Beati gli ultimi: il Verona batte la Juve e ferma il record. Napoli e Roma vittoriose, seconda posizione decisa in extremis. Frosinone retrocesso, fra gli applausi

Beati gli ultimi: il Verona batte la Juve e ferma il record. Napoli e Roma vittoriose, seconda posizione decisa in extremis. Frosinone retrocesso, fra gli applausi

Giornata ricca di clamori in testa e in coda: per la poltrona d’onore il Napoli e la Roma rimandano tutto all’ultimo turno, dopo aver vinto entrambe, l’Inter consolida il quarto posto e va di filato  in Europa League, come la Fiorentina, al quinto, anche se con l’ombra dei preliminari; Sassuolo e Milan continuano a lottare per la sesta posizione mentre il Frosinone retrocede in B e il Carpi quasi lo segue. Ma la vera, autentica, notizia boom è la sconfitta della Juventus a Verona, assolutamente inattesa e, quindi, ricca di maggior clamore rispetto alle altre.

Troppi festeggiamenti.  Questa è stata l’unica giustificazione fornita da Allegri, dopo l’imprevisto stop bianconero al Bentegodi di Verona, dove, soprattutto, si è anche arenato il loro record di super imbattibilità a 26 giornate. Che soddisfazione per gli scaligeri riuscire in un‘impresa storica, coronata, fra l’altro, dall’ultima rete di Luca Toni che ha deciso di dismettere l’attività lasciando un’impronta indelebile di sé proprio nel libro dei record. È stato subito chiaro che, prima ancora che sul campo, la partita la si sarebbe giocata più che altro sotto l’aspetto psicologico: da una parte, i locali, ormai tranquilli e sereni dopo aver incassato la retrocessione, dall’altra i bianconeri, peraltro privi di quattro titolari, ancora distratti dai festeggiamenti e illusi di poter compiere l’ultima passeggiata fuori casa con l’ultima in classifica che aveva vinto appena quattro volte. Alla fine, ha prevalso l’orgoglio del più debole e, in casa bianconera, è rimasto il rammarico di non poter chiudere il torneo ancora imbattuti. Ora ci si prepara per la conquista della Coppa Italia.

Botta e risposta.  La Roma, dopo il lauto banchetto di mezzogiorno col Chievo (3-0), aveva riposto le speranze nel posticipo serale del Torino contro il Napoli. Tutto ok per i giallorossi: tripletta, quarta vittoria consecutiva, con Totti che entra nell’ultima mezz’ora nel tabellino di quella che per lui equivale alla partita n. 600, raccogliendo applausi, feste e ovazioni non certamente nelle vesti di uno che sta per smettere. In serata, sotto il cupolone, si aspettavano notizie confortanti da Torino da dove, invece,  il Napoli vinceva  (2-1), riprendendosi la seconda poltrona dalla quale, con il Frosinone in casa sabato prossimo, sarà oltremodo difficile poterlo scalzare. Intanto Higuain raggiunge Angelillo a 33 gol nel record delle marcature ed è a -2 da Nordhal.

Inter sì Fiorentina ni.   L’Inter supera un ottimo Empoli e si assicura il quarto posto che le consente l’accesso alla fase a gironi in Europa League, un traguardo tutto sommato accettabile, vista la forza delle squadre che l’hanno preceduta come lo stesso Mancini ha riconosciuto. La Fiorentina, dal canto suo, aveva già ipotecato la quinta posizione e col Palermo, bisognoso almeno di un punto, si è giocato al piccolo trotto anche se qualche occasione da gol c’è stata da ambo le parti ma, alla fine è stato 0-0.  In riva all’Arno, ora,  si confida nella Juve vittoriosa in Coppa Italia, per evitare i preliminari.  Non sarà facile per i tifosi viola tifare per gli odiosi bianconeri, ma, nella fattispecie, non avranno altra scelta…

Sesto posto.  Distanze invariate fra Sassuolo e Milan, (1 punto), entrambi vincenti fuori casa e tutto rinviato all’ultima giornata. Gli emiliani, dopo aver subito la pressione del Frosinone per l’intero incontro, colpivano a 5 minuti dal termine con l’ultimo entrato Politano, riscavalcando, così, il Milan, vittorioso sabato a Bologna con un rigore di Bacca. L’allenatore degli emiliani Di Francesco ha pubblicamente ammesso di puntare all’entrata in Europa League e, alla prossima, con l’Inter si cercherà di vincere per mantenere a distanza il Diavolo, i cui tifosi, altra stranezza del destino, saranno costretti a tifare perché i cugini nerazzurri possano vincere in Emilia. Ma prima di contare sulle disgrazie o sui favori  altrui, il Milan dovrà superare la Roma, a s. Siro, e l’impresa si presenta ardua perché  l’ingrigito Milan visto anche a Bologna non ha entusiasmato nessuno e, al momento,  non sembra in grado di poter impensierire gli uomini di Spalletti che, al contrario, sono in grande forma.  E tra 15 giorni i rossoneri avranno l’impegno terminale della stagione nella finale di Coppa Italia con la Juventus, successivamente alla quale, in quel di Arcore, verranno assunte le decisioni sul futuro societario e tecnico che, al momento appaiono, alla berlusconiana maniera, alquanto incerte e nebulose.                                                                

B come baratro.  Atalanta e Udinese da brave sorelle pareggiano, festeggiando la sicurezza matematica insieme a Bologna e Sampdoria, quest’ultima nonostante una secca sconfitta nel derby (0-3) col Genoa, con polemici attacchi societari a Montella. La vittoria della Lazio in casa Carpi ha favorito queste uscite definitive dalla zona calda, facendo, invece,  precipitare gli emiliani in terz’ultima posizione (domenica sono a Udine), al posto del Palermo, il quale, con il punto strappato a Firenze e con il Verona in casa, conta di conquistare una salvezza alquanto tormentata. Su questi risultati e, probabilmente sulla salvezza, pesano i due rigori falliti da Mbakogu, entrambi parati da un super Marchetti, dei quali, il primo, avrebbe potuto portare in vantaggio il Carpi e il secondo dimezzare  lo svantaggio alla fine del primo tempo. Già decisiva, per la matematica, la sconfitta casalinga del Frosinone col Sassuolo che condanna i ciociari ad un immediato ritorno in serie B, seppure fra i mesti quanto prolungati applausi dei tifosi i quali, dopo aver costantemente riempito lo stadio, nelle partite casalinghe, e accompagnato la squadra anche in trasferta, hanno voluto tributare tutti gli onori ai loro beniamini che sono usciti osannati fra bandiere e striscioni, incredibile a dirsi,  proprio come l’anno scorso quando, invece, erano stati promossi in serie A.

Un caso anomalo per gli ambienti calcistici, un segno di grande civiltà che viene da una piccola provincia a ridosso della capitale che dovrebbe far meditare non solo tante altre tifoserie ma anche tante società presunte grandi che puntano innanzitutto agli introiti televisivi, snobbando quelli del vecchio, arrugginito, botteghino, dinnanzi al quale i veri tifosi, appassionati e disciplinati, resistono ancora. Frosinone docet.

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