
“Giurami che non farai mai il mio nome”. È un vecchio amico, cattolico, democristiano, allora corrente Donat Cattin. Toscano come me, ci conosciamo fin dai tempi in cui militavamo nel movimento studentesco. Siamo rimasti amici, ogni tanto ci sentiamo, ne sa tante di cose relative agli ex dc toscani, oggi dentro il Pd e fuori dal Pd, dei “verdiniani”. Dice che tante dichiarazioni che legge, virgolettate, non hanno né capo né coda, millantato credito pro giornalisti in cerca di scoop. Mi ripete “giura che non farai mai il mio nome, certo se tu avessi un grembiulino nero mi sentirei più tranquillo. Mi fido comunque”. Gli chiedo, ci stiamo telefonando, ma di che grembiulino stai parlando? Sento la risata, “ma come non capisci, in Toscana, Arezzo, ma anche nel fiorentino, quelli col grembiulino nero contano molto. Hai mai sentito parlare di massoneria?”. Mi metto a ridere anch’io.
Al governo un partito di centro che guarda a sinistra e uno, sempre di centro, che guarda a destra
Fatto il giuramento cominciamo a parlare di cose serie. Intanto smentisce seccamente che Denis Verdini abbia l’intenzione di entrare nel Pd. “È troppo furbo, stiano tranquilli quelli della minoranza. Non prenderà mai il loro posto. Anzi, a lui fa comodo che Bersani e soci restino con Renzi, una copertura di non poco conto. Una assicurazione per la vita. Un bel partito di centro che guarda a sinistra, per di più con tanto di sigla Pse, come una volta disse Amintore Fanfani, se vuol coprire la gran parte dell’ orizzonte politico deve guardarsi le spalle, ha bisogno di un bel partito di centro che guarda a destra”. Insieme ricostituiscono la balena bianca. “Il nostro sogno. Io voglio morire democristiano, ma da solo non lo posso fare”. Sì ma il voto di fiducia cambia la maggioranza, provo ad interromperlo. “Ma questo è politichese puro, la gente che ne sa. Vuoi vedere che magari su qualche altro voto di fiducia, quando Verdini avverte che non ci sono problemi, che i suoi voti non contano, negherà la fiducia. Una specie di va e vieni, una guerra di posizioni”.
Il nostro amico toscanaccio: Il vero obiettivo di Verdini? “Quello di tenere Renzi per le…”
Ma qual è secondo te il vero obiettivo? “È quello di tenere Renzi per le…”. Toscanaccio, anche la volgarità diventa un modo colorato di esprimersi. Ma quando si arriverà alle elezioni, l’anno prossimo o fra due anni, se non cambia l’Italicum non si possono fare coalizioni. Dall’altro capo del telefono neppure un attimo, la risposta è pronta: “E chi vuol fare la coalizione?”. Rischio di non capire, mi sembra che il mio amico post democristiano mi prenda in giro. Lui prosegue imperterrito: “Ma ci vuol tanto a capire che l’obiettivo dell’armata di cui Verdini è il gran capo è il governo e lavora per papparsi Scelta civica, pochi voti ma una rappresentanza, un viceministro che è anche capo del partito, o meglio di quello che resta”. In effetti è proprio così. Erano entrati in Parlamento guidati da Mario Monti, 41 deputati e 21 senatori. Se ne va Monti se ne vanno altri, in parte con Alfano, Casini, Area popolare, rimangono solo 24 deputati. Il viceministro, Enrico Zanetti annuncia: “Siamo noi i veri alleati di governo, altro che Alfano”.
