle serve a coprire i dati economici che mostrano un Paese che va a rotoli. Una strategia che non può durare a lungo”. Un tentativo di riportare le attenzioni su dinamiche nazionali per mettere la sordina a quelle romane, che purtroppo per lui, anche oggi gli riservano sorprese poco gradite, come le nuove consulenze fatte dalla Muraro per aziende vicine al re della ‘monnezza’, Manlio Cerroni. Dunque, Roma, obtorto collo, dovrà restare al centro dei pensieri di Grillo. E’ la pista di lancio delle ambizioni del Movimento. Non a caso il gradimento verso i 5 Stelle è stato immediatamente testato dai sondaggisti.
Il caso Roma ha prodotto una frana di consensi. In pochi giorni M5S perde il 4,4%
Il caso Roma ha prodotto un crollo netto nei consensi, certo recuperabile nel futuro prossimo, ma estremamente evidente e pari al 4,4% in meno sull’ultimo dato disponibile. Oggi se si andasse al voto i grillini avrebbero in dote il 25,1%, dunque viste le conseguenze nefaste provocate ad ora per quanto accade in Campidoglio, meglio starne alla larga. Grillo, tranne una telefonata di cui non si conoscono neppure i contenuti, non ha incontrato la Raggi e la Raggi non è andata a Nettuno insieme a tutti gli altri leader del Movimento per festeggiare la fine del tour motociclistico di Di Battista. Ma Grillo sa bene che la partita che si gioca a Roma è nazionale ed è da qui che si riparte. Questo lo sa benissimo anche la Raggi e dopo la fine del mini-direttorio che si è clamorosamente smarcato, alcuni dicono per non essere coinvolti dal marasma capitolino, altri per lasciare più autonomia alla sindaca, questo venerdì la Raggi ha voluto una nuova riunione della Giunta con al centro dell’Agenda la ripartenza amministrativa e la scelta del nuovo assessore al Bilancio, tra i papabili sarebbe spuntato anche il nome dell’ex simbolo di Mani Pulite, Antonio Di Pietro.
Nuova riunione di Giunta per cercare di coprire le caselle di Governo vuote nello staff e nelle municipalizzate
Dopo lo stop al magistrato De Dominicis, scaricato dalla Raggi e dal M5S, a seguito della notizia sulla possibile iscrizione dello stesso sul registro degli indagati per abuso d’ufficio, la sindaca è chiamata ad altre importanti scelte, oltre a quella che riguarda il nome del nuovo assessore al Bilancio (ieri si era diffusa anche la notizia di un tentativo su Antonio Di Pietro ndr) c’è anche la copertura del posto di capo di Gabinetto, lasciato vacante da Carla Raineri, costretta anche lei a lasciare l’incarico dopo un parere tecnico dell’Autorità guidata da Raffaele Cantone. C’è poi da sostituire il vicecapo di Gabinetto Raffaele Marra, che nelle prossime ore sarà destinato ad altro incarico, probabilmente avrà la poltrona di capo dipartimento al Commercio, oppure quella delle Risorse umane, la gestione del personale. Magari solo per un periodo, poi si vedrà. Fin qui i buchi in Campidoglio, ma le questioni vitali per l’amministrazione, non sono certamente le Olimpiadi, di questo parleremo dopo, ma l’ordinaria amministrazione della città. Sono in affanno in Ama. Manca l’Ad dopo le dimissioni di Alessandro Solidoro e la prossima settimana la raccolta dei rifiuti avrà la sua prova del nove con il ritorno del pienone in città.
