Fiat. La cassaforte di famiglia trasloca in Olanda per pagare meno tasse. Olandese anche la Juve? Fratoianni: “è la fotografia del mondo che vogliamo cambiare”

Fiat. La cassaforte di famiglia trasloca in Olanda per pagare meno  tasse. Olandese anche la Juve? Fratoianni: “è la fotografia  del mondo che vogliamo cambiare”

Se uno possiede un tesoro e lo tiene racchiuso in cassaforte se trasloca si porta via il tesoro e la cassaforte. Magari usa certe accortezze, sposta il tesoro ma lascia la cassaforte ben in vista fornita di altri pezzi pregiati. Può durare? Certo che no, solo gli allocchi ci possono credere o fanno finta di credere. Era ben noto negli ambienti finanziari internazionali che prima o poi Fiat se ne sarebbe andata dall’Italia per intero, con tutte le sigle che compongono il gruppo. Ciò è puntualmente avvenuto. Prima hanno lasciato l’Italia Cnh (2012), poi  Fca, quella nata dalla fusione  fra  Chrysler e Fiat (sede fiscale a Londra), l’operazione targata Marchionne, osannata  dal premier Renzi di cui il manager con la maglietta è l’indiscusso idolo. Ora Exor, la finanziaria degli Agnelli porta tutto via e va in trasferta ad Amsterdam con al seguito la “Giovanni Agnelli Sapaz” che gestisce le azioni della famiglia. A capo del gigantesco impero, il nipote di Gianni Agnelli, John Elkann, 40 anni, presidente e amministratore delegato di Exor.

Chiamparino: vengono meno gli ultimi legami degli Agnelli con Torino

Dice Sergio Chiamparino, presidente della Regione  Piemonte, già sindaco di Torino, in “confidenza” con la dinastia degli Agnelli, un “interlocutore privilegiato” viene definito negli ambienti della Torino industriale: “Ora vengono meno anche gli ultimi  legami finanziari fra la famiglia Agnelli e la città, non più identificata la città della Fiat”. Solo taluni commentatori sciocchi possono affermare che non ci saranno conseguenze per il Lingotto e che “la famiglia mantiene la residenza in città”. Una domanda: trasloca anche la Juventus? Diventa olandese? E perché se ne vanno dall’Italia? Dicono Elkann e Marchionne che occorre “semplificare il gruppo”, tenere tutto accorpato, offrire una grande nave sulla quale si possono imbarcare, portando investimenti, personaggi come Bill Gates con  la Cascade Investiment, l’egiziano Sawiris, chimica e cementi, lord Jacob Rothschild, tanto per citare alcuni di coloro che farebbero veleggiare in acque sempre più internazionali Exor e la famiglia Agnelli, il sogno di Gianni di contare sempre di più nel complesso mondo degli affari. Dall’Olanda per fare un salto verso la grande finanza internazionale. Non è un caso che  la rotta olandese sia stata aperta da gruppi come Unilever e Nestlè. Si dice che anche Whirlpool, che ha acquistato Indesit navighi verso Amsterdam.

Sarebbe interessante sapere quante aziende nell’era renziana hanno lasciato l’Italia

Sarebbe interessante conoscere quante aziende se ne sono andate dall’Italia nell’era renziana, magari dopo aver goduto di lauti finanziamenti di stato. Se ne vanno come tanti altri alla ricerca di “paradisi fiscali”, di paesi dove le condizioni di lavoro sono sempre più pesanti e sempre meno i lavoratori hanno tutele, le “riforme di struttura” di cui parlano i Commissari Ue, il Fondo mometario. Meno tasse e più controlli sui possibili movimenti dell’azionariato. L’operazione Exor è molto complessa. Lasceranno l’Italia – è l’annuncio ufficiale – tutte le società del gruppo del Lingotto che  avranno sede all’estero. Via da Torino anche l’accomandita che consente agli Agnelli di controllare Exor, la Giovanni Agnelli Sas e, all’interno di questa, la società semplice Dicembre che consente agli eredi diretti di Giovanni Agnelli di controllare l’accomandita. Il 3 settembre l’ultima assemblea italiana degli azionisti della finanziaria. Entro la fine dell’anno le azioni Exor verranno scambiate con la nuove Exor Bv, una società di diritto olandese.

La legislazione olandese garantisce il mantenimento del controllo sulla società

Passaggio, questo, fondamentale perché consente di operare secondo la legislazione olandese che prevede di introdurre il sistema del voto doppio che dà ai soci storici delle società la possibilità di aumentare del 100 per cento il peso delle loro azioni in assemblea, garantendo di fatto il mantenimento del controllo della società. Obiettivo questo molto importante per non rischiare sorprese e mantenere nella cassaforte di famiglia tutti i poteri, senza rischi. La legislazione olandese questo consente e, dietro una  conclamata “strategia di gruppo”, si maschera il fatto che  queste operazioni al sicuro in Italia non potevano essere fatte. Secondo dato, ancor più importante: in Olanda l’aliquota media sulle imprese è del 25%, in Italia del 27,5.

La questione della tassa sulle plusvalenze. In Italia si paga in Olanda no.

Ma il dato più importante lo sottolinea Nicola Fratoianni dell’Esecutivo nazionale di Sinistra Italiana, è che in Olanda “non si paga la tassa sulle plusvalenze”. Che significa? Ai fini fiscali sono rilevanti  i guadagni realizzati con la vendita rispetto al prezzo di acquisto, appunto plusvalenze che sono gravate da imposte dirette, direttamente pagate in banca. A partire dal 1 luglio 2014 l’aliquota sulle plusvalenze è passata dal 20% al 26%. Ad Amsterdam questa tassa non esiste. Non esiste neppure l’Irap. Un paradiso fiscale?  Quasi. Per di più offre alle imprese servizi, garanzie come la certezza del diritto, tempi rapidi della giustizia, semplicità di normative. Ecco perché l’Olanda attira molto. E l’effetto Brexit potrebbe contagiare gli olandesi. Sul problema aliquote il gelo, il silenzio dell’Europa. Quasi un tabù. Se ne parla da una cinquantina di anni.

“È la fotografia del mondo che vogliamo cambiare   chi ha tanti soldi e potere, trova sempre il modo per averne di più, a scapito di chi ne ha meno. Portano via con sé anni e anni di finanziamenti prelevati dalle tasche dei cittadini italiani. Ricordiamocelo quando pontificheranno sull’Italia – conclude Fratoianni –  e su quanto è  bello il governo. Ricordiamocelo quando parleranno di made in Italy.  E ricordiamolo al Presidente del Consiglio, sempre così attento ai padroni del vapore”.

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