Le liste dei “Moderati” promosse da Scelta civica già alle amministrative. A Roma sostegno a Giachetti
Nascono così le “liste dei Moderati”, sembra che si presentino già alle prossime amministrative, liste civiche in appoggio ai candidati renziani, Giachetti in primo luogo, se vincerà le primarie romane del Pd che avranno luogo domenica, insieme a quelle di Napoli. E nelle liste civiche potrebbero entrare altri transfughi? “Hai indovinato, pensa un po’, l’alleanza che nasce dal basso e prepara il terreno per le elezioni politiche. Sembra che Zanetti resista all’abbraccio mortale di Verdini. Ma i resti dell’armata civica sono pronti a far gruppo con quella trentina di verdiniani, destinati ad aumentare. Gli alfaniani sarebbero le vittime predestinate. O con il gruppone o la morte lenta. Alle politiche ci sarà un listone agli ordini di un politico di razza”, dice il mio amico, non per niente deve affrontare cinque processi penali. Non c’è bisogno di cambiare l’Italicum, di ripristinare le coalizioni. Il Pd fa la sua lista, i “Moderati” fanno la loro. L’accordo è sul futuro governo. È solo un problema di ministri che contano più dei deputati. “Non c’è più bisogno del partito della nazione” – dice il mio amico – “c’è il governo della nazione previsto dalla Costituzione. Saranno contenti anche quella della minoranza del Pd, avranno i loro posti con il contagocce e tutti vissero felici e contenti”.
Alle primarie del Pd romano possono votare porci e cani. Certo non Verdini o Zanetti ma i loro amici sì
Ma allora, lo interrompiamo, le primarie del Pd contano ben poco in questo scenario nazionale. “Oh bischero, contano molto. Molto di più conteranno i referendum costituzionali e quello sull’Italicum. Ne parliamo un’altra volta. A Roma in effetti si gioca una partita importante ma ci sono due condizioni: la prima è che vinca Giachetti, la seconda è che alle urne si presentino migliaia di cittadini, un plebiscito, visto che quando vinse Marino i romani che votarono furono più di centomila e il sindaco se ne aggiudicò più del 50%. Perciò ci vuole un aiutino”. Un uomo di Verdini in una intervista ha dato l’annuncio: ci presenteremo alle primarie e voteremo Giachetti. Furente è intervenuto il commissario-presidente del Pd, Matteo Orfini. “Si faccia le sue primarie perché votano quelli che sono del centrosinistra. Organizzi il centrodestra”. Non è vero niente: possono votare porci e cani, come è avvenuto in precedenti primarie. Siamo andati a leggere il “codice etico”. Dice che “non possono partecipare alle primarie in qualità di elettori coloro i quali all’interno dei partiti in coalizione avverse sono eletti a tutti i livelli istituzionali”. Insomma, Verdini non si può presentare, ma qualche suo amichetto può farlo.
Le modalità previste per gli elettori dal “codice etico” delle primarie romane
Vediamo le modalità previste per gli elettori: 1) devono TASSATIVAMENTE esibire al seggio un documento di identificazione (con fotografia) che ne indichi chiaramente l’indirizzo di residenza e il certificato elettorale; 2) devono sottoscrivere le “Linee guida del centrosinistra per Roma” e versare al seggio un contributo di almeno 2 (due) Euro per concorrere alle spese organizzative delle “Primarie 2016”; 3) devono rilasciare espresso consenso all’inserimento del proprio nominativo nell’Albo e alla consultazione del medesimo da parte di componenti del Comitato Promotore o loro delegati, nel rispetto delle norme sulla protezione dei dati personali. Insomma basta una firma, un giuramento di fedeltà e via col voto. Scene già viste. Sarebbe interessante sapere che fine hanno fatto gli Albi dei votanti. Saluto il mio amico. Mi viene un dubbio: “Non è che mi hai raccontato balle?”. Si risente: “Parola di democristiano. Ci risentiamo presto, lo scudo crociato c’è ancora, la balena bianca nuota insieme a noi”.
- Alessandro Cardulli.Festival Puccini, 66esima edizione, sconfigge il coronavirus Musica, arte e cultura sono il giusto vaccino - 11 Luglio 2020
- Dombrovskis e Gentiloni: crisi più grave del previsto, effetti economici devastanti. Subito il Mes, non ha condizionalità. Incerta la strada per la ripresa. Niente pausa estiva per le nostre economie, ma risposta urgente alla crisi - 7 Luglio 2020
- Alitalia. Scende in campo la signora Roosvelt, presidente di USAerospace. Pronta a investire 1,5 miliardi di dollari. Contatta i ministri De Micheli, Patuanelli, Gualtieri. Ma cala il silenzio stampa. Chissà perché - 24 Giugno 2020