Difficile trovare il nome da designare come Ad di Ama
La Raggi dovrà coprire questa casella e lo dovrà fare con al fianco un assessore all’Ambiente indagato, la Muraro, proprio su filoni d’inchiesta direttamente legati alla raccolta ed allo smaltimento dei rifiuti. Poi qualcuno ci spiegherà perché la regola applicata dalla Raggi per De Dominicis non è mai scattata per l’attuale titolare dei rifiuti. A proposito, nella giornata di venerdì il quotidiano la Repubblica, ha reso nota la notizia che l’assessore Muraro, nei giorni precedenti alla sua nomina in Campidoglio, avrebbe incassato 22mila euro (iva compresa) per la consulenza prestata all’azienda Gesenu di Perugia, azienda che ha tra i soci il re delle discariche Manlio Cerroni. Sempre secondo le anticipazioni del quotidiano, di questa consulenza non ci sarebbe traccia nel curriculum che le ha poi consentito la scalata al Colle Capitolino. Nulla di illegale. Fare consulenze per un supertecnico come la Muraro è pane quotidiano, ma perché cancellarlo dal proprio curriculum? Forse lo ha solo dimenticato. Torniamo però al ricambio al vertice di Ama. Trovare la donna o l’uomo dei miracoli sarà un terno al lotto. E poi alla luce di quanto sta accadendo quale professionista di primo livello sarebbe disposto ad imbarcarsi su una nave dalle molte falle?
Senza pezzi di ricambio Roma rischia il collasso nei trasporti. Nelle officine iniziata l’operazione ‘cannibalizzazione’
Sicuramente ce ne saranno, ce lo auguriamo, ma altro punto cruciale per il governo della città è la mobilità e su questo guardare alla prossima settimana fa venire i brividi a molti e soprattutto ai cittadini. Ci vorrà tutta la pazienza e la capacità di gestione del nuovo manager (Amministratore Unico), l’ingegner Manuel Fantasia, per rimettere in piedi un’azienda decisamente in ginocchio, anche se nessuno lo ha ancora visto negli uffici di direzione. Va sostituito poi anche il direttore generale dell’azienda, Marco Rettighieri, che ha lasciata libera la sua scrivania di comando. Sul campo la situazione è drammatica. Anche nella giornata di giovedì sono state decine le vetture uscite e tornate poco dopo nei depositi per guasti meccanici. Almeno tremila le corse saltate sulle linee cittadine ed officine in crisi per cercare di mandare in pista il più alto numero di mezzi possibili. Ma senza ricambi è una battaglia persa in partenza, visto che i fornitori, che non hanno ancora il saldo di vecchie fatture, si rifiutano di dare nuovo credito all’Azienda. Nei depositi si fanno i salti mortali. E’ in atto anche l’operazione cannibalizzazione: si smontano i pezzi dalle vetture considerate ormai inservibili, per utilizzarli per altre, precarie, ma che ancora possono marciare.
Il copia incolla di Grillo sul pezzo scritto da Elio Lannutti per il portale di Adusbef e rilanciato sul blog del comico genovese
Ma quella di venerdì è stata anche la giornata in cui Beppe Grillo, per bocca di personalità terze, come quella del presidente di Adusbef, Lannutti, ha iniziato ad indicare alla sindaca Raggi le priorità dell’azione di governo e tra queste, sembrerebbe ai primi posti, il no alla candidatura olimpica della capitale. Non ha fatto sforzi, il comico genovese a piazzare sul suo blog il colpo, recuperando un pezzo di alcuni giorni fa a firma proprio di Lannutti e ripreso integralmente e senza alcuna fatica dal comico genovese a uso e consumo del suo Movimento e come segnale di condotta per la sindaca Raggi, che in queste ore era già stata consigliata in questo senso dall’astro nascente del movimento Di Battista. “In un Paese divorato da corruzione ed illegalità, con il più imponente debito pubblico pari a 2.248,8 mld di euro – scrive Lannutti – cresciuto con l’attuale Governo al ritmo di 5 mld al mese pari a 116.000 euro al minuto, una pesante ipoteca che grava sul futuro dei giovani, a chi e cosa servono le Olimpiadi –di recente giudicate: ‘fantastiche dal presidente Renzi, perché porterebbero soldi alle periferie’, che secondo l’analisi di Gavin Poynter, professore di scienze sociali alla East London University e direttore del centro di ricerca universitario LERI, vengono: ‘spesso presentate come opportunità di rigenerazione per la città che li ospita, ma