
Una folla di migliaia e migliaia di persone è scesa in piazza a Istanbul per la manifestazione “per la democrazia e per i martiri”, organizzata dal Governo turco, per sottolineare il fallimento del tentato colpo di stato dello scorso 15 luglio, che ha causato circa 270 morti. Una organizzazione capillare ha letteralmente trascinato in piazza un milione di persone, (il regime ne stima tre milioni ndr) con una spesa decisamente rilevante per il bilancio in rosso di quel paese. Probabilmente il ‘Sultano’ ha dato fondo a tutte le risorse economiche utili per mobilitare il suo popolo, anche, lo diciamo con malizia, attingendo, probabilmente, alle risorse versate al Governo turco per frenare e contenere il flusso di migranti dalla Siria e non solo, dall’Unione Europea con i buoni auspici della Cancelliera tedesca Angela Merkel. Quella proposta a Instabul è una manifestazione che chiude, almeno nelle intenzioni del ‘Sultano’ la mobilitazione di piazza in difesa del suo Governo e della sua persone. In buona sostanza, da questa sera, le mobilitazioni in alcune piazze (guardia democratica) nelle principali città turche dovranno essere sospese, come se i rischi, improvvisamente siano finiti e il paese sia tornato d’improvviso ad una singolare normalità, segnata dalle purghe del regime nei confronti della libera stampa, della magistratura, della polizia, del personale docente universitario e della scuola e più in generale del pubblico impiego. “Staremo insieme come un’unica nazione, un’unica bandiera, un’unica madrepatria, un unico Stato e un’unica anima”, ha detto il presidente Recep Tayyip Erdogan e poi ha rilanciato sulla pena di morte, punto d’attrito con l’Unione Europea: “Se il popolo la vorrà, seguiremo la sua volontà”. Un vero e proprio stop alle richieste di gran parte dei Paesi dell’Unione Europea ed una certificazione della deriva autoritaria della sua amministrazione. Il ‘Sultano’ ha raggiunto in elicottero la folla di sostenitori a Yenikapi, nella parte europea di Istanbul. Almeno 15.000 poliziotti sono stati mobilitati e 13.000 sono le persone che risultano come “organizzatori”. Migliaia di autobus e circa 200 battelli hanno trasportato i manifestanti nella zona portuale di Yenikapi. Altissime le misure di sicurezza. I seguaci del presidente Recep Tayyip Erdogan e del partito Giustizia e Sviluppo (AkP) sono scesi in piazza ogni sera dal fallito golpe. La manifestazione “Democrazia e Martiri” si tiene sotto stretta sicurezza. Erdogan ha invitato i leader dell’opposizione a parlare alla dimostrazione, con l’eccezione, naturalmente, del partito pro-curdo Hdp. Alcuni media parlano della partecipazione di 3 milioni di persone, anche se i media indipendenti e quelli occidentali ridimensionano la partecipazione a poco più di un milione di persone, per altro letteralmente trascinate in piazza per evitare guai. Una vera e propria prova di forza che vuole essere, non solo una risposta interna, ma soprattutto alla Comunità internazionale. Una legittimazione di piazza per rispondere alle critiche piovute sul regime turco ed il suo presidente-sultano. L’oppressione della libera stampa in quel paese, non fa comprendere fino in fondo quanto la democrazia sia stata calpestata e sembra sempre più chiaro e certo che il fallito golpe sia stato l’occasione per rimuovere tutto quello che poteva disturbare il ‘Sultano’. Va detto, infine, che alla mobilitazione hanno partecipato centinaia di persone provenienti da Azebargian ed Afghanistan, una sorta di adesione a quello che nelle intenzioni potrebbe rivelarsi il nuovo ‘impero Ottomano’.
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