
Le organizzazioni sindacali e studentesche che si oppongono alla riforma del lavoro targata Valls-El Khoumri-Hollande hanno indetto martedì la più grande e partecipata manifestazione dall’inizio del movimento, lo scorso 30 marzo. I sindacati parlano di 1.300.000 persone a Parigi, che hanno sfilato da Place d’Italie fino a Les Invalides. Purtroppo, non sono mancati incidenti nel corso della manifestazione. Secondo la Prefettura di polizia, “alcune centinaia di facinorosi hanno affrontato e sfidato le forze dell’ordine col lancio di proiettili di gomma e pietre. Alcuni manifestanti, una sessantina, sono stati trattenuti in stato di fermo di polizia e interrogati. Contemporaneamente, altre marce hanno avuto luogo a Marsiglia, Tolosa, Rennes e Lione.
Parigi è stata l’epicentro degli scontri, e dell’uso massiccio di lacrimogeni da parte della polizia contro gruppi di manifestanti. Secondo fonti giornalistiche, almeno 11 manifestanti e una trentina di poliziotti sono stati feriti. Alcune foto pubblicate dai media online, tuttavia, mostrano manifestanti sanguinanti portati via dalla polizia.
“Ho partecipato a tutte le manifestazioni da marzo”, confessa Aurelien Boukelmoune, un’ingegnere di 26 anni intervistata a Parigi, “perché voglio vivere con dignità, non solo sopravvivere. Voglio che le riforme vengano ritirate, punto e basta. Ci fermeremo solo allora. Il governo dovrà ritirare la legge, altrimenti bloccheremo l’economia”. Sono parole condivise da milioni di francesi. L’accusa è che col nuovo codice del lavoro, elaborato da un governo socialista, il mercato del lavoro diventa molto più flessibile, non riduce l’alto tasso di disoccupazione ed è scritto dalle aziende per il profitto delle aziende. Martinez, il leader della CGT, il più grande e rappresentativo sindacato francese che ha lanciato gli scioperi del mese scorso nelle raffinerie e nei trasporti, ha comunque confermato “la prosecuzione della mobilitazione”. Martinez ha annunciato altre due manifestazioni per la fine di giugno.
Per Virginie Gensel-Imbrecht, responsabile nazionale per il settore Energia della CGT, la responsabilità delle violenze di Parigi è da ricercare in “gruppi di individui ben attrezzati che cercano di far fallire la manifestazione”. “Condanniamo queste persone, non hanno niente a che vedere con i dimostranti”, ha detto la sindacalista. Almeno un milione e 300mila persone avrebbero manifestato in tutto il Paese. Di questi solo un milione lo hanno fatto nella capitale. Ed è questo, per Gensel, “un dato destinato a crescere” man mano che arriveranno “i numeri dalle circa 50 città dove ci sono state manifestazioni locali”. “Il governo appare estremamente sprezzante nei confronti della mobilitazione contro la legge – dichiara – e parla di radicalizzazione del movimento. In realtà siamo di fronte a una radicalizzazione del governo: dal presidente François Hollande, a cui abbiamo indirizzato una lettera chiedendo un confronto insieme agli altri sindacati il 20 maggio, non abbiamo ancora ricevuto risposta”. È previsto invece per il 17 giugno, l’incontro tra i sindacati e il ministro del Lavoro Myriam El-Khomry, autore della legge contestata. “Ci aspettiamo il ritiro della legge”, dichiara ancora Gensel, “ma portiamo proposte concrete e siamo pronti a discutere”. Sulle manifestazioni di oggi, la rappresentante sindacale segnala che in alcune regioni gli autobus di manifestanti diretti a Parigi sono stati “annullati all’ultimo minuto”, e secondo le sue fonti gli autisti sarebbero stati invitati a non partire dai loro datori di lavoro. Per la sindacalista “l’indicazione di non far partire i bus è venuta dal Medef” (l’organizzazione che raccoglie le imprese francesi, ndr). “I lavoratori – conclude – non si sono scoraggiati e hanno partecipato alle iniziative locali”.
- Amministrative 2021, la sinistra per Roma. Ne parliamo con Giuseppe Libutti, candidato per la lista Sinistra civica ecologista - 27 Settembre 2021
- Riprendono le pubblicazioni di Jobsnews.it. Con alcune modifiche sostanziali - 31 Gennaio 2021
- Coronavirus. 7 ottobre. 3678 nuovi casi, 31 decessi, 337 in intensiva. Il nuovo Dpcm proroga lo stato d’emergenza al 31 gennaio 2021 e impone la mascherina all’aperto - 7 Ottobre 2020