finiscono invece col diventare uno spreco di risorse pubbliche e un ottimo affare solo per le speculazioni private’? Se le Olimpiadi o i mondiali, possono essere funzionali alle classi politiche ed economiche per appagare il delirio di onnipotenza di immarcescibili saltimbanchi e molti affari per gli imprenditori, i Giochi spesso vengono utilizzati per ipotecare il futuro dei giovani gonfiati di debiti e come potenti armi di distrazione di massa, con la finalità di offrire con lo spettacolo, ripreso in mondovisione da mass media e Tv che ne finanziano una minima parte dei costi, effimeri sollievi a condizioni economiche e sociali delle famiglie, che potrebbero essere momentaneamente appagate con le medaglie, prima di finanziare con le loro fatiche, i costosi apparati pubblici. Roma, che non si è ancora ripresa dai mondiali di Nuoto del 2009 (con un deficit di 9 milioni di euro), che ha lasciato debiti e macerie ancora tutte da smaltire, dopo l’inchiesta dei magistrati sui ‘grandi eventi’ e le ‘cricche degli appalti’ con imprenditori e funzionari pubblici coinvolti, come il palazzetto delle vele di Calatrava a Tor Vergata, 250 milioni di euro per un cumulo di cemento e un ammasso di ferro che potrebbe costare circa 700 milioni di euro; i 26 milioni di euro per la piscina di Ostia; i 13 milioni di Valco San Paolo; o la piscina costruita su suolo pubblico con fondi privati, poi offerta in concessione al Circolo Aniene, ha veramente bisogno delle Olimpiadi? Come si può verificare dalle tabelle elaborate da Adusbef e da un recente studio della Oxford University, quasi tutte le edizioni dei giochi, oltre a portare debiti, hanno visto raddoppiare il budget iniziale previsto, in media di un + 176%, a partire dalle Olimpiadi di Toronto, del 1976: nonostante l’allora sindaco Jean Drapeau avesse detto che i giochi olimpici non possono perdere soldi, i costi – inizialmente stimati in 250 milioni di dollari – lievitarono fino a ben oltre i due miliardi, al punto che il governo locale fu costretto ad istituire una tassa speciale sui tabacchi per ripagare i debiti, in particolare per la costruzione dello stadio olimpico, presente trent’anni dopo la fine dei Giochi ed estinta solo a fine del 2006. Tutte le edizioni successive a quella del 1984 sono state una perdita netta per le amministrazioni pubbliche locali e nazionali. In Spagna il governo, la città e la regione di Barcellona (sede delle Olimpiadi 1992) ci rimisero oltre 6 miliardi di dollari. Ad Atene il rosso delle casse pubbliche, dopo le Olimpiadi 2004 che batterono tutti i precedenti record di costi, è stato di oltre 10 miliardi (su spese complessive di 15) contribuendo al disastro dei conti del paese. A Pechino – che per i giochi del 2008 batterono il record di spesa appena stabilito da Atene – il costo netto per le casse pubbliche è stato addirittura di oltre ventisei miliardi di dollari”.
La corsa della candidatura di Roma potrebbe fermarsi anche la prossima settimana. Raggi, se non annullerà l’appuntamento, dovrà rispondere al Senato
Sulle Olimpiadi va detto che la parola fine potrebbe essere messa mercoledì della prossima settimana. A confermarlo in una dichiarazione il presidente della Commissione Cultura di Palazzo Madama, Andrea Marcucci che fa sapere: “I romani hanno eletto Virginia Raggi, non Beppe Grillo. Aspettiamo dal sindaco di Roma la decisione sulla candidatura di Roma 2024. Perdere la possibilità di avere i giochi olimpici ha dell’incredibile, io spero ancora in una risposta non autolesionistica”. Il presidente della commissione Cultura rende poi noto che “ad ora l’audizione del sindaco sulle Olimpiadi prevista il 13 settembre alle ore 14 in commissione al Senato non è ancora stata disdetta o posticipata dalla segreteria della prima cittadina”, dunque quella potrebbe essere la data del fine corsa, ma le voci che si intercettano in Campidoglio sono quelle di una conferenza stampa davanti ad uno degli impianti legati alle Olimpiadi, o comunque allo sport, che non hanno ancora visto la loro realizzazione piena. Sarebbe un ottimo spot per rilanciare la popolarità della Sindaca che in questi giorni di fine agosto ed inizio settembre, ha perso molti punti.
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